Pensieri segreti di una commessa Davvero la vacanza all inclusive?

Nel centro commerciale ci sono molto spesso, tra gli altri negozi, le agenzie di viaggio. Credo di non averne mai varcato la soglia in vita mia. Motivo numero uno: mi è sempre stato detto che costa di più perché giustamente nessuno vuole lavorare gratis e quindi l’agenzia la devi pagare. Perciò, visto che il portafogli è sempre magro, evito come la peste le commissioni di agenzia. Motivo numero due: mi piace viaggiare nell’imprevedibilità e quindi ho poco gusto nell’organizzare vacanze dettagliate. So già che disattenderò il programma. Motivo numero tre: i viaggi che voglio fare io nessuna agenzia li tiene tra i pacchetti e l’operatore potrebbe anche rifiutarsi di organizzare, che ne so, la traversata dei Balcani a dorso di mulo. Quindi ero convinta già dieci anni fa che le agenzie fossero destinate a sparire. Dai, una volta che la generazione dei miei nonni passerà a lidi letteralmente paradisiaci, chi ci andrà più in agenzia? Invece mi sbagliavo. A quanto pare la mia smania da valdimagnina che smanetta su internet per “tenere a mano” quei cento euro non è così diffusa. Le agenzie sono gremite di clienti, anche giovani.
Mi avvicino alla vetrina sbirciando dentro per capire che cosa spinge una coppia di trentenni a entrare in agenzia per immaginare le sue ferie. I volantini sponsorizzano sempre le stesse mete, da ormai decenni. Niente, la gente non vuole andare in altri luoghi che Sharm El Sheik, Zanzibar, Marsa Alam, Rodi, Lanzarote, Mykonos, Formentera e, da sempre e per sempre, Ibiza. Punto. Un intero planisfero a disposizione, ma quando si parla di ferie tutta l’umanità perde la capacità di immaginazione. Si ritroveranno tutti lì, gli stessi che oggi lavorano qui. Decido però di entrare e fingere di aspettare il mio turno per osservare ciò che avviene in questo luogo a me ignoto. Tutte le operatrici sono donne. Be', questo è subito spiegato: penso alle doti organizzative di qualche sporadico collega maschio e penso che nessun uomo potrebbe mai organizzare un viaggio per filo e per segno. Come minimo prenoti l’Egitto e ti ritrovi a Pechino senza visto. Al banco di fronte a me c’è una coppia di signori prossimi alla pensione che stanno prenotando una vacanza al mare. Vogliono un posto all inclusive. Tutto compreso, anche le caramelle per l’alito. Credo verosimilmente che la cucina dell’albergo sia internazionale, e perciò livellata su un gusto assolutamente occidentale. Forse forse la cosa più tipica che possono mangiare sono veramente le caramelle che prenderanno al bar. Vanno in aereo, e credo sia la prima volta.
«Dovete solo essere all’aeroporto alle ore 8, poi pensiamo a tutto noi». «Ma quando arriviamo come andiamo all’hotel?». «Ci sarà un autista con un cartello che vi recupererà e vi caricherà sul pulmino». «E come riconiscerò il mio hotel?». «Dal nome...?». «E la mia camera avrà il balcone?». «Tutte le camere di questo hotel hanno un balcone». «E dal mio balcone si vedrà il mare?». «Richiederò vista mare». «Ma non voglio alberi davanti»... Insomma, sono sempre gli stessi clienti che da me vengono a cambiare una scarpa perché ha una perlina scollata e che qui vengono pretendendo di scegliere anche il meteo. Continuo a origliare: i due alloggeranno in un hotel che organizza escursioni. Vogliono rendere memorabili le ferie e raccontare agli amici che loro hanno vissuto lo spirito del luogo. Stanno pianificando ogni giorno di vacanza, uccidendo così per sempre lo spirito di avventura. Ci sono escursioni avventurose per lui e romantiche per lei (che a quanto pare le farà scegliendo un avventore in loco, visto che lui giocherà a essere Indiana Jones). Alla fine lui sceglie un'escursione in un vulcano e un’immersione con un sottomarino. Lei vuole invece cenare sull'isola sperduta e fare un percorso sensoriale cromatico. Potrebbero fare le stesse cose in altre venti mete tra quelle esposte, ma loro sono convinti della tipicità della loro vacanza, che hanno il coraggio di chiamare viaggio.
Alla fine stipulano anche un’assicurazione sugli imprevisti, tipo morsi di serpenti velenosi o naufragi su isolotti o infortuni. Belli sicuri e soddisfatti si alzano, stringono la mano alla signorina stremata e se ne vanno. Sono annoiata al pensiero di questa loro vacanza, ma posso comprendere che magari, con l’età, uno voglia stare comodo e non abbia voglia di pensare al viaggio. Ma questi due ventenni che mi passano davanti che scusa hanno?