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Stezzano, il Canapaio Green Shop Tra leggi non chiare e diffidenza

Stezzano, il Canapaio Green Shop Tra leggi non chiare e diffidenza
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Sulla carta il commercio di cannabis light è diventato legale da oltre un anno, ma nella pratica è una sorta di business che fa ancora fatica a ingranare. Scalfire i tabù e le granitiche convinzioni dei più conservatori non è semplice, soprattutto in un piccolo paese come Stezzano. Qui, in via Adua a Stezzano, da un paio di mesi c’è un negozietto che vende solo prodotti a base di canapa.

Ma i repentini entusiasmi dei sostenitori della legalizzazione delle droghe leggere sono stati ben presto smorzati dal monito arrivato dal Consiglio superiore della sanità. Secondo l’organo ministeriale, infatti, queste infiorescenze sono potenzialmente pericolose per la salute. I titolari del Canapaio di Stezzano però assicurano: «Si tratta di cannabis legale, priva di effetti psicoattivi, perché il Thc viene essiccato». Niente a che vedere, insomma, con le foglie seghettate che si fumano ai rave party meno raccomandabili. Eppure, anche se la concentrazione di questa sostanza responsabile dello sballo va dallo 0,2 allo 0,6 per cento, secondo recenti studi la sua presenza nell’organismo non è comunque trascurabile.

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«Il consumo avviene al di fuori di ogni possibilità di monitoraggio e controllo della quantità effettivamente assunta e quindi degli effetti psicotropi che possa produrre», precisano gli esperti. «Noi aspettiamo nuove regole per rendere più chiara la situazione perché al momento le leggi sono poche e confuse e non sappiamo nemmeno noi come comportarci – esclama Lara Camoni, titolare del Canapaio –. Ho addirittura letto sui giornali che verranno chiusi i negozi di marijuana, ma non è così. Verranno semplicemente fatti più controlli sul prodotto per chi produce e chi vende. La legge prevede che si possano tenere piante di marijuana con l’obbligo di rilascio, da parte di chi vende, di una certificazione che conferma l’assenza di Thc. D'altra parte, siamo passati da un eccesso all’altro: dal divieto assoluto alla vendita da parte di chiunque. Spesso, però, non vengono effettuate le opportune analisi obbligatorie...»

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 32 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 19 luglio. In versione digitale, qui.

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