Pensieri segreti di una commessa Le scene della Festa della Donna

Donne, avete festeggiato? L'8 la nostra festa, un po’ dappertutto ci sono stati fatti auguri e gentilezze; piacevole, perché no? Nei centri commerciali è impossibile dimenticarsi di questa ricorrenza. Giorni prima siamo stati invasi da quintali di mimose recise. Uno sterminio di cespugli, un’ecatombe vegetale. Ogni anno mi stupisco della quantità di fiorellini gialli che vengono offerti in sacrificio per la festa della donna. Interi ettari di foreste di mimosa che ogni anno si immolano per la nostra felicità momentanea.
Il panico del 7 sera. Tutti i fiori vengono sempre venduti, specialmente la sera del 7 marzo, quando orde di mariti e fidanzati si accorgono di essere a rischio di sfuriata. Il collega/il benzinaio/il venditore di rose al semaforo che ha cambiato merce, o più spesso la mamma, ha ricordato loro che il giorno dopo c’è una ricorrenza per cui sarebbe carino regalare un mazzetto di fiori (nello specifico mimose). Con l’implicito consiglio materno di ricordarsi che anche una madre, a quanto sembra, è una donna e quindi dovrebbe usufruire di questo benefit annuale. Il panico maschile si instaura dalle 17 in poi. I più fortunati e precoci possono accaparrarsi addirittura dei mazzetti con rose rosse e mimosa, sublime composizione ormai immutabile da circa 25 anni (mio padre è sempre stato premuroso, le acquista sempre in tempo).
Gli ultimi arrivati. Se proprio vogliono esagerare, afferrano anche una confezione di cioccolatini che le commesse hanno sapientemente disposto in un bancale sottostante le mimose (a prova di maschio medio). Se il vostro compagno esce dal lavoro dopo le 19, non avrete mai questi cioccolatini poiché il bancale sarà vuoto e per la nota difficoltà genetica del maschio a individuare oggetti all’interno di una scaffalatura più complessa di numero due ripiani, non reperirà mai i baci Perugina nel reparto dolciumi. Per gli avventori ritardatari rimarranno semplici mazzetti di mimosa, via via più piccoli più si avvicina l’orario di chiusura. I mazzi più grandi iniziano a essere smembrati verso le ore 20, quando la solidarietà maschile si esplicita con la condivisione degli ultimi omaggi vegetali rimasti sul mercato. Alle 20.30 gli ultimi disperati stanno rastrellando i pallini gialli caduti a terra vicino agli espositori per incollarli poi su uno stuzzicadenti lungo e simulare che in fondo si sono ricordati del regalo.
Gli slogan per l'occasione. Comunque, al di là dei gesti galanti dei nostri maldestri cavalieri, anche il centro commerciale ormai approfitta di queste ricorrenze per cercare di riempire le sue gallerie. Quale giorno migliore infatti per ricordare alle donne che sono donne perché amano lo shopping ossessivo-compulsivo? Più di un cartello incitava tutte quante noi a farci forza del nostro genere attraverso le compere. «A tutte le donne, festeggiate con noi!». Ironia della storia. Se non capite quale sia l’ironia, vi invito a cercare la vera storia di questa ricorrenza (no, non si tratta solo dell’incendio in quella fabbrica di New York.) Quando poi l’avrete scoperto, sarete molto più gentili con la commessa che vi vende i cioccolatini. «Chiama le tue amiche! L’8 marzo vieni a fare shopping!». Evidentemente solo io ho amiche fuori dal coro che preferiscono attraversare il deserto sulle ginocchia piuttosto che ficcarsi in un centro commerciale in un giorno in cui tutti ci vorranno andare. Nessuna delle mie amiche degeneri è venuta nemmeno a trovarmi al lavoro; forse una volta riunite tutte insieme in un negozio non avremmo resistito alla spinta atavica del nostro cromosoma X e avremmo comprato tutto fino ad esaurimento bancomat.
E poi, la torta. Nel rispetto del cliché, e visto che ormai i centri commerciali stanno aperti anche fino alle 24, mi aspetto per l’anno prossimo (in fascia oraria non protetta) una batteria di cubi con altrettanti spogliarellisti unti sopra. Sempre per farci forza e dimostrare che anche noi possiamo essere guardone, ma solo per una sera all’anno. Tuttavia ci sono anche aspetti positivi di questo 8 marzo da shopping center. Molte direzioni offrono una fetta di torta a tutte le donne che transitano per la gallerie del centro. Una enorme mimosa (da mangiare questa volta) viene fatta portare per merenda e tanti maggiordomi, rigorosamente uomini, ci offrono un piattino fino a esaurimento scorte. Me ne prendo due fette: una come donna, e una come commessa consapevole della storia.