Il papà di Diabolik in via Tasso Mostra esclusiva di Enzo Facciolo

C’è quella maschera, capace di stuzzicare l’immaginazione: «Penso che ognuno di noi, se potesse cambiare identità ogni giorno, farebbe cose insospettabili». Parola di Enzo Facciolo, in pratica il papà di Diabolik. Non l’ha creato lui ma le sorelle Giussani, Angela e Luciana, intraprendenti signore illuminate (pur nel parto oscuro) della borghesia milanese. Lui, però, ne ha preso in mano i disegni pochi mesi dopo l’esordio e l’ha condotto nella storia. L’ha trasformato in un’icona. Al suo genio creativo eclettico è dedicata la mostra Diabolika Mano, dal 25 novembre al 26 gennaio negli spazi della 255 Raw Gallery, via Tasso 49C (al piano terra di Palazzo Zanchi, sito 255.gallery.it). In esposizione un intero numero del fumetto con tutte le tavole (LVI - n° 10, ottobre 2017) e una serie di disegni originali che raccontano i 55 anni del connubio riuscitissimo. Facciolo ha firmato nella sua carriera più di duecento episodi (850 quelli pubblicati in totale), oltre a cartoline, poster, calendari, quadri e perfino sculture.












Dicevamo dell’iconocità della maschera. Lascia scoperti occhi accigliati e va a braccetto con il pugnale scagliato puntualmente verso i lettori, divenuto poi logo della casa editrice Astorina. I lineamenti netti sono ispirati all’attore hollywoodiano Robert Taylor, come da richiesta delle sorelle del noir. Nel carnet del «mai più senza» anche la guida spericolata a bordo della Jaguar E-Type del 1955. Una figura inafferrabile la sua, che non invecchia mai, non rinuncia alla violenza (nonostante la fedele compagna Eva Kant l’abbia ammorbidito nel tempo), non è conformista né teme di schierarsi su alcuni dei temi più caldi dell’attualità: dalla corruzione ai disagi psichici, passando per mafia e terrorismo.