Dal carrello storto alla carta fedeltà

Il cafonometro della spesa al super L'ardua sfida del procacciarsi il cibo

Il cafonometro della spesa al super L'ardua sfida del procacciarsi il cibo
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C’è chi non aspetta altro, chi odia farla, chi va una volta alla settimana, chi va giorno per giorno. Nessun doppio senso, si tratta della spesa. Procacciarsi da vivere può essere un divertimento, ma anche un'attività molto cafona. Tutto, ovviamente, dipende da che bestiario ti trovi ad affrontare. Ecco una rassegna del meglio del peggio al supermercato.

 

10) I volantini delle offerte

Un talento delle catene di supermercati è scontare proprio quel prodotto che hai comprato a prezzo pieno pochi giorni prima. Che sia un surgelato, un prodotto di bellezza o le tue patatine preferite, non è possibile evitarlo, si può solo accettare l’applicabilità a tutti i campi dell’esistenza della Legge di Murphy e rassegnarsi alla sconfitta.

Livello cafonaggine: 3x2.

Piace perché: dai, faccio una scorta.

 

9) Lo zucchero

MA DOV’È, DOVE LO NASCONDETE????

Livello cafonaggine: sconforto allo scaffale.

Piace perché: è di fianco ai vini.

 

8) Il cliente successivo

Tra gli sport che tutti possono praticare a livello agonistico, con poco dispendio di energie e massima soddisfazione, troviamo indubbiamente il passaggio della targa “cliente successivo” per delimitare la spese sull’inesorabile nastro scorrevole della cassa. L’attività non è priva di implicazioni: lasciare l’incombenza al cliente successivo potrebbe denotare sciatteria, pigrizia, scarsa cortesia, mentre affrettarsi a prendere le distanze dai prodotti di là da venire potrebbe suggerire una personalità ossessivo-compulsiva, gelosa, territoriale. Il fraintendimento è dietro l’angolo, la soluzione è sposare una qualsiasi delle due scuole di pensiero e mettere in pratica il relativo comportamento, senza dimenticare di sorridere.

Livello cafonaggine: indecisione.

Piace perché: casse self-service.

 

7) Il carrello storto

Nella annosa divisione cestino/carrello, uno dei punti guadagnati dal primo team è sicuramente una falla nel sistema del secondo: le ruote. Mai un collaudo, mai una revisione, mai una passata di olio, mai una stretta alla vite. Il risultato è la scarsa maneggevolezza di un mezzo di trasporto di cose a conduzione manuale che si traduce in ribaltamenti, derapate su foglie di insalata, dolore ai reni. In alcuni casi, si può assistere a dei veri incidenti di circuito, quando una gara di velocità fra due clienti vede trionfare quello col carrello migliore, mentre l’altro avrà perso centimetri allargando una curva a causa della negligenza del team di ingegneri.

Livello cafonaggine: deplorevole.

Piace perché: classico intramontabile.

 

6) Lo scaffale in alto

Eccolo lì. L’irraggiungibile. Come in tutte le grandi storie d’amore, ciò che ti attira è ciò che non puoi avere. Ciò che non puoi avere, dirai che non lo vuoi. La tattica è posizionarsi di fronte all’oggetto dei desideri con lo sguardo alle nuvole, sperando che un femore-dotato passi di lì, si muova a compassione e recuperi il prodotto sospeso in aria. Ma occorrono resistenza, fortuna e perseveranza.

Livello cafonaggine: la volpe e l’uva.

Piace perché: in un film francese, inizierebbe una storia d’amore bellissima col femore dotato.

 

5) La tessera fedeltà

Ogni catena di supermercati che si rispetti prevede una raccolta punti per vincere fantastici premi a scelta da un catalogo. Dopo un milione di euro spesi, potrai avere finalmente la piastra per grigliare dei tuoi sogni, aggiungendo altri 30 euro. E comunque la piastra sarà esaurita.

Livello cafonaggine: infedeltà.

Piace perché: fascino irresistibile.

 

4) Riempire i sacchetti

Grandissima fonte di stress: infilare la spesa nei sacchetti alla stessa velocità del passaggio in cassa per non restare indietro e perdere tempo prima del pagamento. La pressione sociale dello sguardo stanco del cassiere e impaziente del cliente successivo (vedi punto 8) sono un deterrente sociale fortissimo e una fonte di negatività indescrivibili.

Livello cafonaggine: cardiopalma.

Piace perché: la spesa online non ha lo stesso fascino.

 

3) Lo snack alla cassa

Hai passato l’ultima mezz’ora ad acquistare prodotti di mais soffiato e quinoa senza zuccheri, verdure al vapore, scansando il reparto dei dolci, delle patatine, dell’alcol, dei grassi saturi, del colesterolo, dello zucchero, della felicità. Sei posizionato oltre le tentazioni, il pagamento finale e l’uscita sono vicini. Poi arriva lui. La tentazione. La fesseria incartata di bianco, l’ultimo baluardo dell’olio di palma che ce l’ha fatta, una bolla di ritenzione idrica innocente, seducente. La comprerai? Resisterai?

Livello cafonaggine: Matrix.

Piace perché: Sliding Doors.

 

2) La lista della spesa

Metafora di tutte le occasioni perse: se la scrivi la dimentichi, se la porti non la guardi. Se la guardi, per motivi incomprensibili legati alla manomissione delle nostre menti tramite il posizionamento ipnotico dei prodotti sugli scaffali, finirai comunque per comprare cafonate inutili.

Livello cafonaggine: lavoro sprecato.

Piace perché: baluardo vintage.

 

1) Lo scontrino

Ma come ho fatto a spendere ‘sta cifra?? Sempre, inevitabile.

Livello cafonaggine: marketing estremo.

Piace perché: brivido del rischio.

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