I consigli di lettura di Libri di Sport La regola 18 di Paolo Mazzoleni

Libri di Sport è un nuovo progetto editoriale, giovane, fresco e moderno. Il suo obiettivo è raccontare quanto di meglio (o comunque di bello) offra la letteratura sportiva. Un settore che, negli anni, ha preso vigore e che è composto da una galassia di piccole realtà a cui Libri di Sport vuole dare visibilità. Sono recensioni di libri, sì, ma soprattutto consigli per letture più o meno conosciute, di grandi case editrici così come di piccole realtà italiane e straniere; grandi vite di campioni così come storie inedite che meritano di essere ricordate. Per questo BergamoPost ha deciso di riproporre ai suoi lettori alcuni degli articoli di Libri di Sport. Buona lettura.
"La mia regola 18" - Paolo Mazzoleni (con Giorgio Burreddu e Alessandra Giardini)
di Andrea RossettiTutti quanti indossiamo delle maschere. Piaccia o meno, succede. Questo non significa, però, dover apparire per forza di cose diversi da ciò che si è realmente. È la regola dell’apparenza, che a volte inganna ma spesso fa il novanta per cento del suo lavoro. Ed è anche di maschere che parla "La mia regola 18" (Edizioni Slam, 2019, pp. 233), la biografia scritta da Paolo Mazzoleni insieme ai giornalisti Alessandra Giardini e Giorgio Burreddu, coppia di fatto quando si tratta di raccontare storie di sport con già diversi altri libri all’attivo, tra cui "Non è mai finita", biografia dell’allenatore di basket Matteo Boniccioli, o "Vedrai che uno arriverà. Il ciclismo fra inferni e paradisi".
Una biografia a tutto tondo. Dicevamo delle maschere: quante ne deve indossare, ogni domenica, un arbitro? Tante, perché la prima cosa che conta, quando ti tocca tenere a bada ventidue ragazzotti, le panchine e talvolta pure il pubblico, è l’autorevolezza. E non c’è rottura di scatole personale che tenga, ché ai giocatori poco importa se hai litigato con la moglie o se papà non sta bene. "La mia regola 18" (le regole degli arbitri di calcio sono 17, ma Mazzoleni ne aggiunge una, tutta sua: il buonsenso. Da seguire sul campo come nella vita) parla anche di questo, visto che Paolo Mazzoleni è stato, per almeno un decennio, uno degli arbitri più noti e stimati della nostra Serie A. Ma non solo. Perché il libro di Mazzoleni è una biografia vera e propria, dove il calcio e i cartellini giocano soltanto un ruolo di contorno, una scena davanti alla quale, sul palco, si snoda tutta la sua vita, sin da quando era un bambino un po’ introverso e ombroso a cui del pallone, in fondo, interessava fino a un certo punto.
Una domanda che sorge spontanea. È in questa scelta narrativa che sta, allo stesso tempo, la forza e la debolezza de "La mia regola 18." Perché se, da un lato, ogni vita nasconde risvolti unici e pertanto interessanti, dall’altro viene spontaneo chiedersi per quale motivo un lettore si dovrebbe...