“Ciarlatani” con Silvio Orlando al Donizetti, divertimento ma con retrogusto
Otto repliche per lo spettacolo scritto dal drammaturgo spagnolo Pablo Remòn, dal 22 febbraio al 2 marzo

Nuovo capitolo per la stagione di prosa al Donizetti: dal 22 febbraio al 2 marzo arriva, con otto repliche complessive, “Ciarlatani” con Silvio Orlando.
La pièce, scritta dal drammaturgo spagnolo Pablo Remón, si muove su due livelli distinti: uno più leggero e ironico, l’altro più profondo e inquietante. Da un lato, la commedia è ricca di gag, battute e giochi di parole che strappano risate, dall’altro, emergono temi più angoscianti che lasciano il pubblico con un senso di inquietudine.
Un meccanismo stratificato che funziona. Chi cerca un’esperienza divertente esce soddisfatto, convinto di aver assistito a una rappresentazione comica e spensierata, complice anche la straordinaria espressività di Silvio Orlando. Ma per chi scava più a fondo, la sensazione è diversa: la finzione scenica somiglia fin troppo alla realtà.
Il titolo si può tranquillamente definire meta-teatrale: offre una riflessione sul mestiere della recitazione, ma dal punto di vista di chi sta sul palco, non del pubblico. Quattro attori interpretano ben 27 personaggi in un vortice narrativo suddiviso in dieci capitoli, dove i confini tra realtà e finzione si fanno labili, e passato e presente si mescolano in un flusso continuo.



Lo spettacolo è un mosaico di storie e situazioni che mettono in scena tic, manie, scaramanzie, frustrazioni, sconfitte, ambizioni e vanità tipiche del mondo dello spettacolo. Ma alla fine, la distanza tra chi recita e chi osserva si annulla: anche gli spettatori, in un certo senso, sono attori nella propria vita.
“Ciarlatani” mette a nudo le contraddizioni del successo: la linea tra soddisfazione e delusione è sottilissima, e il passaggio dall’una all’altra è quasi inevitabile. Si riflette sulle pressioni che il mondo dello spettacolo impone agli artisti, sul bisogno di affermarsi e sulle conseguenze della mancata realizzazione dei propri sogni. Quando le luci si spengono e si esce dal teatro, resta la sensazione di aver assistito a qualcosa che parla, in fondo, di ognuno di noi. Ci si interroga sulla propria vita e sulle proprie ambizioni, ma alla fine si arriva a una conclusione inevitabile: tutto è una finzione, una convenzione, proprio come sul palco.
Per chi vuole approfondire, giovedì 27 febbraio nella Sala Musica del Donizetti c’è un incontro con Orlando e l’intera compagnia. Coordina l’incontro Maria Grazia Panigada.