Itinerari per l'estate

Vi toccherà andare in Abruzzo per fare un viaggio nell'altro mondo

Vi toccherà andare in Abruzzo per fare un viaggio nell'altro mondo
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Un viaggio nell’altro mondo. Ci siete mai stati a Serramonacesca? E a Casauria? Seguiteci. In sei ore circa siete sul posto: da Bergamo raggiungete l’A14 Bologna-Taranto; all’altezza di Pescara imboccate l’A25 in direzione di Torano, e uscite al casello di Manoppello. E qui comincia un circuito che a percorrerlo senza interruzioni si impiegherebbero due ore, ma se siete arrivati lì in grazia di questo articolo vi verrà voglia di percorrerlo in due giorni.

 

Abbazia_di_Santa_Maria_Arabona

 

Lasciata l’autostrada cercate l’abbazia di Santa Maria Arabona. Già da fuori uno si domanda come mai una cosa come quella - perfetta nella sua asimmetria - abbiano deciso di costruirla in un posto così defilato. Poi si entra e si capisce che a qualcuno doveva proprio stare a cuore una particolare porzione dello spazio tridimensionale, e così se l’è ritagliato costruendo quella chiesa. Nella sua totale asciuttezza, essa sembra voler essere soltanto la - meravigliosa, divisa e moltiplicata a seconda del punto in cui ci si colloca - forma di un volume proteso verso l’alto, nello stile di Bernardo da Chiaravalle. E in effetti la chiesa doveva appartenere a un monastero cistercense, che però non c’è più, salvo la purissima, luminosa e chiara sala del capitolo, che nessuno deve perdersi.

E così le prime due ore se ne sono già andate.

Ma dato che siete da quelle parti, non potete evitare una visita alla basilica del Volto Santo di Manoppello centro. L’architettura potete anche non guardarla, il resto no. Nella chiesa si trova infatti il celebre Mandylion - di Manoppello, appunto -, cioè un’immagine del volto di Cristo inspiegabilmente prossima a quella della Sindone di Torino. Dicono sia la traccia lasciata sull’asciugamano della Veronica durante la salita al Calvario e per alcuni è ancora più preziosa dell’altra perché più certa nella sua datazione, meno contestata. Comunque la somiglianza è impressionante.

 

basilica del Volto Santo di Manoppello

 

A Manoppello, in ogni modo, termina l’universo noto e condiviso dalla maggior parte degli umani.

Risalendo in macchina dovreste prendere per Serramonacesca, ossia “Montagna dei Monaci”. “Serra” è come lo spagnolo “sierra”: catena montuosa simile ai denti di una resega. Resegone, se alta sulle circostanti. E cosa c’è a Serramonacesca? Prima di tutto c’è un gran prato. E in mezzo al prato - assolutamente inattesa - l’Abbazia di San Liberatore a Maiella. Superato l’attimo di stupore davanti alla facciata morbida ed elegante e alla torre campanaria a fianco, elegantissima e forte, l’interno… l’interno, entrate e vedrete.

 

Serramonacesca

Abbazia di San Liberatore a Maiella
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Abbazia di San Liberatore a Maiella

Eremo di Sant’Onofrio
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Eremo di Sant’Onofrio a Serramonacesca.

Eremo di Sant’Onofrio 1
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Eremo di Sant’Onofrio a Serramonacesca.

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Interno dell'Abbazia di San Liberatore a Maiella

Ma non basta. Quando uscite fiancheggiate il lato sinistro di questo manufatto improbabile fino a raggiungere le tre limpide absidi in pietra chiara sul verde del prato e contro l’azzurro intenso del cielo. Durante il percorso avrete certamente notato, a qualche distanza sulla vostra sinistra e a ridosso di un roccione che pare dipinto apposta, l’Eremo di Sant’Onofrio. Bellissimo. Ne troveremo altri in giro per l’Abruzzo.

Da qui all’Eremo di Santo Spirito a Maiella ci vuole un’ora. Ci si potrebbe mettere anche meno (tre quarti d’ora) tornando indietro e passando poi per Lettomanoppello. Ma ve lo sconsigliamo caldamente perché quella è una strada quasi normale. Noi vi suggeriamo, invece, di continuare per Roccamontepiano, Passo Lanciano, Roccamorice. Però non arrivate fino a Roccamorice. Qualche chilometro prima prendete, a sinistra, il bivio per l’Eremo di Santo Spirito. Perché questo itinerario - in genere sconsigliato - è da preferire all’altro? Perché percorrendolo avrete la continua sensazione di esservi persi, di aver sbagliato strada, di non riuscire più a tornare a casa. Chissà dove ci porterà questa strada, continuerete a domandarvi. Vi porta all’Eremo di Santo Spirito a Maiella.

 

Eremo-di-S-Spirito-a-Majella-L-ingresso-dell-eremo-copia

 

Un edificio (ma non è solo un edificio) difficile da descrivere, perché è una specie di Pueblo scavato nella roccia, di un fascino impressionante. Un luogo per eremiti come papa Celestino "che fece per viltate il gran rifiuto" (se poi Dante alludeva a lui. E non è certo). Anche la chiesa ha una parete che è la roccia stessa. Tagliamo corto: andate e vedrete voi se stiamo dicendo il vero o no.

Quando e se riuscite a venir via, riprendete, questa volta in discesa, il tratto di strada fino al bivio per Passo Lanciano e proseguite per Roccamorice, Piano D’orta, Torre de’ Passeri e, meta finale del viaggio, l’Abbazia di San Clemente a Casauria.

 

Abbazia di San Clemente a Casauria

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Interno dell'abbazia di San Clemente a Casauria

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Cripta all'interno dell'abbazia di San Clemente a Casauria

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Portone dell'abbazia di San Clemente a Casauria

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Sarcofago del vescovo di Boiano all'interno dell'abbazia di San Clemente a Casauria

Nell’esistenza di questa chiesa crederete in parte perché avete già avuto modo di osservare due (tre, quattro) oggetti per lo meno improbabili, in parte perché ormai vi sarete fatti persuasi - come dice il commissario Montalbano - di essere capitati in un altro mondo. L’Abbazia di San Clemente a Casauria ricorda quelle di Tuscania (nel caso siate stati a Tuscania) ma tra il pulpito, il ciborio, il candelabro pasquale e i capitelli - e lo spazio, ovvio, lo spazio e la luce - uno alla fine si perde di stupore insaziato. Vien voglia perfino di anticiparvi fin da subito di cosa si tratta: cliccate qui. Ricorda anche l’ambiente in cui si svolge la parte finale dell’episodio di Andreuccio da Perugia nel Decameron di Pasolini.

E pensate che tutto questo ben di Dio è racchiuso in un fazzoletto di terra che saranno - sì e no - 25 chilometri per dieci, se lo si spianasse su una carta. Ma ormai le due ore previste sono ampiamente passate, e in Abruzzo tocca tornare un’altra volta.

P. S. A Casauria (a Tocco di) fanno un liquore che si chiama Centerba Toro. 70° gradi. Secco e forte. Se ne mette una goccia su una zolletta di zucchero.

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