In S. Caterina s'impara la bellezza grazie agli... Oggetthi di Cristian
Foto di Sergio Agazzi
Oggetthi è un piccolo e incantevole laboratorio creativo che da sedici anni ha trovato casa in uno dei borghi più belli d’Italia, quello di Santa Caterina a Bergamo. Quella acca in più del nome anticipa una certa volontà di distinguersi, cercando l’anima delle piccole cose e ancora racconta uno sguardo capace di sognare: «Abbiamo pensato che così quando apriremo a New York sarà più facile pronunciarlo». È solo una lettera, ma aggiunge significato: perché gli oggetti sono sì cose a cui non bisogna dare eccessiva importanza - «ciò che conta davvero sono le proprie relazioni, aver cura di chi si ama» - ma che acquistano valore per lo sguardo lieve e la bellezza che chi li produce vi lascia dentro, e per l’armonia che donano a chi li compra.
La leggerezza è la nota più evidente che emerge nel primo incontro con Cristian Bonfanti, classe 1977, che anni fa, senza troppo pensarci, decise di dar vita con sua sorella Lara a questa piccola bottega artigiana. Cristian, diplomato al liceo artistico Fantoni, mentre frequentava l’Accademia di belle arti di Brera realizzava trompe l'oeil nelle case dei privati e in alcuni locali del territorio, pur amando poco il lavoro su commissione. «All’ennesima richiesta di angioletto con l’arpa ho capito che non era il mio», dice sorridendo e alzando gli occhi al cielo. Così, sollecitato dall’amica Alessandra, nel 2002 decidono di avviare una piccola attività a Clusone per i mesi da giugno a dicembre e di proporre le proprie creazioni: candele e vasi in terracotta. Le cose vanno bene, ma la distanza dalla città si fa sentire e, mentre l’amica decide che quella vita non fa per lei, Cristian è già alla ricerca di un nuovo spazio dove poter continuare a fare ciò che gli piace. Perché per lui, nulla vale come la possibilità di creare liberamente senza vincoli o costrizioni. «Il momento più bello è quando vado nel retro e mi metto a fare le mie cose», dice con gli occhi felici di un bambino.
Lì lascia spazio alla creatività e assembla fiori con tessuti, carta, lana, legno a ritmo della sua musica interiore. Nel piccolo negozio trovi oggetti di sua produzione - come gli originali alberi di Natale in stoffa - o di altri, ma rigorosamente fatti in Italia e realizzati a mano. Ci sono piccole piante, mentre i fiori recisi li usa solo per le creazioni dei matrimoni o degli eventi. Questa è indubbiamente la parte che ama di più, ma non chiedetegli di usare cellophane o velo da sposa perché rifiuterà categoricamente. Se gli chiedi quali sono i suoi segreti, scoppia in una risata e risponde con un sonoro e istintivo «boh» che rivela invece il vero trucco. C’è in lui un vivacissimo spirito bambino, che gli consente ancora di divertirsi e meravigliarsi e contagiare di questa gioiosa delicatezza ogni oggetto che nasce dalle sue mani. Quando può viaggia e va in giro per mercatini e fiere, sfoglia riviste, naviga nel web o torna in Francia alla ricerca di nuova ispirazione. Cristian si definisce un autodidatta ma riconosce che imparò a guardare grazie a sua zia Marzia. «Era una commercialista, non un’artista, ma aveva un gusto unico. Mi portava in giro e io ero felice. Ricordo lunghi pomeriggi all’Ikea».
Mentre parliamo ogni tanto giunge dal retro la risata allegra e irriverente di Gisella, che letteralmente sepolta da brillantini (sta decorando delle scritte natalizie) ascolta e commenta con sarcasmo ogni parola di Cristian. Si sono conosciuti nel borgo anni fa, quando anche lei aveva una sua attività. «Poi le cose per me non sono andate bene e sono caduta dal cielo qui da Cristian». Fa un sorriso grato e appena lui si distrae dice sottovoce: «La gente torna perché lui ha una pazienza infinita ed è gentilissimo». Nel tempo di questo incontro, è passato a salutarlo mezzo borgo per fare due parole e godere dell’allegria che vi si respira. «I rapporti con gli altri commercianti sono belli, ogni tanto andiamo a farci un weekend insieme e se c’è bisogno di aiuto, li trovi sempre», dice Cristian, e ci racconta di quando un anno, alla Vigilia di Natale, vedendoli in difficoltà per il tanto lavoro, si fermò anche la parrucchiera Graziella a dare una mano. Prima di andarcene chiediamo a Cristian come si possa educare alla bellezza e lui, ancora una volta, risponde con la semplicità che lo contraddistingue: «Proponendola».