Narrazione

«Il filo conduttore delle crisi? Fragilità e bellezza della vita»

Marco Paolini con il suo ultimo spettacolo “Sani!, Teatro fra parentesi” sarà sabato 4 febbraio al Creberg Teatro

«Il filo conduttore delle crisi? Fragilità e bellezza della vita»
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Marco Paolini con il suo ultimo spettacolo “Sani!, Teatro fra parentesi” sarà domani, sabato 4 febbraio, al Creberg Teatro (ore 21).

Un concerto, una ballata popolare che alterna storie e canzoni - composte ed eseguite dal vivo da Saba Anglana e Lorenzo Monguzzi – e che prende le mosse da “La Fabbrica del Mondo”, il progetto dello stesso Paolini e del filosofo Telmo Pievani, andato in onda su Rai 3 a gennaio 2022.

Il tema della crisi climatica e della transizione ecologica si intrecciano a racconti autobiografici, a momenti di difficoltà più o meno grandi, senza dimenticare il teatro, il suo incontro con Carmelo Bene nel 1983, passando infine per la crisi della guerra fredda dell’epoca, con protagonista Stanisalv Petrov.

«È la prima volta dopo la pandemia che vengo a Bergamo - ci racconta Paolini -, terra che ha pagato un prezzo altissimo al Covid. Qui il significato di “Sani!” sarà diverso da quello di altri posti, senza dubbio. Detto ciò, il mio resta uno spettacolo leggero».

In rapida successione, attraverso memorie più o meno lontane, individuali o collettive, si arriva al lockdown e al racconto dell’oggi per affrontare il concetto di crisi come momento complesso ma anche prezioso che può cambiare il corso degli eventi: la crisi viene quindi presentata come un’occasione.

In scena un enorme castello di carte sottolinea la fragilità di ogni equilibrio della nostra società, naturale o artificiale. “Sani” intreccia prospettive individuali e collettive, in dialogo serrato con la musica e le canzoni, per dare vita in scena a uno spettacolo teatrale dalla forte impronta musicale costellato di memorie e racconti.

«È naturale rimuovere quanto di terribile è accaduto in passato e pensare al presente: la vita ha sempre la meglio sulla morte, nel nostro pensiero – aggiunge Paolini -. Però rimuovere del tutto significa rinunciare all’essenza della parola “crisi”, che per i greci era un bivio, un momento in cui si decide dove andare».

Il filo conduttore delle crisi? «La fragilità e al tempo stesso la bellezza della vita. Senza essere irritanti, bisogna affrontare le cose in modo adulto e pensare a chi viene dopo di noi».

“Sani!”, insomma, conferma l’abituale capacità di Paolini di cogliere precisi momenti del passato in grado di spiegarci il presente e sfrutta il periodo pandemico per mostrarci quanto il nostro stile di vita sia appeso a un filo sottile, senza, però, dimenticare le innate capacità acrobatiche di cui siamo in possesso. Basta confrontarsi concretamente con l’ambiente che ci circonda.

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