Da una ricerca della Nottingham University

È ufficiale: gli occhiali da sole ci fanno più belli e misteriosi

È ufficiale: gli occhiali da sole ci fanno più belli e misteriosi
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Alcuni non riescono a tenerli per più di venti minuti, altri non ne possono fare a meno. Sta di fatto che ormai gli occhiali da sole non sono più un optional, ma sono un accessorio indispensabile, che permette di essere più trendy e di seguire la moda del momento. C’è stato il periodo del modello a goccia lanciato da Tom Cruise nel film Top Gun, seguito dai grandi modelli dalle lenti nere che coprivano buona parte del nostro volto. Per non parlare dei Rayban lanciati dai Blues Brothers. I modelli disponibili oggi sul mercato sono un’infinità. Per tutti i gusti e per tutte le tasche. Ma perché non appena appare un raggio di sole la gente non esita a sfoderare i propri occhiali? Forse perché con questo accessorio sembriamo e ci sentiamo più belli? Qualcuno ha provato a rispondere a questa domanda. L’ha fatto Vanessa Brown, quarant’anni, docente di moda e design alla Nottingham University, Gran Bretagna. Con un saggio dal titolo Cool Shades.

La ricerca. Nel corso dei suoi studi Vanessa Brown ha analizzato migliaia di foto, pubblicità, film e cataloghi ed è arrivata alla conclusione che esiste una relazione culturale e psicologica tra l’indossare gli occhiali e l’essere cool. Secondo la Brown, gli occhiali da sole renderebbero il viso simmetrico e siccome la regolarità dei lineamenti è una delle prime percezioni della bellezza, l’uso degli occhiali aiuterebbe a coprire eventuali difetti. Oltre che a garantire un pizzico di mistero. Già, perché lo sguardo è un’immensa fonte di informazioni e il contatto visivo permette di elaborare un giudizio sull’intelligenza e sulla sincerità, e sottrarsi da tutto ciò rende meno vulnerabili, sostiene Vanessa Brown. Dietro gli occhiali da sole tutti siamo imperscrutabili e inconoscibili.

Breve storia degli occhiali da sole. Anche se venivano già usati dai dogi veneziani nel Settecento, gli occhiali da sole si diffusero nei primi anni del XX secolo. Erano indossati in particolar modo dagli attori del cinema muto. La scelta di portare occhiali da sole non era però dettata da motivazioni estetiche o da esigenze di privacy, bensì dal fatto che questa categoria aveva continuamente problemi di arrossamento degli occhi, provocati dalle lampade che venivano utilizzate sui set cinematografici. L’introduzione su larga scala degli occhiali da sole iniziò nel 1929, negli Stati Uniti, per opera di Sam Foster, fondatore della Foster Grant Company. Foster ebbe un notevole successo vendendo occhiali da sole ai bagnanti che affollavano le spiagge di Atlantic City, nel New Jersey. Un anno più tardi, l’Air Army Corps chiese all’azienda Bausch & Lomb di progettare degli occhiali da sole per ovviare ai problemi agli occhi degli aviatori, causati dalla luce ad alta quota. Furono quindi elaborati occhiali da sole dotati di lenti che assorbivano le gradazioni di giallo, le maggiori responsabili della difficoltà di visione.

Nel 1937 fu depositato un brevetto per occhiali da sole pensati essenzialmente per i piloti di alta quota. Il prototipo venne chiamato Ray-Ban Anti-Glare. Dal prototipo si passò poi al modello che sarebbe diventato il più famoso e utilizzato del mondo: parliamo dei celeberrimi Ray-Ban Aviator. A partire dagli anni ’60, grazie al boom economico, al cinema e alla pubblicità, la diffusione degli occhiali da sole ha conosciuto un’inarrestabile crescita. Adesso esistono i più disparati modelli, le cui forme e colorazioni seguono sia le tendenze della moda sia criteri più meramente funzionali.

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