10 frasi in dialetto bergamasco sul rapporto suocera-nuora
Recita un proverbio raccolto dal mai abbastanza lodato Antonio Tiraboschi: «Madòna e nöra i sta bé söi quàder», suocera e nuora stanno bene sui quadri, a significare un rapporto non esattamente idilliaco tra la madre e la moglie dell’uomo che, nella fattispecie, recita un ruolo minore. La rivalità affettiva e generazionale si trasforma in uno scontro di titani, tra la regiura in carica e quella che la diventerà. Al sesso maschile non resta che un dignitoso e virile silenzio.
La madòna (suocera)
1. Màiet assé?
Subdola domanda che nasconde una certezza: l’incapacità della moglie di nutrire adeguatamente il povero figliolo, che agli occhi della madre ha un aspetto emaciato anche se è al limite dell’obesità. [Trad: Mangi abbastanza?]
2. T’i tègne mé chi póer is-cècc
Il pugno in una carezza. Da un lato la spassionata offerta di assistenza, dall’altro la convinzione che la madre faccia vivere i figli praticamente allo stato brado. [Trad: Te li tengo io quei poveri bambini]
3. La te arda mia la tò moér?
In questo caso la madre ha notato un’impercettibile piega sulla camicia, o una minuscola particella di polvere sulle scarpe. Segnali inequivocabili di trascuratezza domestica. [Trad: Non ti guarda tua moglie?]
4. L’è ólta de gamba ma bassa de scagnèl
Anche qui si parte da un apparente complimento. L’altezza e la lunghezza delle gambe sono sì un riconoscimento della bellezza altrui, subito contraddetto dall’accusa di una presunta pigrizia. [Trad: Ha le gambe lunghe, ma sta sempre seduta]
5. Sarèssel nèt issé?
Sardonico interrogativo accompagnato di solito dal lento gesto del dito che rivela la polvere sui mobili. In effetti, i parametri igienici della regiura assomigliano a quelli di un chirurgo che opera in sala sterile. [Trad: Sarebbe pulita così la casa?]
La nöra (nuora)
1. Gh’àla negót de fà a la sò cà?
Non sempre la presenza della suocera in casa viene accolta con la dovuta gioia. E i numerosi consigli, elargiti con spassionato affetto, non sempre vengono recepiti con la spontanea riconoscenza. [Trad: Non ha niente da fare a casa sua?]
2. Dìghel té perchè mé dó fò
A volte la comunicazione tra suocera e nuora conosce crisi in apparenza irrecuperabili. Si rivaluta allora il ruolo del figlio e marito, che deve suo malgrado agire da diplomatico intermediario. [Trad: Diglielo tu perché io perdo le staffe]
3. À là a maià. E pò a dormì
All’ennesima lode sulle capacità culinarie della suocera, la nuora reagisce con un invito esplicito che, nella seconda parte, nasconde oscure minacce di ritorsione sessuale. [Trad: Vai là a mangiare. E anche a dormire]
4. La gh’à dàcc amò ‘l gelato!
Le teorie sull’educazione e sull’alimentazione sono molto cambiate negli anni: quello che per la suocera è un semplice e innocuo vizietto per la nuora è un attentato di lesa maestà salutistica. [Trad: Gli ha dato ancora il gelato!]
5. Ghe cóstel negót ol telèfono?
Abituata alle telegrafiche conversazioni con il coniuge, la moglie mal tollera i torrenziali dialoghi con la madre, la quale ha tratto un insperato aiuto dall’avvento delle tariffe flat. [Trad: Non le costa niente il telefono?]