settima edizione

Una settimana da pastore? Per 50 volontari è possibile, grazie al progetto Pasturs

Iscrizioni sul sito del progetto entro e non oltre sabato 23 aprile. Sette gli alpeggi sulle Orobie bergamasche coinvolti nell'iniziativa

Una settimana da pastore? Per 50 volontari è possibile, grazie al progetto Pasturs
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Immergersi nella natura, scoprire la biodiversità delle nostre montagne, staccarsi dal computer e dallo smartworking. Tutto questo è possibile grazie a Pasturs, progetto che quest’anno festeggia la sua settima edizione. Pasturs cerca 50 volontari che, superata una selezione, si traferiranno negli alpeggi per affiancare gli allevatori nelle loro attività quotidiane di gestione e protezione del bestiame nei mesi di giugno, luglio e agosto.

«L’obiettivo è promuovere un dialogo costruttivo tra realtà solitamente ostili tra loro, il mondo dell’allevamento e il mondo dell’ambientalismo e protezione della natura. Far avvicinare i due mondi riduce le difficoltà e argina i conflitti – spiega Mauro Belardi, presidente della cooperativa Eliante onlus, che gestisce operativamente il progetto -. Un’attività che parte dall’ascolto dei soggetti interessati, i pastori principalmente, e propone soluzioni costruite insieme ai partecipanti coinvolti e non calate dall’alto. Grazie a un approccio antropologico e da scienze sociali lavoriamo, fin dall’inizio di Pasturs e insieme ai partner del progetto, tenendo conto delle culture locali e di come queste ultime si pongono rispetto ai fenomeni come quello della presenza dei predatori».

«La salvaguardia della biodiversità porta vantaggi a tutti – sottolinea Gianluca Catullo, responsabile specie e habitat di WWF Italia -. Questo progetto migliora il rapporto di reciproca fiducia tra chi lavora per la conservazione della natura e il mondo dell’allevamento. Pasturs mostra concretamente come sia possibile creare un circolo virtuoso che da una parte riduce il rischio di estinzione di specie protette e, dall’altra, migliora la qualità del lavoro di chi sulle Orobie da decenni porta avanti la propria attività zootecnica, spesso con effetti benefici sulla stessa biodiversità».

Protagonisti del progetto Pasturs, oltre agli allevatori delle Orobie, sono i giovani volontari maggiorenni che, adeguatamente formati, vivono per un periodo negli alpeggi con gli stessi allevatori, per aiutarli ad adottare misure efficaci di protezione delle greggi, quali la sorveglianza diretta, l’utilizzo di cani a protezione del bestiame, oppure l’installazione di recinzioni elettrificate mobili. I volontari saranno di supporto anche ai turisti, raccontando loro il progetto e sensibilizzandoli ad adottare un comportamento corretto nei confronti delle attività di alpeggio e dell’ambiente.

«Ci fa molto piacere che anche in questo difficile anno Pasturs riesca a ripartire – aggiunge Yvan Caccia, presidente del Parco delle Orobie bergamasche -. Vivere il nostro territorio con consapevolezza può senz’altro aiutare chi partecipa al progetto a recuperare un prezioso contatto con la natura e d’altra parte l’aiuto dei volontari di Pasturs è sempre importante per la valorizzazione delle nostre aree».

Come partecipare 

Per partecipare al progetto è necessario collegarsi al sito www.pasturs.org e compilare il modulo di candidatura nella sezione “iscriviti” entro e non oltre sabato 23 aprile. Tra i tanti alpeggi coinvolti ci sono Alpe Fontana Mora (Gandellino), Alpe Neel (Ardesio), Alpe Flesio (Valbondione), Alpe Zo (Castione della Presolana), Alpe Grabiasca (Gandellino), Alpe Vodala (Ardesio), Alpe Bellavalle (Vilminore di Scalve). «Proseguiamo con convinzione nel sostenere Pasturs - commenta Carlo Loffreda, direttore di Coldiretti Bergamo - perché la continuità di tali esperienze è importante per produrre il cambiamento culturale necessario alla tutela sia dell’ambiente che delle necessità degli operatori agricoli sullo stesso territorio».

«Ho un ricordo bellissimo di questa esperienza - racconta un volontario -. Le giornate iniziavano al mattino presto, il recinto si trovava a un’ora di cammino dalla baita e andavamo lì due volte al giorno per fare pascolare le pecore e per controllarle. Ho anche assistito al parto gemellare di una pecora. È stato un modo coinvolgente e stimolante per conoscere il mondo della pastorizia da vicino, per andare oltre ciò che avevo appreso a scuola e per confrontarmi con le difficoltà quotidiane di chi svolge questa professione. E tra le difficoltà più sentite c’è sicuramente quella dei grandi predatori.  Sono convinto che questo progetto vada nella giusta direzione, poiché spinge volontari e allevatori al confronto, per capire come meglio favorire una pacifica convivenza. Per essere d’aiuto, insomma, sia pastori che, al tempo stesso, a lupi e orsi».

Da quest’anno, infine, una bella novità accompagnerà il progetto. Nel tempo, diverse organizzazioni si sono interessate e impegnate ad attivare progetti simili in Italia e in altri Paesi dell'arco alpino, anche grazie al progetto LifestockProtect. Così nel 2022, è nato un network tra soggetti che, con la supervisione di Eliante, ha l’obiettivo di rafforzare e rendere sempre più efficace lo scambio e le sinergie tra tutte le realtà coinvolte. Quest’estate le esperienze, consolidate e nuove, accomunate dal network Pasturs saranno sei e in tre diversi Paesi, Italia, Austria e Germania: Pasturs Orobie, Pasturs Valle d'Aosta, Pasturs Foreste Casentinesi, Pasturs Trentino-Alto Adige, Pasturs Tirolo, Pasturs Baviera.

Il progetto Pasturs vede in partenariato di cooperativa Eliante onlus, Coldiretti Bergamo, Parco delle Orobie bergamasche, WWF Italia e WWF Bergamo/Brescia, con la collaborazione di Regione Lombardia nell’ambito del progetto Life “Wolf Alps EU”.

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