Teatro

Claudio Bisio: «Ripercorro la storia di un boomer come me»

“La mia vita raccontata male” venerdì 4 e sabato 5 marzo al Donizetti: «Vi porterò dentro un racconto anarchico con pennellate espressioniste»

Claudio Bisio: «Ripercorro la storia di un boomer come me»
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Se da piccoli guardavate Carosello, se vi ricordate i mondiali di calcio del 1974 e le gemelle Kessler, se volevate fare la rivoluzione con addosso il montgomery, se non potete fare a meno di confrontare l’Italia spensierata di un tempo con quella sbalestrata di oggi… Ecco, questo spettacolo parla anche di voi. Uno spettacolo che a un certo punto mette insieme Bertolt Brecht e Mara Venier. Una follia, o uno scherzo? No, è semplicemente ciò che succede quando c’è di mezzo una coppia come Claudio Bisio e lo scrittore Francesco Piccolo. Anzi, un ménage à trois, visto che non si può non citare il regista Giorgio Gallione, compagno di molte (riuscite) avventure teatrali al fianco dell’attore (e mille altre cose) milanese.

Parliamo di “La mia vita raccontata male”, in scena stasera e domani (ore 20.30) al Teatro Donizetti. È il primo dei tre eventi speciali voluti da Maria Grazia Panigada, direttrice artistica della stagione di Prosa e Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti. In scena, accanto a Claudio Bisio, due musicisti, Marco Bianchi e Pietro Guarracino. Produzione Teatro Nazionale di Genova. Durata 1 ora e 20 minuti senza intervallo.

Il titolo è citazione di “Una vita disegnata male” del fumettista Gipi. Il fatto è che lo spettacolo non segue un ordine cronologico nel parlare di infanzia, primi amori, liceo, politica, figli. Ma il male allude a qualcosa di più profondo: «Affrontiamo anche i nostri lati oscuri, parliamo anche di cose “politicamente scorrette”, quelle di cui di solito ci vergogniamo – racconta Bisio -. Diciamo che è un racconto anarchico, fatto di pennellate espressioniste, il cui scheletro è il romanzo “Il desiderio di essere come tutti” di Piccolo. Poi ci abbiamo messo dentro altre cose, tratte ad esempio da “Allegro occidentale” e “L’Italia spensierata”, e qualche pezzo inedito». Alla fine «lo spettacolo è il tentativo di attraversare la vita di una persona che assomiglia a me, ovviamente a Piccolo, ma in realtà anche a molti altri, a iniziare dal regista Giorgio Gallione. Siamo dei boomers», aggiunge Bisio, riferendosi a chi ha dai 50 anni in su, più o meno.

Non è la prima volta che Bisio e Gallione traggono spettacoli da testi letterari. Come quelli di Pennac. Dai quattro libri della saga di Malaussène è nato infatti un monologo che è piaciuto talmente tanto a Pennac da spingerlo a tradurre la nostra versione e metterla in scena a Parigi: “Monsieur Malaussène”.

«Con Francesco Piccolo - dice ancora Bisio - siamo amici, ci siamo conosciuti durante alcuni reading curati dallo stesso Giorgio Gallione. In Piccolo mi riconosco al 90%: siamo vicini per età, per background politico e culturale, abbiamo entrambi una figlia e un figlio, siamo simili anche nell’approccio alla verità delle cose un po’ crude. L’unica differenza è che lui è del sud e io del nord. Nei reading che abbiamo fatto insieme, lui leggeva con questa flemma tipicamente casertana e io con la velocità un po’ schizzata del milanese: bellissimo mix».

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