Una storia di famiglia

L'Osteria della Villetta a Palazzolo Per mangiare come una volta

L'Osteria della Villetta a Palazzolo Per mangiare come una volta
Pubblicato:
Aggiornato:

«Non ci sono più le osterie di una volta» dice qualcuno, lamentandosi della svolta modaiola di alcune insegne che si sono adeguate ai tempi, tradendo irrimediabilmente la tradizione. Eppure per tutti i nostalgici esiste almeno un indirizzo sicuro dove ristorare lo spirito e lo stomaco: l’Osteria della Villetta a Palazzolo sull’Oglio.

 

 

Una storia di famiglia. Gli elementi ci sono tutti: un meraviglioso edificio liberty, una storia familiare lunga quattro generazioni e un ambiente che ricorda vecchie fotografie in bianco e nero e che, in più di un secolo, ha raccolto le stratificazioni accumulate. Oltre a un sincero spirito di accoglienza che risalta in ogni gesto.

L'oste. E soprattutto c’è un oste, che è quello che restituisce agli avventori il vero genius loci di un locale, accoglie, serve e consiglia. Maurizio ha un piglio innato per questo rito, sa interpretare le volontà dei suoi ospiti e (momento migliore) non si risparmia quando a fine cena c’è da avvicinare una sedia al tavolo e scambiare qualche battuta, magari stappando una buona bottiglia di vino. È addirittura fondamentale quando bisogna sceglier cosa mangiare.

osteria 02
Foto 1 di 8
osteria 03
Foto 2 di 8
osteria 04
Foto 3 di 8
osteria 05
Foto 4 di 8
osteria 06
Foto 5 di 8
osteria 07
Foto 6 di 8
osteria 08
Foto 7 di 8
osterie
Foto 8 di 8

Il menù. Il menù c’è ma è molto più bello farsi spiegare le proposte della casa direttamente da lui, che oltre ai piatti saprà raccontare anche qualche aneddoto. Cominciare si deve con un piatto di salumi misti, tra i quali spicca il salame nostrano affettato al coltello, magari accompagnato da un calice di Franciacorta. Proseguendo è obbligatorio assaggiare il piatto con il tris di pesce di lago preparato secondo le vecchie ricette della cucina, poi c’è la zuppa di cipolle e la lingua con la sala verde. È bello notare come qui anche un semplice piatto di gnocchi di patate al burro e salvia riesca, pur nella sua squassante semplicità, a riempire di gioia il palato dei commensali. Si continua con le animelle appena scottate in padella, o con le famose polpette della casa preparate ancora con la ricetta dettata dalla mamma dell’oste. Il finale è dichiarato fin dalla partenza: un tagliere di formaggi accompagnato da un piatto di peperonata e infine, un memorabile gelato alla crema e halva. Tanto basta per essere felici.

Seguici sui nostri canali