"Ribelliamoci al peggio", camminata a Valbondione per difendere l'ambiente montano
Un'iniziativa nazionale promossa dall'Associazione proletari escursionisti (Ape). Tra le opere più contestate nella nostra provincia, c’è il progetto di collegamento tra le stazioni sciistiche di Colere e Lizzola

di Clara Scarpellini
Domenica 9 febbraio appassionati di montagna e attivisti si ritroveranno lungo i sentieri alpini e appenninici per "Ribelliamoci al peggio", un'iniziativa nazionale promossa dall'Associazione proletari escursionisti (Ape). A un anno dai Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina 2026, la manifestazione vuole sensibilizzare sul rispetto dell’ambiente montano e contrastare le opere invasive che ne minacciano l’integrità. La protesta si estenderà in una ventina di località montane e metterà al centro il tema della tutela del clima, opponendosi a progetti ritenuti dannosi, come nuove infrastrutture sciistiche, trivellazioni e il turismo di massa incontrollato.
Il mega-progetto sciistico sulle Orobie
Tra le opere più contestate nella nostra provincia, c’è il progetto di collegamento tra le stazioni sciistiche di Colere e Lizzola. Un piano che prevede la costruzione di nuovi impianti di risalita, tre piste, una funicolare sotterranea e un bacino artificiale per la produzione di neve. Il tutto per un costo stimato di 70 milioni di euro, di cui 50 finanziati con fondi pubblici. Gli ambientalisti denunciano l’impatto devastante sull’ecosistema alpino delle Orobie bergamasche, sottolineando l’inadeguatezza del progetto in un’epoca in cui il cambiamento climatico sta già riducendo l’affidabilità dell’innevamento naturale.


Una montagna da difendere
L’Ape e altre realtà locali come Legambiente, Cai e Orobie Vive contestano l’idea che queste infrastrutture possano davvero rilanciare l’economia montana. «Per 40 anni, si è puntato solo su nuovi impianti sciistici e turismo di massa, eppure il fenomeno dello spopolamento non si è fermato, anzi, molte comunità si sono impoverite e frammentate», sostengono gli attivisti. Inoltre, il progetto verrebbe realizzato all’interno di un’area protetta, la Zona speciale di conservazione Val Sedornia – Val Zurio – Pizzo della Presolana, all’interno del Parco Regionale delle Orobie Bergamasche.
Il percorso della camminata
Il ritrovo per domenica sarà a Bergamo alle ore 8, al parcheggio del Bonaldi, o per chi preferisce, direttamente a Valbondione, in località Grumetti alle 9.15. Da lì avrà inizio la camminata ad anello, un percorso di circa 10 chilometri che partirà da Pianlivere, a 970 metri di altitudine, poco oltre Valbondione. Il percorso attraverserà il fiume Serio, per poi salire fino al borgo di Maslana e proseguire tra le baite di Valbona, raggiungendo infine Lizzola. Qui è previsto un momento di confronto con il Collettivo TerreAlt(r)e, impegnato da mesi nella battaglia contro il progetto di collegamento sciistico tra Colere e Lizzola. A conclusione della “camminata della resistenza”, il rientro avverrà attraverso un sentiero che taglia i tornanti della strada per Valbondione.
Sistemare gli impianti a fune si può fare non c'è bisogno di bucare il pizzo di petto.. certo è che c'è di mezzo sua maestà il denaro detto questo detto tutto
Già pensare di investire sugli impianti sciistici nell'era del surriscaldamento globale (evidentissimo) in paesi che non superano i 1200 metri suona azzardato....e farlo a spese di un ecosistema piccolo e fragile come le nostre Orobie suona folle. Chi fa il confronto con il Trentino evidentemente non ci è mai stato, perché là hanno talmente tanto spazio che i pur giganteschi comprensori sciistici occupano solo una piccola parte delle decine di montagne e vallate presenti. 100% d'accordo con questa protesta...speriamo cambino idea
50 milioni pubblici sarebbero da dedicare prima alla viabilità della Val Seriana in generale, poi ben vengano anche gli impianti. Senza strade adeguate come ci arrivano i turisti in cima alla valle?
Purtroppo tra queste persone che si dichiarano green e poi le vedi fotografate con vestiti da montagna altamente firmati , l' ignoranza e l'incoerenza regna... no parliamo di cai , gan e tanti altri gruppi alpinistici che tanto chiacchierano e poi fanno i pulmann per andare a sciare sulle Dolomiti dove gli impianti esistono e coesistono fra turismo e ambiente.. lasciamo tutto come al medioevo .. il turismo di massa in Val Seriana ??? Ma magari ci fosse... magari si aprirebbe la mente di sta povera gente che campa vivendo alla giornata senza neanche sapere quello che dice e fa il finto povero col rolex.. ma dai per favore...
Assurdo. Tutti parlano di montagna, ma poi non vogliono che si sviluppi la sua economia e la vita dei suoi abitanti, costretti ad abbandonare le proprie case per poter mangiare. In questo modso la montagna muore, incolta, senza le sue tradizioni e funzioni. queste anime belle, puriste, vorrebbero poterci andare, trovando tutto bello, una volta la settimana. senza pensare che i suoi abitanti devono poterci vivere comodamente, come loro in città. Ben vengano i nuovi impianti sciistici. In Trentino, dove tutti corrono per sciare e magnificarne gli impianti e le piste, queste cose si fanno senza problemi e gli abitanti ci restano, che hanno il lavoro, ma se si vuol fare qui allora apriti cielo, dall'ormai inutile CAI alle altre associazioni. Al CAI e associazioni varie non vanno bene le cose in Bergamasca, ma in Trentini-Sud Tirolo sì, per qualche motivo particolare?