Un design eco-friendly

Lampade di cartone e altre magie La delicata poesia di Cartunia

Lampade di cartone e altre magie La delicata poesia di Cartunia
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Quasi 6 miliardi di metri quadrati prodotti ogni anno in Italia, per un totale di oltre 10 miliardi di scatole. 61 kg consumati all'anno pro capite, solo per limitarci al nostro Paese. Una diffusione e un impiego impensabili da quando fu inventato e brevettato a metà del 1800. Fatto di carta, ma tutt'altro che fragile, il cartone è sempre stato e continua ad essere un protagonista della nostra quotidianità. Se prima questo materiale si usava solo per imballaggi, scatole, contenitori, adesso mostra il suo lato estetico entrando nelle case, negli uffici, nei negozi sotto forma di oggetti, complementi, mobili. Nuovo protagonista di paesaggi domestici all’insegna della sostenibilità. Povero, ma elegante. Leggero, ma solido.Economico, ma duraturo. Multifunzionale. Capace di vivere a lungo, di seguire i cambiamenti della vita delle persone, e per questo riutilizzabile con facilità e in modi differenti.

Bene. Ora, andiamo oltre l’identità del cartone stesso, sperimentando nuovi linguaggi, coniugando il rispetto per la natura con la creatività del design. Così questo materiale acquista una nuova dignità, in un approccio orientato a concepire un mondo in cui estetica ed eco sostenibilità possano felicemente convivere.

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Un trend che ha coinvolto anche Mario Mazzocchi, architetto bergamasco appassionato di design. La sua storia è simile a quella di tanti che un giorno hanno deciso di reinventare la propria vita, soprattutto professionale. L’idea che sottende l’attuale azienda Cartunia Design nasce da un’intuizione che risale a 20 anni fa, quando l’architetto Mazzocchi realizza un allestimento per la fiera di Milano in grado di rappresentare l’essenza delle comunità montane. Deve mettere in mostra la cultura del territorio, ma i mezzi economici sono quelli che sono. Così, in un guizzo creativo, prova ad utilizzare un materiale poco oneroso, modulabile in varie altezze, versatile e capace di trasformarsi in eventuale superficie espositiva.

Perché il cartone ha un carattere ambivalente, flessibile, ma resistente. È quasi  testardo. Col cartone si lavora un po’ come gli scultori e i grafici: bisogna prima avere in testa l’idea tridimensionale dell’oggetto, per poi progettarla in modo bidimensionale e foglio su foglio. Questo desiderio di “fare”, di costruire, plasmare i materiali, mettere in moto una fantasia creativa, unendo basso impatto ambientale, eco-compatibilità e un design al contempo originale e funzionale rimane però assopito per anni. In effetti, vent’anni fa anni fa sarebbe stata un’idea bizzarra, utilizzare il cartone come materia prima al posto di legno e plastica.

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E poi, tre anni fa, la svolta. Mario coinvolge un’azienda che produce cartone ignifugo vegetale e decide di utilizzarlo per progettare pezzi d’arredamento. Il primo esemplare è una poltrona. Poi lancia un’intera linea di mobili dal layout semplice e ingegnoso, che combina funzionalità e forma, leggerezza e solidità. Leggerezza come valore primario sia in termini di fisicità che d’impatto ambientale. Ma l’architetto non è ancora soddisfatto. E un giorno, all’improvviso, si accende la vera illuminazione. L’idea che renderà Cartunia Design portavoce di un codice genetico ben definito.

Così, nascono Lina la Gallina, Otto lo Squalotto, Licio il Micio e tanti altri animali ideati per stimolare la creatività dei bambini e la curiosità degli adulti. Mese dopo mese, complice la fantasia e il lavoro sinergico che ha unito la capacità artigianale ad un nutrito bagaglio “visivo” e culturale, la squadra di animali raggiunge quota 15. Le lampade più magiche diventano Origami, un tributo all’antica arte giapponese di piegare la carta per creare infinite storie. Storie che si prestano ad essere forgiate in un’interpretazione più contemporanea del design come Moka, il grattacielo luminoso dal quale sgorga la luce, creando suggestivi giochi di rimandi e scenografie oniriche. E alla fine, le creazioni Cartunia entrano nelle vetrine della nostra città (si possono trovare nello shop Q30, in via Quarenghi 30), presenziano nelle fiere di tutto il mondo e si prestano persino ad essere customizzati da artisti di fama internazionale, nel prossimo futuro.

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