Pensieri segreti di una commessa «Dica, di che taglia il preservativo?»
Vorrei parlarvi oggi di un argomento, anzi di un reparto, molto piccante. Anche al supermercato ormai si trovano preservativi, lubrificanti e affinità. Tutto molto più semplice, l’imbarazzo sull’argomento viene gestito in scioltezza. Uomini, gioite! I vostri acquisti sono ora molto più facili. Vi viene evitata l’onta di dovervi presentare in farmacia e dichiarare davanti al farmacista (ancora peggio se donna) che avete una vita sessuale protetta, niente più taglie o richieste particolari, niente più rimorsi perché non state procreando. Si va al supermercato, si prende il prodotto e poi si paga, udite udite, alla cassa automatica! Sembra un sogno. Ma è davvero così?
Un'orbita larghissima. Come commessa (e come donna del 2017) non provo nessun imbarazzo nel rifornire il settore dei preservativi. Ma non posso dire altrettanto dei nostri evolutissimi clienti uomini. Sono ingolositi dalla prospettiva di fare i loro acquisti intimi in privato, e sono incentivati dall’obbligo coniugale che impone loro di fare la spesa finché morte non li separi. L’uomo che deve comprare i preservativi inizia a gravitare attorno allo scaffale “hot” con un’orbita che quasi circumnaviga l’ipermercato intero. Parte dal panificio, stringe il cerchio nel settore liquori, getta un occhio da lontano e transita per il reparto bio e infine si apposta vicino alle creme antirughe. Si avvicinerà allo scaffale solo se davanti non c’è nessuno e se nessuna femmina è visibile nel raggio di tre scaffali. Noi commesse li vediamo fingere di essere interessati ai balsami per ricci nonostante le loro visibili stempiature e allora capiamo. Stanno attendendo il momento propizio. Quando si sentono pronti scattano con il carrello e aguzzano la vista per cercare di afferrare la scatola in modo che sembri totalmente casuale. Ma ahimè, non è così semplice.
Tutti i gusti più uno. La commessa che allestisce lo scaffale sa. Non basta dire “preservativo” per capirsi. Al di là delle taglie, che sono sempre motivo di grande cordoglio/orgoglio (in percentuale 70 per cento/30 per cento), l’industria degli anticoncezionali maschili si è sbizzarrita. Antiallergici, anatomici, aromatizzati alla frutta, fluorescenti per le notti buie, invisibili, senza lattice, ritardanti, acceleranti, con cambio automatico, confortevoli, scomodi per tenerla sulle spine, astringenti, per pianificazione familiare (con annesso un consulente economico gonfiabile). Almeno cinque ripiani di scatoline colorate appaiono davanti agli occhi del nostro timido acquirente sessualmente attivo.
Il panico e il dubbio. La crisi di panico inizia. La prima fase è l’immobilità. «Se sto fermissimo sarò invisibile», pensa lui. Peccato che gli acquirenti del supermercato non siano tirannosauri e dopo un minuto di paralisi inizino a preoccuparsi. La seconda fase è fingere consapevolezza. Con piglio sicuro afferra una scatola e si mette a leggere il materiale sul retro. Noi commesse non aspettiamo altro; mandiamo avanti la nostra collega più attraente, che casualmente passerà lì dietro per generare in lui un po’ di pressione psicologica. Inesorabilmente (o forse per uno studiato schema di marketing, non lo saprete mai) lui ha sicuramente in mano i “piccoli misura XS”. La commessa a questo punto passa di lì sventagliando i capelli e il nostro cliente passerà così alla terza fase, ossia il recupero della dignità perduta. Lancerà via la svilente scatola e rovisterà alla ricerca di una taglia più consona alle sue aspirazioni. Non la trovano mai, anche perché di taglie XL sugli scaffali ce ne sono sempre poche e sempre in posizione nascosta (per il completamento della legge di marketing di cui sopra).
La sconfitta finale. Allora si rivolgono coraggiosamente alla collega di prima, che nel frattempo sta fingendo di sistemare i lubrificanti (che tanto non compra mai nessuno perché parrebbe un’onta) e cercando di recuperare terreno. «Mi scusi, sto cercando dei preservativi». «Davvero, signor Lapalisse? Pensavo volesse acquistare palloncini di compleanno», pensa la commessa dietro un battito di ciglia che viene sempre mal interpretato come tentativo di malia. «Di che tipo?». A questa domanda scatta l’ultima fase, quella della figura barbina. Il nostro scaltro cliente ha uno slancio di autostima e inizia azzardando la frase: «Quelli per grandi...».
Ma poi si accorge che dietro lo scaffale ci sono altre commesse, che guarda caso stanno sistemando proprio quel reparto, e che ci sono poi altre donne nell’ipermercato e nel mondo intero. La sua autostima ripiomba nell’abisso e con lo sguardo cerca frettolosamente una parola che possa completare la sua frase. «...Per grandi quantità!», esclama con convinzione. Si accorge solo quando ormai ha finito che la commessa gli sta porgendo una scatola che era proprio davanti al suo naso e che per giunta ha anche una faccia non proprio convinta. Il povero maschio non tornerà mai più a comprare una scatola di preservativi, ed è per questo che la prossima volta ci manderà la moglie. Ma forse per la sua immagine virile è anche peggio.