10 citazioni famose in bergamasco

Prima fiorivano sulle pagine del diario. Adesso sbocciano sulle pagine di Facebook. Sono le citazioni ispirazionali, motivazionali o tutto quanto finisce in –ali. Abbiamo selezionato alcune tra le più usate, provando a scriverle, e a leggerle, nella nostra lingua. Il risultato in certi casi sorprende, in altri disorienta. Qualcuno la troverà una sterile incursione nel campo del trash, altri penseranno a una prospettiva inedita per il bergamasco. Del resto, de gustibus non est disputandum. O meglio, di göscc l’è mèi dì negót.
1) Rèsta famàt, rèsta mat
Steve Jobs
La nostra fame atavica e la vena di follia che corre sotterranea per esplodere ciclicamente si sposano con una rima baciata che rende ancora più intensa e vera l’affermazione del guru recentemente scomparso. [Siate affamati, siate folli]
2) L’è mèi ès prìm ché che segónd a Róma
Giulio Cesare
Estrapolata dal contesto sembra la frase d’insediamento di un primo cittadino della bassa più nebbiosa o del remoto paesino di una delle nostri valli. Invece il paesino era sì remoto, ma in Gallia. [Meglio primi in Gallia che secondi a Roma]
3) Gh'è di laùr ch'i gh'a mia fi. Òl mónd e i bambòss . Ma gh’ó di döbe söl mónd
Albert Einstein
La frase del genio sregolato per eccellenza sembra rubata ai discorsi al tavolo di una vecchia osteria, quando il compagno di gioco è uscito di settebello con i rivali al mazzo. [Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi]
4) Só issé inteligènt che di ólte capésse negót de chèl che dighe
Oscar Wilde
Ci uniamo al foltissimo gruppo di coloro che hanno attinto alla sterminata raccolta di aforismi del dandy inglese. In bergamasco la frase esalta il gradevole retrogusto autoironico. [Sono così intelligente che a volte non capisco nemmeno una parola di ciò che dico]
5) La éta l’è chèl che 'l càpita 'ntàt che te se dré a fà ergót d’óter
Allen Saunders
Attribuita anche al grande Ennio Flaiano, si adatta perfettamente alla nostra personalità, e soprattutto alla nostra abitudine a essere perennemente occupati in qualche attività. [La vita è ciò che succede mentre noi pensiamo ad altro]
6) L’è mèi fà sito e fàla fò de bambo che parlà e caà ògne döbe
Abraham Lincoln, attr. anche a Maurice Switzer
Non sapevamo di avere nell’illustre presidente degli Stati Uniti un alleato nella difesa della nostra proverbiale laconicità. Lo proponiamo al titolo di bergamasco onorario. [Meglio tacere e sembrare stupidi che aprire bocca e togliere ogni dubbio]
7) Ól liù e ól vedèl i se böterà zó ‘nsèma. Ma ól vedèl al durmirà mia tat
Woody Allen
Si vede che abbiamo in comune qualcosa anche con l’umorismo yiddish. Per esempio, una religiosità profonda che però non esclude un senso pratico altrettanto radicato. [Il leone e il vitello giaceranno insieme, ma il vitello non dormirà molto]
8) Pòta, 'ndomà l’è ön óter dé
Rossella O’ Hara
Pensiamo che l’aggiunta del nostro “Pòta” alla celebre frase di “Via col vento” avrebbe aggiunto pathos e una sfumatura di fatalistica ma indomita rassegnazione che fa parte del nostro corredo genetico. [Domani è un altro giorno]
9) A l’ pöl mia piöv sèmper
Il Corvo
Potrebbe averla detta Regazzoni, invece è la metafora preferita dalle adolescenti di un paio di generazioni. A noi piace per la sua sensibilità contadina. [Non può piovere per sempre]
10) Te gh’è ‘n scarsèla öna pistóla ó te sé contét de èdem?
Mae West
C’è da dire che non abbiamo un approccio particolarmente raffinato ai temi del sesso e dell’amore. In questo senso la domanda della procace attrice americana è in linea con l’eleganza media delle nostre profferte amorose. [Hai la pistola in tasca o sei solo contento di vedermi?]