Mais Spinato di Gandino: un logo e soprattutto un grandissimo Galà
Un brand autorevole e riconoscibile, ma anche quattro serate per promuovere e degustare l’eccellenza inconfondibile del Mais Spinato di Gandino. È stato presentato martedì 17 settembre a Milano, nella Sala Giò Ponti del Pirellone, sede del Consiglio Regionale della Lombardia, il nuovo marchio che certificherà a partire dal 2020 i prodotti legati alla filiera del Mais Spinato di Gandino, antica varietà arrivata sin dai primi anni del ‘600 nel borgo della Valle Seriana. A tenere a battesimo il brand c’erano l'assessore regionale Lara Magoni, i consiglieri Giovanni Malanchini e Dario Violi, il sindaco di Gandino Elio Castelli e il presidente della Comunità del Mais Spinato di Gandino, Antonio Rottigni.
«È un passo importante del nostro progetto di valorizzazione e promozione – spiega Rottigni – che intende innanzitutto tutelare produttori e consumatori. In questi anni abbiamo portato avanti un modello virtuoso divenendo paradigma per molte realtà locali e apprezzato ai massimi livelli nazionali e internazionali, anche in occasione di Expo 2015. Il marchio di certificazione sarà la garanzia di una filiera corta e verificata, che parte dai terreni coltivati nei comuni della Val Gandino (Gandino, Leffe, Casnigo, Cazzano S.Andrea e Peia) e arriva in tavola grazie a trasformatori, produttori e operatori che hanno sposato filosofia ed eccellenza del progetto». Il nuovo logo, realizzato grazie alla consulenza di Amanda Bettiga ed Emanuele Simone di Linoolmostudio, è dominato dall’icona di un drago, simbolo per eccellenza dello stemma comunale di Gandino. «L’idea - aggiunge Rottigni – è quella di un messaggio chiaro, semplice e univoco: il vero Mais Spinato di Gandino sarà solo quello certificato da questo marchio». Il riferimento, nemmeno troppo velato, è ai tentativi di imitazione che ripercorrendo le strade del tristemente noto “Italian sounding” si sono ripetuti anche per il Mais Spinato di Gandino.
Il Mais Spinato di Gandino. Il Mais Spinato di Gandino è un’antica varietà bergamasca che arrivò nel borgo della Valle Seriana, in provincia di Bergamo, nei primi decenni del 1600. È una varietà altamente qualitativa e organoletticamente pregiata, appartenente alla famiglia dei mais vitrei o semivitrei. Fu il primo mais a giungere in Lombardia. La dedizione al tessile della Val Gandino (che comprende i comuni di Gandino, Leffe, Casnigo, Cazzano S.Andrea e Peia) fece quasi scomparire negli anni le coltivazioni. Dal 2007 un progetto di rivalutazione degli enti locali in collaborazione con il Crea - Unità di Maiscoltura del Ministero dell’Agricoltura (che ha sede a Bergamo dal 1926) sono rinate le coltivazioni, tutelate dalla De.C.O. (Denominazione Comunale d’Origine), una Doc locale ideata da Luigi Veronelli. I semi originali del Mais Spinato sono stati isolati grazie a una pannocchia conservata dai nipoti di anziani contadini. Il Mais Spinato è tutelato come varietà agricola da conservazione e i suoi semi sono conservarti nel Global Seed Vault, il deposito mondiale dei semi da salvare creato sotto i ghiacci delle isole Svalbard in Norvegia. A Expo Milano 2015 la Comunità del Mais Spinato di Gandino è stata partner scientifico del Cluster Cereali e Tuberi.
Il Galà dello Spinato. Nella sede del Pirellone è stato inoltre presentato anche il Galà dello Spinato, che da giovedì 26 a domenica 29 settembre celebrerà a Gandino la sua seconda edizione. Per quattro giorni il centro storico di Gandino sarà ideale scenografia di una serie di incontri, spettacoli ed eventi che ruotano attorno alle specialità di alta cucina a base dell’antico mais. Il tema scelto quest’anno è semplice quanto articolato: “Coltivare con arte”, ricorda il senso di un progetto sostenibile che ha fatto scuola ovunque, ma anche l’eccezionale esposizione della Deposizione di Cristo nel Sepolcro, capolavoro di Giovan Battista Moroni conservato all’Accademia Carrara e riportato a Gandino sino al 13 ottobre, nel prestigioso Salone della Valle. «Non paia irriverente l’accostamento - spiega Rottigni - ma siamo davvero davanti a due eccellenze incredibili, praticamente coeve, che fanno di Gandino, ora come allora, un centro di gravità di altissimo profilo. Il progetto di valorizzazione del Mais Spinato di Gandino ha mosso passi spediti ed incredibili in questi anni, profondamente legato al territorio e a una sostenibilità concreta che unisce i valori della terra e quelli dell’uomo.
