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Cocktail stories, il Mojito Il sapore di Cuba in un bicchiere

Cocktail stories, il Mojito Il sapore di Cuba in un bicchiere
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È proprio vero che a Cuba, ai suoi locali e ai suoi avventori, si devono molti dei cocktail che hanno fatto storia. Anche questa volta c’entra uno storico drink bar dell'ex arcipelago rosso dei Caraibi e uno scrittore, l'americano Ernest Hemingway, che ha contributo, insieme ad altri famosi compagni di bevute, a rendere noto al mondo una delle bevande più apprezzate di Cuba, ancora oggi la più popolare: il Mojito.

Se entrate a La Bodeguita del Medio a L’Avana, una delle cose che noterete è la celebre fase del nostro scrittore appesa alla parete, che gli appassionati del settore conoscono a memoria. Inizia così: «El mi mojito a La Bodeguita...»: poche parole che hanno reso cocktail e locale due vere istituzioni. Effettivamente questo è stato uno dei primi posti in città a servire questa bevanda della gente, trasformandola in un mito. La Bodeguita, fondata da un ungherese qualunque (tal Sepy Dobronyi) e inizialmente piccolo negozio di viveri, ha raggiunto la fama quando Angel Martinez la ritirò nel 1942 rendendola quello che oggi le guide indicano come una tappa obbligata nella visita della città.

 

Il Mojito

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La paternità originaria del Mojito, però, è un mistero come, del resto, anche il nome che porta, il cui significato si nasconde tra i dialetti popolari. Quel che è certo è che questo drink riesce come pochi altri a raccogliere, in un bicchiere, tutte le atmosfere assolate e placide delle architetture coloniali, dei sigari fumati sulle porte di casa, delle Cadillac sfreccianti uscite da cartoline sgualcite e del mitico Buena Vista Social Club. Sorseggiare un Mojito è già un viaggio a Cuba.

Le origini cubane sono schiette in questo drink, e in un certo senso riprende gli ingredienti fondamentali del Daiquiri (altro cocktail icona dell’Isola Caraibica). In questo caso, però, diapason che detta il profilo gustativo è la menta. Anzi, la hierba buena. La ricetta originale prevede infatti l’uso di questa particolare varietà di menta che cresce spontaneamente sulla coste di Cuba. La preparazione ha tutta la gestualità e il ritmo di una antica pozione magica. Il succo di un lime spremuto viene raccolto e miscelato delicatamente insieme allo zucchero di canna liquido. La menta, trattata con estrema cura, non deve essere né pestata né tanto meno triturata, basta un colpetto deciso tenendola tra le mani per far uscire gli oli essenziali. Una volta pronta si aggiunge, massaggiandola, nel bicchiere. Ghiaccio tritato, rum bianco cubano e una spruzzata di selz finale. Voilà! Un pezzo di cultura popolare-chic del XX secolo è servito.

 

Il Mojito Champagne del Toni

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Come potevano mancare le varianti di un drink così dissetante e famoso? Toni ce ne mostra una speciale e personale, elaborata dietro il bancone de Le Iris di Bergamo. La linea guida è quella di mantenere l’essenza e stravolgere tutto il resto, coniugando un drink molto alla moda con un prodotto raffinato e di classe come lo champagne. Alla base c’è sempre quel sapore assolutamente e tipicamente cubano: lime e zucchero di canna liquido. Poi, chiaramente, la menta a cui basta un clap (l’operazione di battitura delle foglie che dicevamo poc'anzi) per dare il meglio di sé, e il più celebre dei vini francesi. Questa volta però il rum deve starsene in disparte, perché poco ci azzecca con l’armonia degli elementi. Al suo posto una vodka più neutra, che non sovrasta il fine equilibrio di champagne e note balsamiche, e che irrobustisce il cocktail con un po’ spessore. Il tocco finale è una spruzzata di bitter homemade nebulizzato. Semplicemente: un Mojito Champagne del Toni.

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