Spese senza senso

Pensieri segreti di una commessa La corsa agli armamenti per l’ultimo

Pensieri segreti di una commessa La corsa agli armamenti per l’ultimo

Passato il Natale, senza un attimo di respiro, sono iniziati i preparativi per il 31. Già da settimane tra amici e parenti aleggiava la fatidica domanda: «Cosa fai tu all’ultimo?».

Litri di alcol. Il quesito esistenziale ha tormentato perlopiù i giovani, che si sono affannati a organizzare feste in luoghi ameni come la casa in montagna raggiungibile solo con un ponte di corde o la capanna nel bosco della strega di the Blair Witch project. E quale luogo migliore di un paese abbandonato dove i telefoni non prendono per sbronzarsi senza ritorno? Nell’ultima settimana dell’anno i supermercati rimpinguano la corsia degli alcolici con tutte le scorte di magazzino che non sono riusciti a vendere bene precedentemente. Non importa cosa sia, basta che contenga alcool e sarà acquistato da qualche banda di ventenni desiderosi di distruggersi il fegato. Quando vedi arrivare un carrello spinto a sette mani da un branco di goblin ciondolanti, è meglio che ti affretti a rifornire lo scaffale della vodka. Non ho mai compreso fino in fondo questa tradizione, né perché se uno vuole bere alcolici debba aspettare proprio il 31 dicembre e proprio di essere in un rifugio sull’Everest, ma la spietata legge del mercato insegna: se il cliente vuole alcool, tu gli dai alcool.

 

 

Le schifezze per “asciugare”. Dopo aver comprato almeno dieci litri di Sambuca a testa, il branco passa al reparto cibo, con cui spera di “asciugare” il tutto dopo. Patatine, cracker, biscotti secchi, wurstel e pandoro. Se c’è un salutista nel gruppo, potrebbe azzardarsi a suggerire un salame stagionato, giusto per non mangiare solo schifezze. Niente pasta? No certo, perché in queste magioni da sogno dove i ragazzi si apprestano a trascorrere la notte dell’ultimo o forse anche più notti, non sempre c’è il gas. Ma forse è per scaldarsi che stanno acquistando una tanica di grappa. Se la berranno o se la useranno per bruciarci i mobili, questo è un mistero che leggeremo solo sulla pagina di cronaca del due gennaio (il primo dell’anno non escono i giornali).

Lenticchie e zampone. Tuttavia anche per i meno giovani è sicuramente in atto l’organizzazione della serata; è meno impegnativa del Natale, ma comunque non si può fare brutta figura. Tutti i signori che non hanno ricevuto un cesto di Natale in dono, entrano in questi giorni decisi nel supermercato in cerca di zampone e lenticchie. Non può mancare zampone e lenticchie. E se sulla dimensione dello zampone possiamo sorvolare, che tanto non tutti lo mangiano, sulle lenticchie non si transige. Per tutto l’anno i clienti medi manco si avvicinano al reparto dei legumi, ma in questa settimana vanno più del pane. Portano soldi, no? E quindi via, carrelli pieni di lenticchie per far iniziare l’anno nuovo con grandi squilli di tromba.

 

 

Le mutande, e che siano rosse. Si continua ad osservare anche l’antica tradizione di indossare qualcosa di rosso e qualcosa di nuovo, meglio se biancheria intima e meglio se imbarazzante e che non vorreste mettervi nemmeno a carnevale. Di biancheria rossa di notevole pregio ne ho vista parecchia, ma di solito è sui manichini delle boutique o sui cartelloni pubblicitari. Fine. Di certo non la indossano le due simpatiche sciure che stanno ribaltando il cestone dei calzini antiscivolo e di certo non la comprerete al supermercato. Ma la tradizione va rispettata anche da chi non ha il physique du rôle della modella di Intimissimi. Anche da voi, cari mariti e fidanzati; pensate di sfuggire al boxer rosso con la renna di Babbo Natale proprio lì? Di mostruosità ce n’è per tutti, dalla canotta a stecche col pizzo per nonne osé alla mutanda con scritto “happy new year” a mo’ di targa per camion dei trasporti speciali.

 

 

La corsa agli armamenti. Mi permetterete poi di concludere parlandovi di un altro inspiegabile delirio che non è strettamente legato al centro commerciale, ma di cui sicuramente sarete partecipi. La corsa agli armamenti. Le case degli italiani si trasformano in polveriere; ho visto padri spendere la tredicesima in botti e fuochi d’artificio facendo a gara con il vicino per chi faceva più rumore. Sì perché pare che la fisima dei bergamaschi, più che la spettacolarità e la bellezza dei fuochi, sia il casino. Il botto, puro e assordante. Padri e figli sono alla spasmodica ricerca della bombetta più potente, o più strana. Con due micce, con miccia corta, con polvere ritardataria, con esplosione potenziata, con colpo a catena, con accensione a tempo, con accensione spontanea, effetto domino, effetto stereo, effetto attacco aereo… e più sono al limite del legale, più ti fanno salire nella classifica degli artificieri del vicinato. Non si bada a spese per questa primordiale esibizione da tribù. E se poi avete anche una tóla da far saltare in aria rischiando di sparare schegge negli occhi di tutti i presenti, allora sì che potrà iniziare bene il vostro nuovo anno!