Per questo il Galà non può (e non vuole) ridursi a una semplice Sagra oppure a un velleitario appuntamento per iniziati: è un’occasione di ulteriore crescita e di dialogo, è l’opportunità per incontrare sapori e umori, per scoprire una storia che il tempo prolunga e rafforza a ogni istante, grazie a ogni chicco. Le pannocchie dai chicchi appuntiti sono un testimone prezioso per le nuove generazioni, sono la risposta concreta e inimitabile alla globalizzazione di tecniche e comportamenti, all’omologazione dei consumi e dei social. Il Galà - aggiunge ancora Rottigni - vuole lanciare un messaggio forte, legato all’ambiente. L’iniziativa è completamente plastic free, ma promuove anche una sostenibilità sociale ed economica per il territorio della Val Gandino. Esporremo anche il progetto Il Vitruviano dell’artista Ivano Parolini». Spazio anche alle nuove generazioni attraverso le collaborazioni con gli studenti dell’Istituto Galli e dell’Istituto Alberghiero Sonzogni, con i giovani dei talent legati all’Italian Music Academy di Fabrizio Frigeni, con l’impegno di solidarietà a favore della Passione di Yara, il contest di arte estemporanea ispirato al Moroni e, tanto per gradire, con le coreografie delle allieve della scuola Fuorididanza di Lidia Salvatoni. In tavola e nell’aria ci sarà il profumo della polenta e della tradizione, raccontata da Gabriele La Terza con il suo recital, ma anche la musica senza tempo dei Sifoi di Bottanuco e del Baghèt di Casnigo, le avventure dei burattini di Virginio Baccanelli, il ritmo del ballo latino e quello delle note di Vasco Rossi con il concerto tributo. L’eccellenza del Mais Spinato sarà in tavola... e in vetrina, con show cooking d’autore (fra gli altri il top chef Daniele Zennaro, Carlo Beltrami, vincitore di Bake Off Italia e Bobo Cerea dello stellato Da Vittorio di Brusaporto che taglierà il nastro inaugurale) e cucina vetrata a vista coordinata da Diego Fiori.
Una festa che non finisce mais... Il Galà dello Spinato è inserito nel più ampio contesto de “I Giorni del Melgotto”, che dal 21 settembre al 13 ottobre accompagnano la stagione del raccolto. I “Giorni del Melgotto” propongono annualmente, nel periodo del raccolto, una serie di attività e incontri utili ad aumentare e condividere esperienze e competenze. Quest’anno scopriremo grazie al prof. Battiata di Firenze l’opportunità “oltre il biologico” dell’Orto Bioattivo, ma anche le esperienze virtuose di giovani allevatori di Casnigo che seguono alpaca, capre e pecore, promuovendo eccellenze tessili e alimentari. Non mancano serate dedicate alla criticità dei cinghiali per l’agricoltura di montagna (serata Coldiretti, cui interverrà fra gli altri il consigliere regionale Giovanni Malanchini), alle esperienze piccole e virtuose di alcune realtà montane dell’Alta Valle Brembana, opportunità didattiche con l’inaugurazione dell’Orto Scolastico a Cazzano S.Andrea, interventi di alto profilo grazie a Gabriele Rinaldi dell’Orto Botanico Lorenzo Rota di Bergamo e a Luca Giupponi dell’Università della Montagna di Edolo. Irrinunciabile, naturalmente, la tradizionale, festosa scartocciatura in piazza delle pannocchie di Mais Spinato di Gandino, in programma il 12 ottobre. Al tavolo e in campo ci saranno tanti amici, che in questi anni hanno collaborato al nuovo Disciplinare per i mais locali a impollinazione libera della Media e Alta Valle Seriana. Un progetto nato a Gandino nel 2008, allargatosi a tutta Italia nel 2015 con Slow Mays e ora concreta opportunità di collaborazione con gli amici del Rostrato Rosso di Rovetta e dell’associazione Grani Asta del Serio e il prezioso supporto tecnico del Crea di Bergamo.
Un Galà dal cuore grande. Parte del ricavato raccolto attraverso il Galà dello Spinato sarà affidato all’associazione La Passione di Yara Onlus, nata nel maggio 2015 con l’obiettivo di perseguire finalità di solidarietà sociale, nel ricordo di Yara Gambirasio, uccisa a Brembate Sopra nel novembre 2010. Non ha fini di lucro e intende agire nell’ambito della formazione, della promozione culturale, artistica e sportiva. L’associazione è nata su iniziativa dei coniugi Gambirasio e si è sviluppata grazie al contributo di un gruppo di genitori a loro vicini che si è unito per sostenere le passioni di giovani e adolescenti di tutta Italia. Il nome dell’associazione intende sottolineare la passione che Yara ha sempre nutrito, con entusiasmo e dedizione, nei confronti della ginnastica ritmica. Lo stesso sentimento che ora muove i soci a sostenere i sorrisi e gli sforzi di tanti giovani che, senza un intervento esterno, si troverebbero costretti ad abbandonare i propri sogni. Gli adolescenti e i giovani rappresentano la chiave per un futuro migliore. L’associazione incoraggia il loro percorso di crescita tramite un duplice supporto: un aiuto economico e un sostegno educativo e sociale. Info dettagliate su sito www.mais-spinato.com.