Nei canali di Amsterdam

Le incredibili barche del futuro che si guidano da sole. E poi...

Le incredibili barche del futuro che si guidano da sole. E poi...
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È ormai diventata di dominio pubblico l’esistenza della tanto discussa Google Car: un auto che utilizza una serie di strumentazioni che le permettono di avere un controllo della guida totalmente autonomo. Pochi sanno però che questo self-diving (così si definisce tecnicamente la guida autonoma) è stato applicato anche ad altri mezzi di trasporto.

Il nome: Roboat. Esiste infatti un progetto sviluppato dal famoso MIT (Massachusets Institute of Technology) , una delle più importanti istituzioni nel campo della ricerca ingegneristica, fisica e chimica, in collaborazione con l’AMS (Advanced Metropolitan Solutions), che ha in cantiere di testare alcune piccole imbarcazioni auto-guidate per i canali di Amsterdam. Il progetto è stato chiamato Roboat, una suggestiva unione fra il termine robot, che richiama la parte di automazione, e boat, ovvero il termine inglese per indicare una barca. In piena concordanza con la teoria della “fuga di cervelli”, a guidare questa ricerca è uno scienziato italiano, Carlo Ratti, docente appunto del MIT, che spiega come questo progetto non debba essere letto quale semplice tentativo semplificazione del trasporto di merci o persone all’interno di queste città, ma a un più ampio concetto di Smart City.

 

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Come sono fatte e come funzionano. Per capire questo termine è bene andare ad analizzare le potenzialità delle barche in questione: grazie a questa tecnologia si potrà sviluppare una comunicazione logistica molto più veloce ed efficace, che non dipenda da un timoniere fisicamente presente sul posto. Ma la funzione auspicata da Ratti consiste nell’utilizzo di questo strumento per creare «un’infrastruttura temporanea e dinamica che assolva a funzioni come quelle di un ponte o di un palco, in grado di assemblarsi o smontarsi in poche ore». Tutto ciò è possibile grazie anche alla forma di queste barche che, a differenza della Google Car, non richiamano le tradizionali imbarcazioni ma assomigliano a piccole zattere quadrate che permettono una vasta scelta di composizioni. Le opzioni non finiscono però qui: i Roboat possono essere impiegati anche come strumenti di monitoraggio per le condizioni delle acque, arrivando addirittura alla capacità di pulire le stesse dagli agenti inquinanti.

 

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Un utilizzo particolare. Ben più particolare, e legata ad Amsterdam, è l’idea del professore dell’AMS Arjan van Timmeren, che ha spiegato come attraverso questa tecnologia si possa anche risolvere il problema delle 12mila biciclette che ogni anno devono essere rimosse dai circa mille chilometri di canali della capitale olandese. Il progetto ha avere una durata di circa cinque anni, tempo in cui queste piccole barchette scorrazzeranno per i canali. I fondi stanziati per l'operazione ammontano a circa 25 milioni di euro. Ovviamente il progetto verrà testato nella capitale europea, ma l’idea è quella di ampliare i suoi luoghi di utilizzo sia a città lagunari molto simili (come Venezia o Stoccolma), sia a quelle non attraversate da canali ma da altri corsi d’acqua.

Insomma, in un'era in cui la tecnologia fa passi da gigante, anche le città, grazie a queste innovazioni stanno diventando un vero e proprio organismo, in grado di rendersi facili e comode alle persone che le abitano.

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