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Cinque innovazioni tecnologiche che ci rivoluzioneranno la vita

Cinque innovazioni tecnologiche che ci rivoluzioneranno la vita
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Cinque innovazioni che hanno del magnifico e dell’incredibile ci aspettano nel prossimo futuro. Ma non parliamo del nuovo secolo e neppure del decennio successivo, bensì solo di mezzo lustro. Cinque anni. È questo il tempo in cui IBM, il colosso informatico noto a livello internazionale, pensa di lanciare tecnologie che potranno rivoluzionare la nostra vita, il modo di lavorare, di relazionarsi, di monitorare la salute o, ancora, che renderanno visibile ciò che adesso non lo è. Idee geniali nate nell’ambito del progetto Ibm 5 in 5, finalizzato ad analizzare il trend della società e di mercato, comparandolo alle tecnologie emergenti, sviluppate dai laboratori di ricerca Ibm nel mondo.

Le 5 innovazioni tecnologhe sono complesse, perché riguardano ad esempio l’intelligenza artificiale, macroscopi che consentiranno di visualizzare la Terra nei minimi particolari, veri e propri laboratori di analisi racchiusi in un microchip, sensori che possono cogliere i livelli di inquinamento ambientale. Fantascienza? No, realtà. Perché c’è chi, queste cose ingegneristiche, sta per riuscire a realizzarle davvero.

 

1) Parole mentali

Nessun errore, non volevamo dire verbali ma proprio mentali. O meglio le due cose insieme. Infatti in Ibm si sta lavorando su un linguaggio particolare, quello dei colloqui in ambito psichiatrico, associandolo a tecniche di apprendimento automatico per provare a prevedere e monitorare l’insorgenza di patologie e/o disturbi mentali come le depressioni, le psicosi, la schizofrenia o i disturbi ossessivi. Ad oggi potrebbero essere sufficienti solo 300 parole ai medici e sanitari per stimare questi disagi, ma Ibm vuole andare oltre: cercherà infatti di capire l’efficacia di un'analisi attuata da computer cognitivi sul linguaggio scritto e orale, applicandolo alla malattia di Parkinson, di Alzheimer o alla malattia di Huntington, un disturbo post-traumatico da stress ed anche ai disturbi comportamentali, come autismo e ADHD, un disturbo da deficit di attenzione e iperattività. L’obiettivo è scoprire se specifici indicatori tra cui il significato, la sintassi e l’intonazione verbale, uniti all’uso di dispositivi indossabili e sistemi di diagnostica per immagini, possano completare, migliorare o dare informazioni in più sullo sviluppo, evoluzione e trattabilità delle malattie mentali.

 

2) Vista oltre l’invisibile

La nostra vista ha dei limiti: è infatti incapace di vedere a occhio nudo il 99,9 percento dello spettro elettromagnetico. Fino a oggi, perché Ibm sta cercando di realizzare delle tecnologie di hyperimaging che, combinate a strumenti di intelligenza artificiale, consentiranno di vedere oltre il dominio della luce visibile, allo scopo di rivelare informazioni preziose o potenzialmente pericolose. L’eccezionalità sta anche nel fatto che questa tecnologa sarà resa portatile: racchiusa cioè dentro uno smartphone, a un costo pare anche piuttosto modico sebbene non ancora reso noto. Qualche esempio? Fotografando un alimento sarà possibile conoscere il valore nutrizionale o la sua sicurezza, cioè l’assenza di particolari contaminazioni del cibo stesso, o anche le proprietà di un farmaco e i sui contenuti, fino a cose di ordine più pratico, come scovare aspetti illeciti di un assegno, non apparentemente visibili.

 

3) I macroscopi

Entro cinque anni potrebbero essere disponibili anche dei macroscopi, cioè un sistema di software e algoritmi capace di cogliere, organizzare e riunire dati complessi relativi alla crosta terrestre e ai suoi sistemi fisici. Ibm ha già iniziato ad analizzare queste informazioni nel 2012 e ora è a un passo dalla realizzazione di una tecnologia complessa in grado di indicizzare e correlare gli innumerevoli dati raccolti, ad esempio dai telescopi, in modo da poter prevedere le collisioni tra asteroidi o dare nuove informazioni sulla loro composizione.

 

4) Un laboratorio di analisi a portata di chip

La salute ha una importanza nanometrica, ovvero arriva fino alle informazioni racchiuse in componenti organiche dalle dimensioni infinitesimali. Tra queste le minuscole bioparticelle, anche migliaia di volte più piccole del diametro di un capello, che costituiscono i fluidi corporei. Un microchip di silicio presto fungerà da ambulatorio analisi portatile: sarà cioè capace non solo di separare e isolare bioparticelle fino a 20 nanometri di diametro facendo accedere a preziose informazioni (Dna, virus, etc.). Questa tecnologia in chip potrebbe essere concentrata in un dispositivo palmare, permettendo così di misurare rapidamente e regolarmente la presenza di vari biomarcatori, inviando poi i dati in streaming sul cloud, da casa propria. Inoltre queste informazioni potrebbero essere incrociate anche con dati sulla qualità del sonno, ad esempio, fornite da dispositive IoT o dagli smart watch, ed essere analizzati da sistemi di intelligenza artificiale. Utilità? Ricavare da queste bioparticelle isolate indicazioni sul possibile sviluppo di patologie importanti prima che si manifestino con sintomi specifici.

 

5) Contro l'inquinamento sensoriale

Avere un pianeta più pulito è l’obiettivo di una rete wireless di sensori Internet of Things, montati addirittura a terra o su droni volanti autonomi, e connessa al Cloud, capace di misurare e monitorare, in maniera intelligente, fonti e livelli di inquinamento derivanti ad esempio dall’estrazione del gas naturale. Ovvero in pochi minuti, anziché in diverse settimane come avviene attualmente, sarà possibile conoscere la presenza nell’aria di rifiuti tossici o di perdite gassose evitando così danni catastrofici ambientali o sull’uomo.

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