Il giorno più corto dell'anno

Il solstizio d'inverno è arrivato Il mondo lo festeggia così

Il solstizio d'inverno è arrivato Il mondo lo festeggia così
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Il solstizio d’inverno è il giorno con meno ore di luce dell’anno e segna l’inizio della stagione più fredda. Il sole si trova alla sua altezza minima sulla linea dell’orizzonte, tanto da lasciare le regioni artiche completamente nell’oscurità. Già gli antichi pagani celebravano l’evento, poiché rappresentava la vittoria della luce sull’oscurità. Nonostante la notte sembrasse durare in eterno, infatti, l’esperienza aveva insegnato che il sole sarebbe tornato a brillare. Quest’anno in Italia è iniziato allo scoccare della mezzanotte e tre minuti del 22 dicembre. L’orario esatto non è mai lo stesso, ma ritarda di 6 ore ogni anno, perché il moto della Terra è leggermente irregolare. Per correggere lo slittamento, il calendario gregoriano ha introdotto gli anni bisestili: l’aggiunta del 29 febbraio permette di recuperare il ritardo accumulato.

Oggi i festeggiamenti del Sol Invictus (sole invitto, non sconfitto) continuano a essere celebrati, anche se con modalità parzialmente diverse. A Brighton, la località balneare più importante della Gran Bretagna insieme a Bath, la popolazione accende il “rogo degli orologi”, un’usanza nata venti anni fa. Ogni anno, circa 2000 manifestanti e 20 mila spettatori partecipano alla sfilata con festoni e lanterne per le vie della città e gettano orologi in grandi falò. Essi rappresentano lo scorrere del tempo, ma anche l’impossibile ritorno del passato e dei suoi fantasmi. Sempre in Gran Bretagna, a Penzance, ha luogo il “fiume di fuoco”, una processione illuminata da candele e lanterne che, quando raggiunge il punto più alto della città, accende un faro per illuminare la gente.

In Irlanda, a Newgrange, si trova una tomba megalitica, risalente a più di 5mila anni fa. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, nel giorno del solstizio d’inverno viene illuminata completamente dal sole. Il fenomeno dura per 17 minuti e si ripete per qualche mattina successiva su entrambi i lati della tomba. Un evento molto simile accade anche in Piemonte, nella Briaglia. Alle 8,35 del 22 dicembre il sole rischiara per venti minuti l’entrata dell’ipogeo di Casena, una necropoli risalente a 4mila anni fa.

 

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Le festività legate al solstizio d’inverno sono profondamente legate alla ritualità della luce, come forza in grado di allontanare il pericolo dell’oscurità – e di tutto ciò che un tempo si pensava comportasse: non solo freddo e stenti per l’agricoltura, ma anche il dilagare di presenze maligne sulla terra. Nelle Repubbliche baltiche la memoria delle antiche celebrazioni è rimasta nelle tradizioni che ancora oggi vengono rispettate. A Vilnius, in Lituania, si trascinano ceppi di alberi in casa, per scacciare gli spiriti. A Riga, in Lettonia, c’è invece la festività di Yule Log. Nei mercatini allestiti per le strade della capitale, passano benigni spiriti mascherati allo scopo di raccogliere e scacciare i problemi dell’anno trascorso.

Nel Nord America il solstizio d’inverno è salutato con luci e musica di campane. A Vancouver in Canada, infatti, la Secret Lantern Society organizza processioni illuminate in quattro quartieri, segnalando il percorso con candele. A New York, invece, si tiene il Paul Winter Annual World Music Celebration. Nel finesettimana precedente l’inizio dell’inverno, nella cattedrale gotica di Saint John the Divine, a Manhattan, si allestisce il “Solstice Tree”, un gigantesco albero di alluminio fatto a spirale a cui vengono appese centinaia di campane. Esse rappresentano la diversità della vita sulla Terra.

Gettiamo uno sguardo in Estremo Oriente. In Cina, c’è il Dongzhi Festival: ci si riunisce in famiglia e si compiono pellegrinaggi nei templi per commemorare gli antenati. In Giappone, invece, i monaci camminano a piedi nudi sulla brace e, quando i tizzoni si raffreddano, vengono imitati dalla gente. Secondo la religione shintoista, nel giorno del solstizio d’inverno la dea del Sole Amaterasu, si è nascosta in una grotta negando al mondo la sua luce, per protestare contro le malefatte compiute dal fratello, l’incontrollabile dio Susanoo (la leggenda è narrata nel Kojiki).

Le modalità sono diverse, ma dovunque nel mondo il solstizio d’inverno ha lo stesso significato. Si parla dell’eterna lotta tra il giorno e la notte, con tutte le sfumature simboliche del caso. Variamente raccontata, rappresentata e raffigurata, continua ad esserci ricordata dallo scorrere delle stagioni.

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