Festa della Dea, seconda serata

Tutti a cavallo, poi ecco De Roon che ai tifosi grida: «Forza scècc»

Tutti a cavallo, poi ecco De Roon che ai tifosi grida: «Forza scècc»
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Seconda serata e secondo incredibile bagno di folla per i tifosi dell’Atalanta a Orio Al Serio. La Festa della Dea 2015 continua a regalare gemme di autentica passione, migliaia di persone si sono radunate sotto il palco e hanno abbracciato i giocatori di ieri e di oggi che si sono avvicendati. I decibel si sono alzati per Denis, per Cigarini, per Migliaccio, ma anche per i fratelli di tifo ultras di Francoforte, di Amantea e di Cosenza, che si sono presentati a Bergamo insieme a Padre Fedele, storico ultras cosentino.

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Tutti a cavallo, tranne De Roon. Poco dopo le 22.30, i giocatori della prima squadra sono arrivati in sella a dei cavalli e hanno attraversato la marea umana che li ha accolti con applausi calorosi. Una volta arrivati sul palco sani e salvi, D’Alessandro, Stendardo, Cigarini, Bassi, Cherubin, Suagher, Del Grosso, Migliaccio e Denis hanno atteso l’arrivo del neo acquisto Marten De Roon che ha raggiunto i compagni nella gabbia di un braccio meccanico posizionato ad una decina di metri da terra.

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Il 24enne ex capitano dell’Hereenven è parso visibilmente sorpreso e dalla sua posizione privilegiata non ha mancato di riprendere con lo smartphone i tifosi che lo hanno incitato. Una volta arrivato sul palco accompagnato da Carlo Perrone (Fausto Rossini e Ivan Pelizzoli gli altri ex giocatori presenti) ha preso tutti quanti in contropiede. Mentre il "Bocia" cercava di ricordare e di pronunciare correttamente il suo nome, il neo-acquisto si è fatto passare il microfono: «Forza scècc, Forza Atalanta, Forza Bergamo» sono state le sue prime parole. L’approccio con il dialetto ha subito creato empatia con il pubblico che ha mostrato di gradire lo sforzo linguistico e la prontezza di spirito. De Roon si è prestato anche al lancio di un coro: tutto il piazzale con le braccia alzate ha atteso il suo segnale e il boato è salito al cielo in un battibaleno.   https://youtu.be/zc2E7yy5QE0   Stendardo, Cigarini e Migliaccio. Tutti i giocatori hanno poi detto qualche parola al pubblico. I più emozionati si sono limitati ad un saluto e alle solite frasi di rito, mentre l’intervento sicuramente più schietto e diretto è stato quello di Cigarini. «Non ci giro molto intorno, non parlo molto come Willy: abbiamo fatto un anno di merda e sicuramente dovremo fare meglio. E faremo meglio». Stendardo è stato un po’ più articolato nel suo pensiero ma il concetto, sostanzialmente, è stato lo stesso. «È il quarto anno che partecipo, grazie a tutti per l’accoglienza e l’ospitalità. Quesa festa non unisce solo popolo, tifosi, società e squadra. È una festa di solidarietà e questa è la cosa più bella. Veri complimenti a tutti perché noi siamo orgogliosi di voi, abbiamo molto da farci perdonare per l'anno scorso e lo sappiamo tutti. Abbiamo commesso errori, sicuramente ci sapremo rifare. Sono fortunato a far parte di tutto questo, ieri ho lasciato la mia famiglia e oggi ne ritrovo un’altra, eccezionale».

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Anche Migliaccio, fresco di rinnovo e acclamatissimo dai tifosi, ha parlato del recente passato, caricando tutto il popolo atalantino. «Mi accodo a quanto hanno detto Stendardo e Cigarini. Abbiamo vissuto un’annata difficilissima, vogliamo ripartire e sono certo che lasceremo in campo ogni cosa, fino all’ultima goccia di sudore. Lo garantisco per chi c’è e per chi arriverà». Le parole di Denis. Dopo il saluto del Bocia alla famiglia di Yara Gambirasio, presente in una zona della Festa con uno stand, il microfono è passato nelle mani di Denis. A differenza di dodici mesi fa, il Tanque è tornato subito a Bergamo per iniziare il lavoro con la squadra e ha voluto chiudere con queste parole tutti i discorsi che sono stati fatti sulla sua voglia di lasciare Bergamo. «In questo periodo si sono dette tante cazzate, io questa sera sono qui. E resto qui. È la prima maglia che ho baciato e l’ho fatto per voi, per quello che mi fate provare. Grazie davvero e Forza Atalanta». Chiusura con Padre Fedele Show. L’ultima parte della seconda serata della Festa della Dea è stata riservata al saluto degli amici di Francoforte, Amantea e Cosenza che hanno raggiunto Bergamo per stare alcuni giorni insieme ai ragazzi della Curva Pisani. Tra un ricordo di chi non è più su questa terra, come Giorgio Pandolfi, ultras nerazzurro scomparso il mese scorso, e quello di un vecchio raduno andato in scena a Cosenza nel 1985, è piombato sul palco Padre Fedele. Il religioso, giornalista e ultras che da 35 anni vive la curva del Cosenza ha parlato per una decina di minuti esaltando Bergamo e i tifosi dell’Atalanta. Padre Fedele ha detto che gli ultras non sono il male del mondo e ricordato le tante opere di solidarietà che vengono portate avanti. Dal canto loro, i ragazzi della Pisani hanno promesso di ricambiare, aiutando le attività di Padre Fedele.   https://youtu.be/Phvhl9oomiQ

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