Antichi mestieri bergamaschi

Una recente notizia parla di un certo numero di robot “licenziati” da un albergatore giapponese che ha deciso di ritornare alla manodopera umana. Un segno dei tempi che ci fa ricordare la scomparsa di numerosi mestieri esercitati dai nostri concittadini. Figure ormai dimenticate che rivelano un passato, nemmeno tanto remoto, in cui il mondo era molto diverso. Vale la pena di riportarlo, almeno parzialmente, alla luce.
1. Caretér
Riforniva di merci gli abitanti della nostre valli, con il suo carretto caricato fino all'inverosimile. Con mano sicura guidava l'asino, il mulo o il cavallo sulle impervie strade di montagna, a volte dopo un generoso rifornimento di vino. [Trad: carrettiere]
2. Feracaài
Una volta era l'indispensabile artigiano che consentiva a un intero paese di spostarsi e di lavorare, provvedendo alla manutenzione degli strumenti di lavoro a quattro zampe. Oggi abbiamo il gommista, ma non è la stessa cosa. [Trad: maniscalco]
3. Laandéra
Figura leggendaria che ha dato origini a proverbi canzoni e soprannomi, come quello degli abitanti di Paladina, detti appunto laandér. Il monumento alla sua esistenza è il lavatoio di via Lupo in Città Alta. [Trad: lavandaia]
4. Löstrù
Curiosa figura di tuttofare che si occupava della lucidatura dei mobili. Un mestiere di nicchia si direbbe oggi, con la sua specializzazione che consentiva alle famiglie di mantenere per anni lo splendore di credenze, cassettiere e armadi. [Trad: lustramobili]
5. Molèta
Ancora oggi ne sopravvive qualche esemplare, caratterizzato dal grido strascicato che ne annuncia l'arrivo e dall'elenco di utensili a cui il bravo arrotino restituisce il filo. [Trad: arrotino]
6. Strassér
Ambulante che aveva elaborato un vero e proprio spot radiofonico che recitava più o meno: “Donne venite, vi compro stracci, ossi, pelli di coniglio, ferro rotto, tubi della stufa, piombo, carta straccia, fiaschi, bottiglie, boccettini e scatolotti, gambe di donna”. [Trad: stracciaio]
7. Òm del giàss
Altro che condizionatori e freezer. Era lui che passava di casa in casa con i suoi pezzi di ghiaccio, da avvolgere nella juta per farli durare di più. C'era anche la Fabbrica del Ghiaccio, in quella che oggi è via Gennaro Sora. [Trad: uomo del ghiaccio]
8. Ombrelér
Un tempo non si buttava via niente, e persino le umili ombrelle godevano di una vita lunga e dignitosa, anche grazie all'ambulante che riparava stecche, cuciva teli e sostituiva manici. [Trad: ombrellaio]
9. Magnà
Erano fabbri specializzati nella produzione e riparazione di chiavi e piccoli arnesi, oppure abili calderai che riuscivano a realizzare dei piccoli capolavori lavorando con antica sapienza le lastre di rame. [Trad: stagnatore]
10. Strögì
Non è altro che il lustrascarpe. Il più famoso stava sotto i Portici del Sentierone, con il su baldacchino chiamato “trono”, e “Lavorava velocemente di spazzola e di straccio senza lasciare segni di unto sul calzino”. [Trad: lustrascarpe]