Grande evento

Il concerto per la pace al Seminario di Città Alta è stato un successo (anche di solidarietà)

Tutto esaurito l'auditorium della struttura. Particolarmente toccante il videomessaggio da Israele del patriarca latino di Gerusalemme, Pierluigi Pizzaballa

Il concerto per la pace al Seminario di Città Alta è stato un successo (anche di solidarietà)
Pubblicato:

di Clara Scarpellini

Il concerto di sabato 24 febbraio, “Pellegrini di pace - Da Bergamo al Mediterraneo, concerto nell’incontro di molteplici culture”, è stato un successo. L’hanno dimostrato le oltre mille persone (evento sold out) presenti nell’Auditorium del Seminario Vescovile di Città Alta, che hanno applaudito e cantato all’unisono Soleado, il brano nato cinquant’anni fa dai Daniel Sentacruz Ensemble e "scelto" come inno del Mediterraneo. La serata benefica, incentrata sul tema della pace, è stata organizzata per raccogliere fondi a sostegno del Seminario Vescovile di Bergamo e della missione in Israele del cardinale bergamasco Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini.

Un viaggio attraverso il Mare Nostrum

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La scaletta della serata ha regalato un’occasione per riflettere tra passato e presente. Ogni aspetto dell’evento è stato caricato di significato, a partire dal giorno del concerto (24 febbraio), data in cui ricorreva il secondo anniversario dell’invasione russa in Ucraina. Ma non solo, i brani internazionali intonati dalle voci bianche de I Piccoli Musici di Casazza hanno trasportato il pubblico in tempi e terre lontane da Bergamo, dove sofferenza e oppressione colpiscono ancora oggi i popoli del mondo.

Particolarmente emozionante è stata Ukuthula di Andre van der Merwe, una preghiera africana per la pace. Tra sperimentazioni e tradizioni, il viaggio nel Mediterraneo è proseguito con l’esibizione della Mediterranean Pop Orchestra, che ha suggestionato il pubblico con le originali e trascinanti interpretazioni di noti successi internazionali.

Esprimere la pace

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L’annuncio di Papa Giovanni XXIII dell’enciclica Pacem in terris, le parole di Papa Francesco e di don Gustavo Bergamelli, rettore del Seminario, hanno poi chiamato il pubblico a riflettere sul significato della pace. Questa, secondo il vescovo Francesco Beschi, è un bene prezioso che va costruito giorno per giorno, partendo proprio dalle parole.

«Spero che questi gesti, come i concerti, gli incontri e le conferenze, possano un poco alla volta contrastare lo tsunami di violenza che traspare in tante forme, anche nel linguaggio, e che possano essere una barriera positiva», ha detto poi attraverso un videomessaggio il cardinale Pierbattista Pizzaballa. Trasformare le parole di odio in parole di solidarietà e fiducia. E a questo scopo quale miglior linguaggio universale se non la musica?

Un finale straordinario

La serata di beneficenza si è conclusa con l’esibizione del Daniel Sentacruz Ensemble, lo storico gruppo che creò Soleado e che in occasione del concerto si è ritrovato e riunito dopo tanto tempo. La band ha eliminato le barriere che separavano palco e platea, invitando tutti gli spettatori ad alzarsi in piedi intonando l’inno del Mediterraneo insieme ai musicisti. Più di mille persone hanno potuto facilmente cantarlo perché, come dichiarato dal maestro Bruno Santori, la particolarità del brano è di essere caratterizzato da un solo vocalizzo e ciò lo rende interpretabile da artisti di ogni nazionalità: un inno alla pace che abbatte qualsiasi confine. Da qui la volontà di indicarlo come inno del Mediterraneo.

Commenti
gianluigi

Quanta ipocrisia e qualunquismo, in queste manifestazioni. Per ritrovare la pace, per far smettere le guerre, bisogna smettere di buttare benzina sul fuoco. Bisogna smettere di foraggiare con armi i conflitti. Non servono, incontri, manifestazioni, preghiere, concerti e quant'altro. Basta dare denaro alle guerre.

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