il 21 giugno la festa del solstizio d'estate

Una Spa per bambini tra i colli bergamaschi

Una Spa per bambini tra i colli bergamaschi
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Una spa per bambini. Esiste, è a Palazzago, tra le colline bergamasche, e si chiama Tata-O Family Spa. Il concept ha a che fare con la maternità e con il coinvolgimento dell’intera famiglia in uno spazio ludico privo di schemi fissi, che sia occasione di ascolto e condivisione di emozioni. Sul sito ufficiale scrivono: «È un concetto semplice e importante: il benessere apre ai bimbi e alla famiglia. Grazie alla regolazione di alcune cabine, tutto il percorso spa diventa di grande beneficio anche per i bambini».

L’elemento acqua è il canale di comunicazione, potente e meraviglioso, che apre le porte alla libera esplorazione. Acqua da ascoltare, come un concerto. Questo è anche il tema dell’appuntamento proposto, con percussioni africane galleggianti, tamburi d’acqua e altre vibrazioni, per la sera del 21 giugno. Un concerto da vivere in acqua, fatto dall’acqua, organizzato per festeggiare e contemplare il solstizio d’estate.

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Per tutto il resto dell’anno, sono tanti i percorsi studiati a misura di bambino. Il gioco libero nella piscina riscaldata, lo yoga for kids, un piccolo percorso wellness, la sauna finlandese rivisitata – che si chiama softsauna. E il Calidarium, un bagno di vapore leggero con cromoterapia e aromaterapia, aperto a tutta la famiglia.

In America sono diffusissimi. Un must. Si chiamano Kid’s beauty e le bimbe d'oltreoceano ne vanno matte. Ma è una declinazione diversa del concetto di Family Spa, ha una connotazione più estetica, più modaiola. Nella Casa degli Elementi di Palazzago non si gioca a fare le piccole donne. Niente trucchi, smalti, massaggi o cremine caramellate. Semplicemente si gioca a fare i bambini, vivendo le avventure più grandi. Si condividono esperienze.

Come il progetto di diffondere la genialità dell’artista Bruno Munari attraverso laboratori, dando l’opportunità ai bambini di entrare in contatto con il loro spirito creativo. Accadrà il 12 luglio, all’interno del laboratorio tattile Le nuvole.
Una curiosità su Bruno Munari e i bambini: diventato papà, intorno al 1950, l’artista si rese conto che le favole in commercio non avevano un linguaggio a portata di bimbo. Allora creò dei libri con un linguaggio semplice, immediato, pieno di sorprese. Storie alternative (Cappuccetto bianco, Cappuccetto verde, Cappuccetto blu), incentrate sul tentativo di allontanare i bambini dagli stereotipi, senza costrizioni.

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