Fioccano i brand

Altro che Montenapolene, a Milano il nuovo salotto d'oro è la Galleria

Altro che Montenapolene, a Milano il nuovo salotto d'oro è la Galleria
Pubblicato:
Aggiornato:

Altro che Montenapoleone. È la Galleria Vittorio Emanuele il vero salotto dorato del commercio milanese. Proprio ieri sono state aperte le buste per due spazi di cui erano andati in scadenza gli affitti, e i due vincitori si sono presentati con offerte che sono andate oltre il doppio della base d’asta. Se ne vanno quindi due locali storici che non hanno retto alla concorrenza ed entrano due soggetti nuovi, con credenziali in verità non chiarissime, che però puntano su un target molto più alto. Ma per il Comune, proprietario di tutti gli spazi in galleria, è comunque un ottimo affare.

 

 

I numeri e Prada. In totale la Galleria offre 59mila metri quadri per 149 vetrine (il che non vuol dire 149 esercizi: solo Prada ne ha dieci): gli incassi da affitto nel 2016 sono arrivati a 27 milioni, ma per quest'anno si punta a quota 30. Per la Galleria in questi anni recenti si è trattato di un’escalation travolgente. A rompere gli indugi era stato proprio il marchio Prada quando nel 2011 era andato in scadenza l’affitto del popolarissimo Mc Donald’s. La griffe milanese aveva sgominato la concorrenza, tra cui anche Apple, presentando un’offerta da 2 milioni, che sarebbero diventati 3,6 per le ultime 13 annualità (i contratti sono a 18 anni). Prada, che aveva già le vetrine sul lato opposto dell’ottagono, si è poi ulteriormente allargata in altezza, aprendo a dicembre il bar Marchesi, marchio storico acquisito, al mezzanino e una spettacolare galleria d’arte al quinto e sesto piano con vista sulla cupola vetrata. Prada ha anche le vetrine sul lato opposto dell’Ottagono: così il conto complessivo degli affitti sfiora i 9 milioni di euro.

Cracco in arrivo. Di fronte intanto fervono i lavori per l’apertura attesissima del nuovo ristorante di Carlo Cracco, un’impresa che ha indotto lo chef a rinunciare a tutti gli impegni televisivi.  Nel 2015 Cracco si era aggiudicato il bando del Comune per l’affitto degli spazi nella storica Galleria, sino a quel momento occupati da Mercedes, sobbarcandosi l’onere di un canone annuale di 1.100.000 euro, per un totale di 18 anni. Era un bando cucito su misura per lui, dato che era espressamente previsto che i locali del complesso fossero destinati soltanto a servizi di alta ristorazione. E infatti Cracco fu l’unico a partecipare. La Commissione tecnica del Comune di Milano giudicò ovviamente il suo progetto «di altissima qualità, articolato su diverse funzioni e con attenzione al prestigio e al recupero della Galleria».

 

 

L'hotel a sette stelle. I primi a capire il potenziale commerciale della Galleria in realtà erano stati i dirigenti di una grande marchio straniero, Louis Vuitton. Prada aveva risposto dicendo che non poteva permettere che un luogo così milanese venisse colonizzato dai francesi. Poi a ruota sono arrivati Versace, Gucci e Armani. Intanto da qualche anno al piano alto è stato aperto il TownHouse, l’albergo a “cinque stelle più”, ribattezzato “sette stelle” con camere affacciate sulla Galleria: una struttura spettacolare ma discussa in quanto il proprietario sarebbe moroso nei confronti del Comune.

Un centro del commercio perfetto. La Galleria vale davvero così tanti soldi? A quanto pare sì. Infatti una ricerca della Camera di Commercio ha stabilito che è il luogo di gran lunga più frequentato di Milano, con 22 milioni di persone che la frequentano ogni anno, con una quota altissima di stranieri, contro i 20 di Corso Vittorio Emanuele (dove si affaccia la Rinascente). Persone tutte a piedi, tutte con il tetto sopra la testa anche in caso di pioggia. Gran parte dei 22 milioni passano e guardano. Ma basta che l’un per mille di loro varchi le porte dei negozi e il business è assicurato. Per questo la Galleria è il Centro commerciale perfetto.

Seguici sui nostri canali