Papa Bergoglio con Papa Raztinger Parodia a teatro di Lopez e Solenghi

Con Anna Marchesini hanno fatto la storia dell’intrattenimento comico in televisione, soprattutto negli anni ’80. Massimo Lopez e Tullio Solenghi dopo 15 anni sono tornati insieme sul palco per uno spettacolo che domani sera arriva anche al Creberg Teatro. La scintilla che li ha convinti a imbarcarsi in questa nuova avventura è scoccata durante il programma televisivo “Tale e Quale Show” di Carlo Conti, in cui Lopez e Solenghi vestirono i panni di Simon e Garfunkel. L’idea dominante, nella scrittura di questa messa in scena, è stata quella di riappropriarsi dello stile che li ha contraddistinti fin dall’esordio col Trio, coniugandolo su nuovi contenuti. Un filo conduttore non c’è, si va un po’ a scatole cinesi, dove una semplice frase o una singola intonazione possono lanciare la scena successiva.




C’è anche tanta musica: il duo è accompagnato dal vivo dalla Jazz Company del maestro Gabriele Comeglio, docente del Cdpm (Centro Didattico Produzione Musica) di Bergamo. Voci, imitazioni, sketch, performance musicali e improvvisazioni. C’è anche un tête-à-tête tra Papa Bergoglio (Lopez) e Papa Ratzinger (Solenghi) in un esilarante siparietto di vita domestica. E poi Dean Martin-Frank Sinatra e Gino Paoli-Ornella Vanoni. C’è pure un omaggio a Giorgio Gaber (di Solenghi). «Del resto noi siamo un po' jazz nella nostra comicità – raccontano -, abbiamo una scrittura rigorosa ma che dà la possibilità di aperture e quindi a improvvisazione».
Galeotto fu il programma di Carlo Conti, quindi, anche se l’idea di tornare a lavorare in coppia frullava già da tempo nelle loro teste, agevolata dal fatto che, abitando nello stesso condominio, la frequentazione e l’amicizia non si sono mai interrotte. «Rispetto ai precedenti spettacoli si è poi aggiunta una consistente parte musicale – spiegano -, coadiuvata da cinque musicisti che sono in scena accanto a noi. Il divertimento è predominante, ma non mancano momenti di profonda emozione, come quello in cui ricordiamo Anna, e l’applauso che ne scaturisce ogni sera sembra non finire mai. Anche per noi che lo viviamo dal palco rappresenta un momento magico in cui riannodiamo le fila della nostra identità».