La recensione

La serie "Fallout" su Amazon e il suo futuro post-apocalittico: «La guerra non cambia mai»

I personaggi si muovono, cercando di restare umani, in quel che resta dell'America del 2296, devastata da una guerra nucleare

La serie "Fallout" su Amazon e il suo futuro post-apocalittico: «La guerra non cambia mai»
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di Mattia Cortese

Una serie tratta da un videogioco è una bella scommessa: invece Fallout, che ha debuttato lo scorso 10 aprile su Amazon Prime Video, ha centrato l'obiettivo, attirando l'interesse di un vasto pubblico. Tant'è vero che, nel giro di poco tempo, ha raggiunto il primo posto tra i suoi dieci titoli più visti in Italia.

Un mondo da ricostruire

La storia è ambientata nel 2296 in un futuro post-apocalittico, risultato della guerra atomica del 2077 tra gli Stati Uniti e il blocco comunista, costituito da Cina e Unione Sovietica. Miliardi di persone sono morte, alcune in superficie sono sopravvissute, mentre i discendenti di chi si è rifugiato, prima del conflitto, nei bunker venduti dalla Vault-Tec, vivono separati dall'esterno. Proprio una di loro, Lucy MacLean (Ella Purnell), a un certo punto è costretta ad avventurarsi all'esterno, per poter ritrovare il padre.

Subito, però, si renderà conto che la realtà là fuori è più complicata di quanto si aspettasse tra predoni, creature mutanti, radiazioni e fazioni che si contendono la Zona Contaminata. Nel suo viaggio, verrà in suo aiuto Maximus (Aaron Moten), uno scudiero della Confraternita d'Acciaio, ma dovrà anche fare i conti con un cinico ghoul, un mutante, vestito da cowboy.

Narrazione incalzante e relativismo morale

Interessante il continuo rimando tra gli eventi attuali della storia e quelli dei flashback precedenti alla guerra nucleare, in cui Cooper Howard (Walton Goggins), attore di film western a Hollywood, comincia a sospettare che il sogno americano, venduto dalle grandi corporation, non sia tutto rose e fiori. Allo spettatore il compito di fare i collegamenti giusti, scoprendo anche la relatività di bene e male e gli effetti di un capitalismo senza freni, che usa la scienza per attuare il suo delirio di controllo.

L'uscita di questa prima stagione, in un periodo storico come quello che stiamo vivendo, ha un tempismo quasi perfetto. Ci mostra quanto sia difficile restare umani, nel tentativo di ricostruire una civiltà che non esiste più e ostacolati dai combattimenti di gruppi opposti, che cercano di ottenere il potere distruggendo gli altri. Del resto, come dirà uno dei personaggi, «la guerra non cambia mai».

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