I consigli di Laura Adele Feltri: guerra e rincari non intaccano il mercato della casa
L’acquisto di una abitazione è visto come un investimento sicuro. I tassi dei mutui sono saliti, ma non come si temeva. Cresce l’attenzione al “green”
Che cosa ci dobbiamo aspettare dal settore economico e, in particolare, da quello immobiliare al ritorno dalle ferie? Lo abbiamo chiesto a Laura Adele Feltri, esperta del settore, agente immobiliare. «Persistono dei fattori che non sono tranquillizzanti, a livello globale. Si pensava che la guerra sarebbe durata soltanto poco tempo e invece i cannoni continuano a farsi sentire fra Russia e Ucraina. L’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’inflazione fa prevedere un autunno incerto sotto tanti punti di vista. Comunque, fino a primavera inoltrata, il settore immobiliare aveva beneficiato di questa fase storica, che potrebbe continuare: il mattone è da sempre un “bene rifugio” nei momenti difficili, un po’ come l’oro».
Questo a cosa è dovuto?
«Il mercato immobiliare si è molto animato dopo la fine della prima ondata della pandemia. È iniziato un lavoro intenso di compravendita, di scambio, direi. Penso sia dovuto al fatto che tante persone, tante famiglie, abbiano verificato durante quei mesi delle nuove esigenze, abbiano maturato un loro concetto più autentico, più adatto a loro, di casa».
Ci può spiegare meglio?
«Prima della pandemia le famiglie decidevano di comprare una nuova abitazione per due motivi principali: l’ampliamento del nucleo familiare oppure il cambiamento della situazione economica; il lockdown ha aggiunto una terza motivazione, rivolta più all’idea di vivibilità della propria dimora. In generale, si è andati verso abitazioni magari meno centrali, ma più confortevoli, possibilmente dotate di un ampio terrazzo o di un giardino. E questo trend non si è fermato nemmeno con lo scoppio della guerra, ma anzi l’aumento dell’inflazione lo ha reso ancora più evidente».
Si è più disposti a fare un investimento immobiliare per poter acquisire uno stile di vita diverso?
«Il desiderio di migliorare la propria qualità di vita è un aspetto importante. Aggiungerei un altro elemento: tra il maggio del 2021 e quello del 2022, i risparmi sui conti correnti degli italiani sono cresciuti di 105 miliardi di euro a causa di uno stile di vita molto più “risparmioso”. Forse una parte di quei risparmi sono andati anche nel mercato immobiliare, hanno stimolato l’idea di cambiare casa».
Il rapporto di Assoproprietari ritiene che la corsa dei prezzi nelle grandi città subirà un rallentamento.
«È probabile. Agosto è stato un mese di acquisti ponderati e settembre credo sarà ancora un mese di investimenti immobiliari: l’idea che l’inflazione stia crescendo spinge la gente a investire in beni durevoli che poi possono anche venire messi a reddito con gli affitti. Bergamo si trova in una situazione privilegiata, è una città dove il flusso turistico cresce e ancora di più dovrebbe aumentare nel 2023».
L’andamento del mercato della casa è comunque legato a doppio filo alla possibilità di ottenere mutui sostenibili.
«Altro punto molto importante. Per ora il lieve rialzo dei tassi di interesse non ha scoraggiato gli acquirenti: i tassi sono comunque ancora molto vantaggiosi e scegliere un tasso variabile con tetto massimo consente ancora di accedere a mutui convenienti».
Il tasso fisso, se copre il settanta per cento del costo della casa, oscilla tra il 2,50 e il 3 per cento; il variabile tra l’1,25 e l’1,75 per cento.
«C’è stato un aumento, è vero. Questo potrebbe portare a un rallentamento delle richieste, oppure alla scelta di finanziamenti più bassi, ma non credo che, per adesso, la domanda di mutui per la casa possa diminuire in maniera significativa. Un altro elemento di interesse: gli acquirenti sono più sensibili alle possibili agevolazioni nei mutui “green” legati alla classe energetica dell’edificio; c’è l’orientamento ad acquistare appartamenti di classi alte, quindi meno “energivori”, anche per ottenere un mutuo a tasso migliore. La casa rimane comunque un bene rifugio, sopratutto in questo momento storico».
Ultimo aspetto importante: il superbonus.
«Molte imprese e famiglie hanno avviato lavori di ristrutturazione di casa e questo vuol dire che sul mercato, tra alcuni anni, troveremo immobili di maggior pregio. Una buona cosa per il mercato immobiliare. I lavori possono avere rallentato negli ultimi mesi, anche per la difficoltà di reperire i materiali e la manodopera. Ma le ristrutturazione vanno avanti e non credo che le difficoltà riguardanti il superbonus abbiano influito più di tanto».
Può spiegarci come è cambiata la clientela che si accosta al mercato immobiliare?
«Si è visto un aumento di acquirenti nelle fasce di età dai venticinque ai trentacinque anni, ma anche in quella dai trentacinque ai quarantacinque. Per la maggior parte si tratta di dipendenti a tempo indeterminato con livelli alti di professionalità lavorativa (rappresentano il 75 per cento del totale), a ruota seguono i lavoratori con partita Iva. Rispetto al 2021, è cresciuta la percentuale dei coniugati. Nonostante lo scenario geopolitico ancora difficile, le aspettative del secondo semestre 2022 rimangono positive».