La prima serata

Sanremo in grigio, ma ascolti boom

Sanremo in grigio, ma ascolti boom
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Sanremo in grigio con ascolti boom. È questa la sintesi della prima serata del Festival in formato Claudio Baglioni. Il grigio è quello della terza età che ha tenuto banco sul palco e in platea. Un Festival su misura anni in su. Il principe di questa Italia si è confermato proprio Baglioni, con quella presenza che non mancava di una certa solennità e conseguente rigidità. Profilo perfetto di un Paese a cui piace enormemente stare nel solco dolce dei sentimenti e della tradizione.

 

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Fiorello tira su il morale. Baglioni ha avuto l’intelligenza e anche la fortuna di portare sul palco la sua antitesi, cioè Rosario Fiorello. Anche lui ormai con più di un capello grigio, ma forte di una verve irresistibile. A lui è toccato il compito di scongelare un Festival dalle giunture un po’ arrugginite. Non si sa quanto Fiorello avesse preparato il suo show, che del resto si è allargato oltre il programmato. Certo ha mostrato una grande forma e questo è servito a sbloccare rigidità dovute all’emozione (Hunziker) o al carattere compassato (Baglioni). Poteva bloccarsi nel confronto con Rosario, Pier Francesco Favino, che invece ha risposto alla grande, conquistando sempre più simpatia con l’avanzare della serata. Si è notato subito, comunque, che Fiorello aveva una gran voglia di fare il mattatore sul palco dell’Ariston. I risultati di sono visti (52 per cento di share, Carlo Conti battuto) e non è detto così che non lo si riveda per la serata finale. Lui certo sembra aver una gran voglia di tornare e non sembra proprio che la sua vena rischi di esaurirsi.

 

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Lunga vita al passato. Anche sul palco è andata in scena un’Italia d’altri tempi. A partire dal mitico maestro Giuseppe Vessicchio che è tornato a dirigere l’orchestra dopo aver disertato le ultime edizioni. Il pubblico lo ha accolto con un’ovazione, a dimostrazione di come il Festival viva di una memoria propria. È che quindi scavando nel passato si vince sempre. Abbiamo rivisto Ornella Vanoni, un mito di 84 anni, che ha cantato con un filo di emozione. La voce non è più quella di una volta, la telecamera si è tenuta educatamente alla larga evitando dolorose zoomate. Ma il mito è sempre un mito: basta che respiri e ci si emozioni. Aveva la sua età anche l’incredibile ballerina che ha concluso la performance degli Stato Sociale. Si chiama Paddy Jones, è inglese, nata nel 1934, ma ha giunture elastiche come quelle di una ragazzina. L’abbiamo vista, un po’ increduli, fare volteggi folli tra le braccia del suo partner. Molto più brillante e giovanile lei del complesso che avrebbe dovuto semplicemente accompagnare e a cui alla fine ha rubato la scena...

 

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Tra gli ospiti non poteva mancare Gianni Morandi, che ha l’aria da ragazzo ma va per i 74 anni. C’è invece chi l’età la sente, come Roby Facchinetti e Riccardo Fogli, ex Pooh che si sono presentati in coppia, con l’aria un po’ sgualcita (e la voce anche...). Non è andata molto meglio a Red Canzian, anche lui fuoriuscito dal gruppo. Difficile per tutti loro liberarsi dall’aria di pensionati della canzone. Infine, c’è chi si autoproclamato vecchio e ha deciso di venire a Sanremo per il rito d’addio. Sono quelli di Elio e le Storie Tese. La loro canzone, bizzarra come da copione, però è la dimostrazione che stanno facendo una scelta saggia: la bizzarria non è più quella esilarante di una volta. Si sente aria di un’esperienza che avanza trascinandosi. Meglio sciogliersi e sperare in un arrivederci...

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