Roberto Herrera balla al Creberg «Sono l'ambasciatore del tango»

A Buenos Aires è un’istituzione. Figuriamoci altrove. Figuriamoci in Europa, dov’è in tournée. Roberto Herrera appartiene alla storia del tango. Il suo stile di ballo, la sua eleganza senza tempo e le sue doti di coreografo sono universalmente riconosciuti. In lui tradizione, innovazione e sperimentazione trovano forma. Sabato 18 c’è la possibilità di ammirarlo al Creberg (ore 21), con un nuovo show dal titolo emblematico, El Tango: uno spettacolo con molti voli e molta fantasia, con suo fratello Estanislao come assistente e Ariel Rodríguez come direttore musicale. La colonna sonora è una sicurezza: brani di Osvaldo Pugliese, Julio De Caro, Astor Piazzolla, Gotan Project.
Herrera in Lombardia ci torna spesso: ha scelto Milano come sede europea per la sua accademia, dove insegna con Laura Legazcue, sua compagna in scena. A chi gli chiede cosa sia più importante risponde: «Il cuore sta nel… cuore. Non in un passo. Devo sentire il battito dell’altra persona quando danzo. Se abbraccio, mi rilasso, mi abbandono, lo percepisco. Quello è». Il contatto, insomma, sublimando in quell’intesa di sguardi che tanto affascina, è parte fondamentale del tango.
Si sente un po’ un ambasciatore della tradizione argentina, Herrera: «Stiamo facendo conoscere il tango – ci racconta – a chi ci si avvicina per la prima volta. Il vero tango, che è parte dell’identità del nostro popolo. Libero dai cliché. Mi rifaccio alle origini. Nello spettacolo c’è anche una parte improvvisata, perché questa è l’anima della milonga. Il resto ha una coreografia precisa, prettamente teatrale, in sincronia studiata con musica e luci». Lo show fonde la storia del tango partendo dalle origini fino ai giorni nostri, un percorso crescente che approda alle sonorità del tango nuevo e confluisce nelle spettacolari danze folkloristiche argentine.