Quelli dei calciatori e...

Pensieri segreti di una commessa Chi compra libri al supermercato

Pensieri segreti di una commessa Chi compra libri al supermercato
Pubblicato:

Anche se agosto è quasi finito, per molti le vacanze iniziano proprio adesso. Le tanto agognate ferie, dove l’80 per cento dei bergamaschi non vuole fare niente. L’obiettivo è assumere una tintarella pesante, che se per caso si nuota un po’ troppo al largo c’è il rischio di venire rimpatriati in Congo. Quindi quelle sedici ore di lettino al giorno non ce le toglie nessuno. Prima di partire il turista previdente si organizza in modo tale da non doversi più spostare dalla spiaggia nemmeno per un secondo. E si sa, tutti in vacanza vogliono leggere. Devono leggere «perché finalmente hanno tempo». Non fa niente se a casa non hanno un libro nemmeno per sbaglio; che ne so, uno di quelli in regalo con la Gazzetta, un rimasuglio delle medie, una Bibbia dei testimoni di Geova che era infilata nella cassetta della posta. Fa niente, in ferie l’intellettuale che è in loro si sfogherà e fagociteranno libri su libri.

I libri al supermercato. Dovete sapere che una regola non scritta stabilisce che i libri estivi non si possano comprare in libreria (forse per una sorta di timore reverenziale verso i libri per tutte le stagioni), ma si debbano acquistare soltanto nei reparti libreria dei supermercati. Il nostro vacanziero quindi si avvicina agli scaffali dopo aver fatto la spesa e butta le sue letture nel carrello tra una crema solare e i Tuc (tipicamente consumati in ogni vacanza che si rispetti). Cercare libri nei supermercati, ve lo devo dire da accanita lettrice, è un po’ come cercare di mangiare una pizza a Parigi. Non è che non si trovi, però sarebbe meglio non trovarla. Comunque il nostro cliente vacanziero si avvicina allo scaffale.

I libri dei calciatori. Se è un uomo sarà irresistibilmente attratto da qualche libro-intervista del calciatore del momento. Prima o poi tutti i più famosi decidono che la loro vita è un fulgido esempio di virtù e quindi degna di essere pubblicata (se basta tirare calci a una palla, la prossima volta che qualcuno mi importuna la sera prendo bene la mira e poi scrivo un bel trattato di perle di saggezza). È solo questione di attendere il vostro campione preferito. Si capisce subito per quale squadra tifano e questo li rende molto decisi sulla loro scelta, togliendo me dall’impaccio di consigliarli e addirittura fingere approvazione sull’acquisto di tali opere.

 

 

I finti amanti dei thriller. Diverso, invece, se l’uomo in questione è uno da thriller. Libri che tengono sul filo del rasoio e con cui si possono vantare agli occhi delle loro fidanzate per il coraggio esibito nel leggerli a mezzanotte. Eh sì, perché i grandi thriller dell’estate hanno la pretesa di essere paurosi e psicologici. Con finezze che indagano la psiche umana come nemmeno Freud, e tutto mentre state sotto l’ombrellone con un occhio chiuso e uno puntato sul sedere della vostra vicina di lettino. Ma gli uomini in questione vogliono darsi un tono e quindi dopo un quarto d’ora di contemplazione dei ben cinque titoli a disposizione, chiamano la commessa con l’aria di chi sta per valutare l’acquisto di una villa. «Lei legge?», chiedono sorridendo come venditori di lozioni per la calvizie. La commessa in questione (putacaso io), che magari è laureata in lettere, spende metà dei suoi introiti in libreria e legge anche mentre fa le pulizie di casa, lo guarda per due secondi meditando se essere offesa o divertita. Decide poi di divertirsi e risponde: «Ogni tanto, ma soprattutto riviste». «Mi saprebbe consigliare lo stesso uno di questi libri? Non so se sono il suo genere». Sottinteso: «Non so se una donnetta come te può sostenere il peso emotivo di un romanzo di tale calibro».

Ovviamente la commessa non ha mai aperto uno di quei romanzi nemmeno per sbaglio, ma la trama sarà più o meno la stessa in ognuno. Qualcuno di terribilmente solo o sofferente uccide tutte le donne/i bambini/i baristi che incontra attribuendo all’omicidio un significato mistico, ma il furbo protagonista del romanzo (che ha perso il lavoro/non dorme mai/ha preso congedo illimitato per stare dietro ai folli) sarà smascherarlo rischiando di farsi uccidere due o tre volte. Alla fine comunque nessuno viene redento e vai con la sedia elettrica, poiché pare che gli Stati Uniti abbiano un surplus di assassini da scriverci sopra intere collane. Dai titoli possiamo capire se l’autore ha voluto dare una sfumatura gotica, e in tal caso ci sarà sicuramente la parola “morso” o “sangue”, atmosfere psichiatriche con le parole “inferno” e “prigione” o atmosfere amorose con le originali parole “donna” e “amore ” abbinate a “buio” e “abisso”. La commessa ne decanta uno a casaccio, tirando a indovinare e il bellimbusto se ne va soddisfatto di aver impressionato una pavida commessa. Poi però arriva la sua fidanzata.

Seguici sui nostri canali