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Bergamo Film Meeting rimandato a data da destinarsi

Gli organizzatori: « Siamo anche in attesa di conoscere le decisioni che gli enti sostenitori prenderanno per salvaguardare l’incolumità della kermesse»

Bergamo Film Meeting rimandato a data da destinarsi
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L’emergenza coronavirus non è stata ancora superata, anzi le misure adottate dal governo e i tempi previsti per la ripresa fanno pensare che questa fase sarà ancora lunga. È certo che i luoghi di pubblico spettacolo saranno gli ultimi a riaprire e a ritornare alla piena normalità. «Prendendo atto della gravità del momento, che ha colpito la vita di tutti, e dell’incertezza che ne deriva, Bergamo Film Meeting deve pertanto annullare lo spostamento del festival all’ultima settimana di maggio e rimandare la 38esima edizione a data da destinarsi – scrivono gli organizzatori -. La nostra è una scelta obbligata e non possiamo fare nulla se non aspettare che la situazione volga per il meglio».

«Il settore sta pagando caro». «Da anni Bergamo Film Meeting – prosegue il comunicato - vede una grande partecipazione di pubblico e di ospiti, le sale sono sempre affollate in tutte le fasce orarie, l’entusiasmo e il coinvolgimento altissimi: questo è il festival che conosciamo e che costituisce un avvenimento sia a livello locale che nazionale e internazionale. Siamo anche in attesa di conoscere le decisioni che gli enti sostenitori prenderanno per salvaguardare l’incolumità di Bergamo Film Meeting e permetterci di superare questo difficile anno, che ormai possiamo considerare di transizione. Tanti altri festival in Italia, ma anche nel resto d’Europa, sono nelle nostre medesime condizioni. Tutto il settore dell’audiovisivo, che coinvolge imprese, organizzazioni culturali e centinaia di migliaia di lavoratori, sta pagando molto cara l’emergenza: le sale sono chiuse, i film non escono, le produzioni sono ferme. Eppure, ancor più in questi giorni, il cinema, l’arte, la cultura dimostrano di essere indispensabili per l’intera comunità, pur non essendo considerati “essenziali”. Questo dovrebbe costituire uno stimolo in più per la difesa delle manifestazioni che lavorano per la diffusione e la conoscenza della cultura cinematografica. Il panorama è preoccupante e l’allungamento dei tempi sta già avendo effetti devastanti».

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