C'è anche la "plastic road"

Trasformare l'aria in acqua e altre 4 novità tecnologiche

Trasformare l'aria in acqua e altre 4 novità tecnologiche
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Le aziende hi-tech sono sempre alla ricerca del brevetto vincente, quello capace di lanciare un nuovo trend e attirare milioni di consumatori, spesso incapaci di resistere alla tentazione dell’ultima moda tecnologica. Abbiamo raccolto per voi le cinque novità più interessanti e curiose del settore annunciate negli ultimi giorni.

 

1) Creare acqua dall'aria nelle zone ad alta desertificazione

 

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Il reperimento di acqua potabile è ancora una delle più grandi sfide in molte zone del mondo. Per questo motivo, in Svizzera da tempo lavorano alla realizzazione di un dispositivo rivoluzionario, in grado addirittura di produrre acqua dall'aria. Il sistema si chiama "Awa Modula" (Air to Water to Air), è stato creato dalla startup Seas (Société de l'Eau Aérienne Suisse) ed è stato presentato ad Expo durante un apposito convegno nel padiglione svizzero. Questo macchinario è in grado di produrre acqua potabile arricchita di sali minerali, ma anche acqua per l'irrigazione, distillata, industriale o per uso farmaceutico. Non necessita di alcuna fonte d'acqua originaria, come fiumi o laghi, e può produrre da 2.500 a 10mila litri d'acqua al giorno. Il primo modello è stato donato dalla Seas a UnaKids, un'organizzazione non profit che si occupa di offrire migliori condizioni di vita ai minori che crescono in zone di guerra. Altri modelli sono stati installati in zone ad alta desertificazione in Nord e Sud Africa, Sudamerica ed Emirati Arabi.

 

2) Plastica al posto dell'asfalto, l'alternativa ecologica in Olanda

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L'asfalto rimane il materiale principale utilizzato in tutto il mondo per la copertura di strade e autostrade. Ma una società olandese di costruzioni, la VolkerWessels ha brevettato una soluzione alternativa, progettando un composto di plastica riciclata che può essere utilizzato per la pavimentazione stradale. La città di Rotterdam ha preso in considerazione l'ipotesi, valutando i vantaggi che questo materiale potrebbe dare. Quello principale sarebbe forse nei tempi di costruzione, che passerebbero da mesi ad addirittura poche settimane, ma anche la tenuta strutturale dell'opera potrebbe essere tre volte maggiore, diminuendo quindi i costi di manutenzione. La PlasticRoad, almeno secondo i progetti, sarebbe inoltre in grado di tagliare considerevolmente l'inquinamento prodotto dalle strade in asfalto, che è quantificato con l'immissione di circa 1,6 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno. A breve inizierà la sperimentazione di questa strada, con i primi test di laboratorio in grado di verificarne la sicurezza anche in condizioni di meteo non ottimali.

 

3) Il microchip wireless per chi ha problemi di cuore

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La scienza biomedica è un settore in grande sviluppo. L'ultima geniale invenzione nel campo è minuscola ma potrebbe salvare la vita di moltissimi pazienti cardiopatici. Si chiama CardioMEMS e si tratta di un sensore inserito nell'arteria polmonare in grado di monitorare in tempo reale lo stato di salute del paziente, avvisando i medici in caso di peggioramenti o del comparire di sintomi preoccupanti. Il dispositivo svolge una volta al giorno un collegamento con uno scanner che invia all'ospedale tutti i dati del paziente, in modo che possano essere analizzati dai medici, e in base ai risultati si potranno dare indicazioni su eventuali correzioni della terapia cardiovascolare. Reg Youngman è tra i primi pazienti in Gran Bretagna ad aver sperimentato il nuovo microchip e le sue impressioni sono entusiaste: «Ti dà più fiducia. I medici mi sorvegliano e così mi sento più sicuro. In passato invece non potevo sapere se un problema mi avrebbe interessato e l'ultima volta il problema è stato decisamente rilevante». Martin Cowie, cardiologo dell'ospedale Royal Brompton Hospital di Londra, il primo ad effettuare i test, conferma le impressioni positive: «Certi pazienti camminano sul filo del rasoio, oscillando tra eccessiva o ridotta fluidità sanguigna. Ci sono trattamenti che possono essere più adeguanti e noi sappiamo che questo piccolo chip ci aiuterà, fornendoci un'idea migliore di quello che accade a ogni singolo paziente pur restando lontano dall'ospedale».

 

4) Kjaro, l'ombrello 2.0 che spopola su Kickstarter

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Le piattaforme di crowd-founding sono ormai una risorsa fondamentale per le startup di tutto il mondo, pronte a proporre idee innovative a milioni di potenziali investitori, convincendoli a credere nel loro progetto. Negli ultimi mesi un gruppo di ragazzi milanesi ha lanciato su Kickstarter un rivoluzionario ombrello, dotato di un sistema di raccoglimento dell'acqua brevettato, che rende impossibile qualsiasi sgocciolamento. L'ottima qualità dei materiali, insieme a questo brevetto davvero geniale, ha convinto il pubblico di Kickstarter ad appoggiare la causa, superando in brevissimo tempo la soglia richiesta dei 20mila euro e raggiungendo, ad oggi, la ragguardevole somma di 89mila euro. L'ombrello è ora acquistabile direttamente sulla pagina di Kjaro, dov'è presente anche un simpatico video che ne spiega il funzionamento.

 

5) Il gel italiano che diminuirà drasticamente le infezioni chirurgiche

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Il nome inglese "Defensive antibacterial coating" (Dac) potrebbe ingannare, ma ad aver inventato questo rivoluzionario gel utilizzato in campo medico è stato un team italiano che lavora in Trentino. Secondo recenti studi, l'Unione Europea spende circa 800 milioni di euro l'anno per combattere le infezioni che sorgono nella chirurgia ortopedica, causate dall'impossibilità di rendere totalmente sterili le sale operatorie. Questo gel funziona applicato direttamente sulle protesi che devono essere impiantate e abbatte la colonizzazione batterica del 99,9 percento. La startup si chiama Novagenit, è nata nel 2006 a Mezzolombardo (Trento) e ha avuto un'importante svolta nel 2011, prendendo parte al progetto europeo Idac, insieme ad altri partner, tra università e imprese. Il progetto è stato finanziato al 75 percento dall'Unione Europea ed è costato in totale 4 milioni di euro. Cifre importanti, che fanno riflettere sull'utilità pratica di un prodotto del genere in ambito medico. Sebbene infatti soltanto nel 2-5 percento delle operazioni si verificano infezioni post-operatorie, la percentuale si alza drasticamente nel caso di pazienti diabetici, fumatori o bevitori. Quando ciò accade, oltre ai rischi per il paziente, anche il costo di una normale operazione può lievitare fino a superare di dieci volte la cifra preventivata. «Questo idrogel - ha spiegato il presidente di Novagenit, Edgardo Cremascoli - si applica sulla superficie della protesi al momento del suo impianto nel paziente e, con l'aggiunta di opportuni antibiotici crea una prima difesa all'attacco batterico, attraverso una vera e propria barriera fisica, e una seconda difesa nei 2-3 giorni successivi all'intervento rilasciando gradualmente l'antibiotico».

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