Come fossero bambini

Pensieri segreti di una commessa La follia di viziare chihuahua &co.

Pensieri segreti di una commessa La follia di viziare chihuahua &co.
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Da qualche tempo ho notato la crescita esponenziale degli acquisti di articoli per animali. No, ho sbagliato incipit. Da qualche tempo ho notato la crescita esponenziale della follia nell’acquisto di articoli per animali. Il reparto all’interno dei vari supermercati si è espanso a dismisura, per non parlare dei vari maxistore indipendenti. E io che pensavo bastassero una cuccia, una ciotola e un guinzaglio per avere un cane. O un banale tira graffi per il micio. Potrei venire multata per maltrattamento di animali.

Ma stanno parlando di bambini? A volte di sfuggita capto conversazioni di quelle che credo essere madri apprensive e amorose: «Il mio Ubaldo ha bisogno di un cappotto per l’inverno», «Fifina si rifiuta di mangiare la pappa, allora le devo cucinare qualcosa di diverso»; fino a quando qualcosa le tradisce, come la frase: «Ieri Sansone ha proprio fatto i capricci, ha abbaiato tutta la notte». Allora mi immobilizzo, e cerco di capire se il pargolo in questione ha disturbi psichiatrici o se stiamo davvero parlando di un cane. Mi giro, e la signora ha una borsa al braccio contenente un esemplare di razza vagamente canina che sicuramente fa vergognare tutti i suoi antenati fino al Pleistocene. Stiamo davvero parlando di qualcosa che vagamente ha a che fare con un cane, e ne deduco quindi che anche tutte le altre signore stanno parlando di animali. Non voglio essere razzista, sicuramente tu, che vieni a comprare per il tuo gatto il condominio del graffio o il drone a forma di passerotto per stimolargli la caccia, non stai bene.

 

 

Coi fiocchetti rosa. Ma il culmine, ne converrete con me, lo raggiunge la padrona del cane, più spesso del cagnolino. Più spesso ancora del cagnolino odioso che voi schiaccereste sotto un bancale di oggetti pesanti. La suddetta adorabile “mammina”, come amano definirsi nei confronti dei loro cagnetti, si presenta con l’essere al guinzaglio. Vestito di rosa, con i fiocchetti sulle orecchie e un campanello sulla coda o ancora peggio dentro a una borsa apposita che si tiene con l’avambraccio e in nessun altro modo. Se io fossi un cane, a cui hanno fatto credere fino a oggi di avere una parentela con il nobile lupo, mi suiciderei. Ho già subito lo smacco di essere un cane vestito, perché poi di rosa? Perché con i fiocchetti? E soprattutto, perché allora mi chiamo Sansone?

 

 

La pappa d'oro. Incuranti della dignità del cane, si ostinano a cercare l’ennesimo articolo, l’ennesima carne ricercata per i loro animali. Requisito fondamentale: deve costare come oro. Si avvicinano al commesso. Mentre la signora spiega che ha bisogno di una pappa speciale per le coliche del suo caro animaletto, il suddetto inizia ad abbaiare con la stessa frequenza sonora dello stridio del gesso sulla lavagna. E mentre il ratto urla, il povero commesso illustra tutta la gamma di pappette alla cara signora, che trova sempre però una pecca. «Troppo commerciale», «Contiene metalli pesanti», «Non ha abbastanza vitamina X» fino anche ad arrivare a «Il mio cane è vegetariano». Non sto scherzando. Il povero venditore viene quasi costretto a vendervi delle palline di naftalina spacciandole per cibo gourmet. Per dare la giusta fin... nutrizione al cucciolo del demonio che sta abbaiando da quando vi ha visto.

 

 

Lo shampoo per lui e per lei. Passate le fisime sulla pappa, la padrona premurosa passa quindi a procurarsi lo shampoo. Il commesso prova a risparmiarsi una faticosa ricerca: «Hanno aperto una nuova toelettatura qui vicino! Perché non la prova?». «Ma sta scherzando? Io e Sansone abbiamo già la nostra toeletta di fiducia (ah, ecco perché quei capelli), e anche in quel caso io porto sempre da casa il mio shampoo. Abbiamo la pelle delicata». Sorvolando sul plurale inquietante che me la fa immaginare dentro a una vasca da toeletta veterinaria, vorrei dire alla padrona di turno un paio di cosine. La prima: se credi che esista un qualsiasi tipo di shampoo in commercio che non sia industriale e/o chimico come il DDT, ti invito a smettere di leggere le riviste degli animalisti e iniziare con le etichette dei prodotti. La seconda: se il canide Sansone potesse scegliere, si rotolerebbe nel letame fino all’infarto. Prova a considerare l’eventualità di cambiare marca di shampoo. Ti consiglio “Eau de vache”.

Il trasportino. Ho assistito anche alla scelta di un trasportino, che per un cane secondo me equivale alla gogna in piazza. Scommetto che gli altri cani, se fossero a portata, urinerebbero su di lui. «Eh, ma il mio tesorino è troppo piccolo e si stanca/me lo schiacciano». Cara signora, non è colpa di nessuno se lei ha scelto di acquistare, con gran dispendio di soldi, un cane imparentato con un criceto. Si tratta semplicemente di sanissima selezione naturale. O come direbbe il mio collega del maxi zoo, giustizia divina.

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