Cambiamenti domestici

Gli italiani comprano meno tv (la guardano comunque, ma non lì)

Gli italiani comprano meno tv (la guardano comunque, ma non lì)
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Gli italiani non comperano più televisioni. Il trend non è a livelli francesi, dove nei primi sette mesi del 2017 si è registrato un crollo del 46 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma l’emorragia è iniziata anche in Italia: il dato sui primi dieci mesi dell’anno è di un meno 10 per cento. Non è la prima volta che si è registrata una simile tendenza. Già il 2015 era stato archiviato con un meno 12 per cento sul 2014. Poi il 2016 aveva illuso tutti con una piccola ripresa del 3,6 per cento. Ma era una dato falsato dall’eccitazione per gli Europei di calcio con la sorprendente nazionale guidata da Antonio Conte che aveva fatto luccicare gli occhi a tutti. Dopo di che il calo è continuato, cambiando un po’ la fisionomia classica delle case degli italiani. E ora con l’esclusione dell’Italia dai Mondiali non c’è più nessuna speranza di un soprassalto per il 2018.

Un’altra ricerca condotta dall’agenzia Klaus Davi ha quantificato in 2 milioni gli italiani che avrebbero rinunciato alla televisione. Rispetto al 2012 sono aumentati di quasi 800mila unità, vale a dire del 63 per cento. Neppure l’uscita di modelli sempre più sofisticati, con rialzi modesti dei prezzi, hanno sostenuto il mercato. Il volume d’affari è calato, come per le vendite, in maniera pressoché costante (-11,4 per cento nel 2015, poi un piccolo rialzo, +5,6 nel 2016 e -5,8 del 2017).

 

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Cosa ne pensa Nicoletti. Ovviamente il fatto di non comperare più tv non comporta affatto che gli italiani non guardino più la tv. «La televisione può essere ancora assimilata la televisione al televisore? E ancora più nel dettaglio: i prodotti televisivi che non sono fruiti tramite un televisore possono ancora essere chiamati “televisione”?», si è chiesto Gianluca Nicoletti, grande ed eclettico esperto di comunicazione. E dopo aver posto la domanda Nicoletti ha dato anche una sua risposta, nella rubrica che tiene sul sito lastampa.it: «Sembrerà un puntiglio lessicale, ma è evidente che parlando di televisione parliamo di un concetto più che di una realtà. Quello che oggi è produzione d’immaginario sotto forma di telefilm, documentari, notiziari, reality show, format di programmi di ogni tipo, possiamo dire che transiterà ancora per qualche tempo, e solo in parte, in un oggetto convenzionalmente chiamato televisore. Verrà un giorno che il televisore come tale sparirà, come è sparita la radio, ed è sparito il telefono. Ce ne faremo una ragione e nessuno dirà: “vediamo che danno in televisione...”.  Perché verrà il giorno in cui la televisione sarà ovunque e sempre accesa come un diaframma tra i nostri occhi e il mondo che ci circonda».

 

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L'apparecchio televisore. In realtà l’apparecchio tv tradizionale continua a essere il leader tra gli schermi sui quali è possibile guardare contenuti televisivi: secondo i dati dell'Osservatorio Socialtv nel 2016, il 74 per cento delle persone usa sempre o spesso la tv principale dell’abitazione, soprattutto quando i tempi di visione superano l’ora. Inoltre la vecchia tv ha un vantaggio competitivo su tutti gli altri device. Un vantaggio che è difficile da colmare: la dimensione dello schermo. Pochi sono disposti a vedere film, sport e spettacoli ad alta attrattività su piccoli schermi anche un po’ scomodi.

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