Sei buoni motivi per cui gli stranieri dovrebbero studiare l'italiano
Raccontare l’influenza della cultura anglo-americana sulla nostra è facile. Meno scontato è invece spiegare il processo inverso, l’influsso che l’italianità riesce ad esercitare su culture nettamente più forti in questi anni. Ma qualcosa c’è, evidentemente: si può parlare di cucina, del mito inossidabile del Made in Italy (spesso sfruttato da altri con l’italian sounding), della sacralità quasi inaccessibile per gli inglesi delle ricette del nostro caffè; si possono citare articoli disparati che elogiano le nostre città d’arte e così via. Ma c’è un aspetto della nostra identità nazionale che forse non viene mai citato in questi contesti: la lingua. L’idioma di Dante e Petrarca è particolarmente ostico per gli anglofoni, tutto pieno di regoline difficili (nello scritto spesso anche per gli italiani), eccezioni, forme irregolari, coniugazioni verbali complesse.
Babbel. Ma c’è comunque qualcuno che tenta di convincere gli anglofoni a studiare l’Italiano. Si tratta del sito Babbel, fondato in Germania nel 2007; con 260 collaboratori e corsi in 14 lingue, è oggi un grosso fenomeno dell’e-learning, l’apprendimento attraverso internet. Spinti anche da motivi commerciali, quelli di Babbel hanno pubblicato sul loro Magazine un articolo in cui si elencano i motivi per cui uno straniero (soprattutto se di lingua inglese) dovrebbe mettersi a faticare per apprendere la più bella delle lingue neolatine. In realtà, a dispetto delle difficoltà, le persone che studiano l’Italiano non sono così poche: un paio di anni fa è uscita la notizia che la nostra è la quarta lingua più studiata al mondo. Scopriamo allora quali sono i motivi per cui dovrebbe essere studiata ancora di più.
1) La pronuncia semplice
La prima motivazione è decisamente pragmatica. La pronuncia dell’Italiano è più semplice rispetto a quella dello Spagnolo o del Francese. Certo, un inglese dovrà lottare per imparare a pronunciare la “r” in modo vibrante come facciamo noi oppure per imitare perfettamente i nostri meravigliosi suoni (sono loro a dirlo, eh), ma almeno non dovrà litigare con le pronunce blese dello Spagnolo o con «il mistero delle consonanti scomparse» del Francese. In Italiano la pronuncia è fedele alla forma scritta.
2) Capire meglio l’Inglese
Studiando la nostra lingua, un anglofono trae beneficio anche nella comprensione del suo stesso idioma. Infatti l’Inglese possiede molte parole romanze (grazie all’invasione normanna) che spesso compongono una fascia elevata della lingua. Studiando l’Italiano un ragazzo londinese potrà fare esercizio con parole che da noi sono comuni, ma la cui versione inglese è particolarmente altisonante e colta: ad esempio cospicuo (conspicuous), tremendo (tremendous), orrendo (horrendous), innocuo (innocuous), mellifluo (mellifluous), e mendace (mendacious). Oltre a questo, il parlante inglese potrà distinguere meglio il lessico di origine germanica da quello di origine latina.
3) Capire il cibo
Veniamo ora a questioni più… di pancia. Come noi fatichiamo a capire le pubblicità in inglese, così loro sbattono la testa sui menù degli onnipresenti ristoranti italiani. Ovviamente il prestigio della cucina italiana è enorme e tutti conoscono i piatti in questione, ma sapendo l’Italiano si possono comprendere i “doppi” significati di termini come pasta all’arrabbiata, pasta primavera, le farfalle, la carbonara e tantissimi altri. O ancora, si potranno declinare correttamente singolari e plurali: «One panino» e non «One panini», «Salame» e non «Salami», «Two cappuccini» e non «Cappuccinos».
4) Il linguaggio non-verbale
La lingua Italiana sarebbe incompleta senza i gesti che sono spesso motivo d’ilarità nei nostri confronti (chi ha detto Belgio?). E invece anche gli inglesi farebbero bene a sciogliersi un po’ e iniziare a comunicare anche con lo sguardo, coi gesti delle mani, con la postura e la prossemica. L’ideale sarebbe fare conversazione con un madrelingua italiano, così sì che imparerebbero davvero tanti gesti simpatici.
5) Diventare più vivaci
Molti studiosi di lingue dicono di sviluppare lati diversi del carattere a seconda dalla lingua che parlano. È noto che le lingue nordeuropee si combinano facilmente con caratteri riservati, schivi, stoici, mentre quelle del sud fanno coppia volentieri con atteggiamenti vivaci e di forte auto-affermazione. Babbel quindi consiglia ai composti inglesi di buttarsi sull’Italiano, anche per diventare un po’ più estroversi.
6) Ritrovare le proprie radici
Questo vale più che altro per gli statunitensi. Il 6 percento degli americani infatti ha origini italiane. Sarebbe un bel modo per riscoprirle e magari decidersi poi a visitare la Penisola, che, ricorda la redazione di Babbel, ha più siti Unesco di qualunque altro stato e il 60 percento dei tesori artistici mondiali.