Allergia all'inchiostro

Pensieri segreti di una commessa Totalmente persi al reparto libri

Pensieri segreti di una commessa Totalmente persi al reparto libri
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Poniamo il caso invece che il vostro amico che compie gli anni sia uno degli esseri umani che ancora amano leggere. Perfetto, regaliamogli un libro! Il nostro cliente con il portafoglio in mano entra raggiante in libreria perché finalmente si toglierà questo peso dalla coscienza e farà un regalo decente. Dopo i primi tre metri però il suo passo rallenta, come se stesse camminando su Giove, e giunto in mezzo alla libreria si ferma immobile. Mi fanno quasi tenerezza, gli amici degli accaniti lettori che tentano di scegliere un libro; così sperduti in mezzo alla giungla della carta stampata, in preda al dubbio.

Il cliente che legge. Da commessa esperta posso dirvi che tutti i clienti in cerca di un regalo si dividono in due categorie. Se il cliente è a sua volta un lettore, tenterà di riprendersi dallo sconforto affidandosi ai suoi pilastri personali. A lui piace la fantascienza e conosce perfettamente tutti i migliori autori sulla piazza. Afferra con decisione una saga di settecento pagine e si dirige deciso verso la cassa. Sembra che tutto stia per finire nel migliore dei modi quando viene investito da un flash: al suo amico piacciono i romanzi d’amore. Legge solo testi con percentuale di romanticismo da Romeo e Giulietta in su.

 

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Torna allo scaffale e passa in rassegna tutti i libri di fantascienza cercandone almeno uno che contenga una storia d’amore, anche marginale, ma niente. A questo punto inizia a vagare da uno scaffale all’altro in cerca di qualcosa che faccia al caso suo. La commessa lo vede afferrare qualche classico a caso, che ovviamente lui mai ha letto né leggerà. Dopo tre ore si è sparato tutte le quarte di copertina della libreria ma ancora non ha deciso che libro comprare.

E perciò fa una cosa che prima o poi tutti abbiamo fatto. Un’azione che è la vittoria assoluta del dio del commercio e la sconfitta del gusto critico e della dignità letteraria di un’opera. Si dirige al banco dei “più venduti” che tutte le librerie hanno in prima fila (e che ogni lettore degno di questo nome evita sempre persino con lo sguardo) e afferra il primo libro pieno di cuoricini che trova. Se lo leggono tutti, andrà bene anche a lui. Va in cassa e paga. Le commesse lettrici osservano sempre un minuto di silenzio tutte le volte che un libro del primo banco viene venduto.

 

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Il cliente che non legge. Tutta un’altra storia se invece il cliente che varca la soglia non legge (e molto spesso non legge nemmeno le etichette quando fa la spesa, si affida ai colori come gli insetti). Appena entra in questo habitat per lui sconosciuto viene sopraffatto da tutti quegli oggetti nuovi. Rimane incastrato sul primo banco, ma poi si ricorda che il suo amico/a legge molti libri e quindi non può rischiare di comprarne uno così famoso. Perciò fa un giro rapido della libreria sperando che succeda come quando fa shopping di magliette e passando tra gli appendiabiti ne nota una color fluo che lo attira. Scopre però ben presto con rammarico che non esistono libri fluo e che non è in grado di distinguere nemmeno il genere letterario di quello che accidentalmente ha in mano.

Gli gira un po’ la testa (sì, come quando vai in montagna e c’è poco ossigeno) e quindi pensa di rivolgersi a una commessa. «Scusi, ho bisogno di un libro». Davvero? L’assenza di risposta lo porta ad aggiungere: «Per un mio amico, eh». Tranquillo, non avrei mai creduto che fosse per te nemmeno se me l’avesse giurato Umberto Eco. La commessa però, che deve essere gentile ma deve anche punirlo per rispetto ai suoi principi morali dice: «E di che genere?». Pupille dilatate e paralisi degli arti. So che dentro di sé si sta chiedendo: «Ah perché i libri possono essere maschi e femmine?». «Non saprei». Ma allora siete proprio amiconi.

 

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Purtroppo però la commessa deve fingere di voler aiutare qualsiasi essere umano entri nel negozio. «Si ricorda qual è l’ultimo libro che ha letto?». Dai, un titolo. Almeno una parte di esso. «Uno con una copertina azzurra e un bambino sopra». Come spiegare a un diversamente alfabetizzato che le copertine possono variare e che molto spesso in una stessa libreria ci sono più copie dello stesso libro con copertine differenti? Come spiegare poi che esisteranno almeno venti libri azzurri con sopra dei bambini? E come spiegare che regalare un brutto libro è peggio che regalare una maglietta fluo? «Non si ricorda nemmeno l’autore?». Lui scuote la testa. E figuriamoci.

«Gli piacciono romanzi d’avventura? Gialli? Horror?». «Gialli. Però ne ha tanti, vorrei qualcosa di particolare». La commessa allora si attiva per trovare qualcosa di insolito che non sia troppo difficile (giacché vista l’amicizia con il suddetto cliente non ci si aspetta che l’amico sia un fine pensatore) e finalmente recupera ben due titoli da scegliere. Il cliente li guarda intensamente per cinque minuti (che penso sia il tempo necessario a lui per leggere i titoli e le sinossi) e poi storce il naso. «Di libri ne ha già tanti, mi sa che gli regalo un cd». E vi lascia lì, sole con le grida degli autori passati che vorrebbero accecarlo con l’inchiostro.

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