I consigli di Laura Adele Feltri. Vendere la casa di famiglia per una più piccola e comoda
È l’orientamento di numerose persone anziane. Tengono gli investimenti su unità immobiliari da affittare anche come casa-vacanza
Tornati dalle vacanze, ripreso il lavoro e aperte le scuole ci si interroga sul bene primario della casa. Come stanno andando le cose, in generale e in particolare nella nostra città? Come si muovono vendite, acquisti, affitti? Risponde Laura Adele Feltri, agente immobiliare ed esperta del settore.
«Negli ultimi mesi, l’interesse per il mercato immobiliare è cresciuto, seppur lentamente, ma con un andamento costante, che ha visto aumentare le richieste soprattutto nel campo dell’affitto e in particolare nelle fasce dei giovanissimi e degli anziani. Per quanto riguarda acquisti e vendite, sono state numerose le trattative in cui persone anziane vendono appartamenti di buona metratura e cercano case meno impegnative. Le coppie e le persone anziane cercano appartamenti magari più piccoli, ma dotati di servizi importanti, a cominciare dall’ascensore, ma anche un minimo di demotica non guasta. E poi si guarda alla prossimità dei mezzi pubblici, alla portineria... Qualche volta gli anziani vendono casa e scelgono un affitto. Una volta era più facile che gli anziani restassero negli appartamenti di famiglia anche perché queste erano più numerose e poteva capitare di dovere ospitare i figli con il loro nuovo nucleo familiare. Ora è molto più raro. Il ricavato della vendita della casa di famiglia in parte viene utilizzato per aiutare i figli nell’acquisto della loro, per limitare l’uso del mutuo».
Questo scenario ovviamente riguarda la fascia media della popolazione, e la fascia alta?
«Per i possessori di un buon reddito e di denaro da investire tutto assume una connotazione differente. Chi si è rivolto in passato ai mercati finanziari già si sta interessando al mercato immobiliare per poter investire in qualcosa che sempre garantisce un buon reddito. E chi investe sceglie soprattutto unità immobiliari nelle zone centrali, magari appartamenti da riqualificare per poi affittarli».
Si può parlare di una ipotetica bolla immobiliare? C’è chi paventa questo scenario come uno spauracchio.
«I prezzi sono saliti negli ultimi tempi e credo che questo autunno si profili come un momento cruciale. Tutto dipenderà da come si reagirà all’aumento dei tassi di interesse e al rialzo dei prezzi partendo dai beni di prima necessità per arrivare al caro benzina».
Può approfondire questo aspetto?
«Questi aumenti hanno reso l’accesso al finanziamento immobiliare più difficoltoso, hanno creato un po’ di preoccupazioni e invitato alla prudenza. In questo momento dove tutto è incerto (tranne le spese mensili) si potrebbe andare incontro a una diminuzione nella domanda di abitazioni; prevedo nella città di Bergamo un trend di compravendite ancora costante con un leggero calo, ma non uno stop al mercato immobiliare».
Come si comporteranno i bergamaschi secondo la sua esperienza?
«Come dicevo, l’aumento dei tassi di interesse e la crescita dei prezzi hanno impresso un impatto negativo sulla capacità e sulla volontà di spesa quindi anche i bergamaschi tenderanno a ridurre un po’ gli investimenti, ma non rinunceranno all’acquisto della casa, pensata in modo da ridurre le altre spese, ad esempio scegliendo luoghi strategici, vicini ai servizi, alle scuole, se si hanno figli, tanto per dire. Il comparto affitto sarà appannaggio dei giovanissimi e della terza età, mentre chi mette su famiglia o si troverà nella fase in cui i figli diventano grandi manterrà il desiderio di una casa propria. E si chiederanno ancora mutui, anche se con prudenza».
Si è parlato molto della discesa dei prezzi immobiliari in Paesi come Svezia, Germania e Olanda, questo secondo il suo parere solleva interrogativi sulla stabilità complessiva del settore?
«Ovviamente questi eventi sono significativi, ma direi di leggerli senza eccessiva preoccupazione, perché l’italiano presenta uno schema mentale e uno stile di vita diverso, più incline alla casa di proprietà, è una tradizione tutta italiana».
Gli scenari continuano a cambiare.
«Dopo il lockdown inaspettatamente si è vista una crescita del mercato delle seconde case, che stava spegnendosi. E abbiamo avuto un’impennata del turismo in Italia, adesso si nota lo sviluppo di un turismo low-cost di pochi giorni, i cosiddetti week end lunghi. O addirittura si scelgono mini-vacanze in giorni infrasettimanali. Sono scenari che cambiano. E la casa non fa eccezione, oggi c’è più consapevolezza nelle scelte, dettate dai cambiamenti economici e dai mutamenti familiari. L’idea che una casa sia per sempre è ormai tramontata. Comunque si nota un’attenzione particolare al mercato degli affitti anche da parte di chi ha la possibilità di investire: si preferiscono gli affitti ai prodotti finanziari, per esempio. Per quanto riguarda Bergamo basta guardare a quanti investono in una seconda casa da mettere a reddito come casa vacanze. Assistiamo a un vero boom. Del resto, chi investe vuole investire bene, con prudenza, ancora più che in passato. E le case costituiscono ancora un buon investimento, sia che ci vai ad abitare, sia che decidi di metterle a reddito».