Frasi in dialetto sui viaggi all'estero

Profondamente legati alle nostre radici e votati a un uso sensato del denaro, non abbandoniamo volentieri la nostra terra per avventurarci verso lidi inesplorati. La presenza però di un aeroporto internazionale e il crollo delle tariffe aeree ha parzialmente corretto la nostra originale inclinazione. Adesso siamo pronti a scoprire il mondo intero. A nostro modo, però.
1. Mè prenotà di mis prima
I più smaliziati hanno da tempo appreso che il segreto di un viaggio economico è l’anticipo della prenotazione. Peccato che gli stessi cambino idea sulla destinazione almeno ogni settimana. [Trad.: Meglio prenotare mesi prima]
2. Gh’ó pura de l’aèreo
Il fatto che siamo legati alla terra non è solo un modo di dire. Molti di noi rinunciano alle trasferte oltre oceano perché ritengono innaturale la presenza dell’uomo nell’aria. E saggiamente aggiungono che nuotare sanno, ma volare ancora no. [Trad.: Ho pura dell'aereo]
3. Mèi estìs sö mal
Non si sa se per un curioso pregiudizio o per la nostra connaturata umiltà, preferiamo non dare nell’occhio quando siamo sotto gli occhi del mondo. O dell’Agenzia delle Entrate. [Trad.: Meglio vestirsi male]
4. Mai ‘ndà ‘n giro coi sólcc
Altra preziosa raccomandazione dei viaggiatori più esperti, serve a scongiurare l’infausto evento di un furto che ci costringa precipitosamente a tornare. Favorisce anche la nostra spontanea tendenza al risparmio. [Trad.: Non portare mai tanti soldi (inteso in contanti)]
5. Adèss i bigliècc t’i cassa dré
I bergamaschi di mondo sorridono sprezzanti di fronte a chi paventa il costo eccessivo di una trasvolata. A volte, però, loro stessi spendono un patrimonio per clamorosi errori di valutazione. In questo caso preferiscono non esternare l’esperienza. [Trad.: Adesso i biglietti te li cacciano dietro (sono superscontati)]
6. ‘Ndà ‘ndoè a stà mèi de ché
Frase che il recalcitrante coniuge dice all’altro, per evitare di rompere l’amata routine quotidiana, fatta di piccole e semplici cose che ci riempiono la vita. Come i calici bevuti all’insaputa dell’astemia consorte, per esempio. [Trad.: Dove andare per stare meglio di qui]
7. Pórte dré ol maià
Caso estremo di bergamaschità applicata, è il viaggiatore che nasconde tra le intercapedini della valigia un sacchetto di farina per la polenta, un pezzo di salame del nonno, un quartino della formaggella che si trova solo qui. [Trad.: Porto il cibo]
8. La fà töt la mé moér
Mentre la moglie, da vera regiura, consulta tariffe e itinerari, confronta alberghi e ristoranti e instaura trattative estenuanti con l’agenzia di viaggi, il marito si dedica con impegno alla nobile arte dell’attesa. [Trad.: Fa tutto mia moglie]
9. Merès stà vià alméno ü misèt
A volte quello che ci trattiene è solo l’esiguo periodo di tempo da dedicare al viaggio, ritagliato tra una miriade di grandi e piccole esigenze quotidiane. Ma, secondo i più saggi, non sarebbe mai il momento di partire, quindi conviene farlo e basta. [Trad.: Bisognerebbe star via almeno un mese]
10. A l’só mia a chi fa tènd ol gat
A volte il più ambizioso dei programmi crolla per dettagli apparentemente insignificanti. Ma i tempi sono cambiati e anche il semplice accudimento di animali domestici diventa un problema, vista la carenza di parenti disposti ad accollarsi il compito. [Trad.: Non so a chi far accudire il gatto]