Il diario di una commessa

Il misticismo da grigliata è maschio Ammirano i barbecue come totem

Il misticismo da grigliata è maschio Ammirano i barbecue come totem
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Da brava commessa, il giorno di ferragosto ho pensato alle mie colleghe lavoratrici e ho fatto una piccola ricerca. Vediamo quanti supermercati sono aperti oggi. Be’, è peggio del previsto: tutti. Del resto, cosa mi aspettavo? Le serrande non si abbassano più nemmeno per il compleanno di Gesù, figuriamoci per una banale passeggiata della Madonna verso il cielo. Così a Ferragosto siamo tutti al lavoro. Come ogni festa, anche il ferragosto ha la sua psicosi; so che anche voi ne siete stati colpiti, è inutile che nascondiate la costina nella tasca.

La grigliata. A ferragosto si deve grigliare, non importa cosa e non importa se piove. È una questione d’onore, il maschio alfa di casa deve abbrustolire qualcosa il 15 di agosto, pena la condanna a un anno di vegetarianesimo. Da che mondo è mondo, la griglia è una cosa da uomini. Quando la moglie si mette d’accordo con la vicina per fare una grigliata insieme, i due maschi capibranco si guardano con occhi solenni. Poi prendono rispettivamente le due consorti e dicono: «Donna, tu no preoccupare di fuoco, pensare io». Da una settimana prima dell’evento il supermercato si riempie di uomini in preda al misticismo del braciere. La commessa li riconosce subito, il maschio alfa e il suo gregario che spinge il carrello. Si aggirano nel reparto giardino e ammirano i modelli nuovi di barbecue come se fossero dei totem. Ore e ore spese a valutare non so bene che cosa, dato che la meccanica della griglia è immutata dal paleolitico. Ma forse sono una femmina e non posso essere iniziata ai misteri del barbecue. Comunque dopo quarti d’ora passati in preghiera, scelgono e caricano nel carrello il modello prescelto.

 

 

Accendere il fuoco. Ora sorge il problema di accendere il fuoco. Ed è qui che veramente si mette alla prova la valenza del fuochista. La carbonella. Il metodo più comune ed economico, che a noi profani sembra banale. Ne compri un sacco, lo accendi e dopo un po’ inizi a cuocere. Fine. «No donna, è per questo che tu non deve maneggiare barbecue». Mentre rifornisco il reparto giardino mi accorgo che esistono almeno dieci tipi di combustibile diverso. Carbonella standard, carbonella pregiata, carbonella certificata da foreste del Canada, carbonella aromatizzata, carbone vero, bricchette di carbone, bricchette per cotture lente, carbone per flambè, carbone Inferno, carbone che non scuoce. La differenza non l’ho capita. Osservando con quanta sicurezza però i sacerdoti della costina vengono e afferrano un sacco o l’altro, credo si tratti di una questione di fede. Mio nonno usava questa per grigliare copertoni in trincea. Vietato cambiare, i bambini vengono istruiti al mantenimento ferreo delle tradizioni.

Il capitano della griglia. Poi nel reparto arriva lui. L’anziano grigliatore, che nonostante i novantasei anni non ha intenzione di cedere il posto a nessuno. Di fronte a lui gli intenditori di carbonella si aprono come le acque del mare, perché lui, signori miei, griglia a legna. Punta deciso verso i sacchetti di legna, li carica nel carrello e se ne va via trionfante; alcuni dei maschi presenti si inginocchiano al suo perduto sapere.

 

 

La scelta della carne. Una volta allestita la base di cottura, è il momento di pensare al cibo. Il maschio previdente sa che la carne a ferragosto diventa preziosa come in tempi di carestia. Si dirige così verso il reparto macelleria, svaligiando letteralmente i frigoriferi. Sappiate che siete responsabili dell’uccisione di mandrie intere. Carrelli stracolmi con tutti i tagli possibili e immaginabili, dal maiale alla mucca passando per il manzo e tornando al mammuth. L’importante è grigliare. Ma carne, che a Bergamo grigliare pesce non sta bene. Già se ti fai vedere con un petto di tacchino sulla brace sei passibile di pubblico ludibrio.

Perché siamo aperti? Ma se tutto questo avviene con largo anticipo, (perché il maschio alfa se si fissa su una cosa non ha altro pensiero) perché i supermercati sono aperti anche il 15? È una domanda a cui solo recentemente mi sono risposta. Una delle motivazioni è, diciamocelo, la scarsa propensione all’organizzazione dei signori maschietti. Maniaci della griglia, perfezionisti della carbonella e maghi della costina; ma il pane? Non c’è strinù senza pane. E anche nel caso in cui loro si fossero ricordati, sul pane la moglie ha diritto di parola. «Non vorrai mica mangiare il pane del giorno prima?». Ed è per questa nuova psicosi sul fresco, care le mie colleghe commesse, che noi ci troviamo a lavorare nei giorni di festa con l’assalto mattutino ai reparti alimentari. Non vorrete mica mangiare le cose di ieri... Ma come ha fatto la nostra specie a sopravvivere fino a oggi mangiando per secoli le cose comprate e poi messe in dispensa? Assolutamente non va bene, e poi che figura ci fate con i vicini? Non importa se poi il latte che bevete è stato munto un mese fa, l’importante è comprarlo il giorno stesso, così è fresco. E il marito ubbidiente allora si mette in coda il 15 agosto, lottando per i suoi panini freschi. Ops, ve l’ho mai detto che i forni sono chiusi a ferragosto? Ma non ditelo a vostra moglie.

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