L’è chèl del mantèl

10 frasi in bergamasco su San Martino

10 frasi in bergamasco su San Martino
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di Vecchio Daino

In molti paesi della Bergamasca è una ricorrenza molto sentita, forse perché ricorda la fine della bella stagione e dei fitti agricoli, che venivano seguiti da traslochi a volte infausti. A risollevare gli animi, i raggi di sole dell’estate di San Martino, e, come direbbe il poeta, “l’aspro odor de i vini”. A noi, che ci accontentiamo di poco, va bene anche così.

1. L’è piö chèl de öna ólta


Figuriamoci se il nostro animo conservatore perde l’occasione di ricordare che un tempo le ricorrenze erano più ricorrenze, i santi più santi e San Martino ancora più Martino. Ma ormai nemmeno noi ci prendiamo sul serio. [Trad.: Non è più quello di una volta]

2. Al mé paìs i fà fèsta


Parecchi sono i bergamaschi che possono dire questa frase, perché il santo ha chiese a lui dedicate
un po’ ovunque, a partire da Adrara per finire con Zanica. Senza parlare della valle intera che porta il suo nome. [Trad.: Al mio paese fanno festa]

3. L’è chèl del mantèl


A tutti noi è rimasto impresso il nobile gesto del soldato e vescovo, che donò metà del suo mantello a un povero, per proteggerlo dal freddo. Da bambini, c’è da dirlo, l’ammiravamo anche per l’abilità nel maneggiare la spada. [Trad.: È quello del mantello]

4. Fà San Martì l’è mia tat bèl


Chi ha vissuto un trasloco sa cosa vuol dire. E quelli che ricorrevano in questo giorno erano ancora più dolorosi, perché spesso significavano la perdita del fitto di un terreno agricolo. A volte i tempi cambiano in meglio. [Trad.: Fare San Martino (traslocare) non è tanto bello]

5. La é la stagiunina de San Martì


È il nostro poetico modo per indicare il breve periodo di tempo relativamente bello che la stagione ci concede prima di abbandonarci definitivamente all’inverno. Speriamo che si ripeta anche quest’anno. [Trad.: È la stagionina di San Martino]

6. Dopo San Martì l’èrba l’è di bezzì


Dopo questa data i pascoli erano liberi, e gli agnellini potevano brucare liberamente, ovunque. Ovviamente se il clima non aveva ancora stroncato ogni velleità di crescita dell’erba. [Trad.: Dopo San Martino l'erba è degli agnellini]

7. A san Martì stópa ‘l tò ì


È con particolare piacere che accogliamo un evento tradizionale, la degustazione del vino novello, primo frutto delle nostre vigne. San Martino, forse non a caso, è anche il patrono degli ubriachi. [Trad.: A San Martino stappa il tuo vino]

8. Gh’è pò a’ san Martì papa


Oltre al vescovo c’è anche il papa. Che si festeggia il 12 novembre. L’arguzia popolare ha immortalato questo evento nel detto San Martì, San Martì papa, San Martì scapa. Perché ogni gioia è destinata a durare poco. [Trad.: C'è anche San Martino papa]

9. Mè cassà dét ol có ‘n césa


Nel giorno del santo patrono era inevitabile la visita alla chiesa. Dove si ritrovava tutto il paese, per una benedizione che non poteva mancare. Diciamo che le visite si sono fatte sempre più rade. [Trad.: Bisogna cacciare la testa in chiesa]

10. Só mé ‘l sant


C’è una vena di anticlericalismo in certe fasce della nostra popolazione. Per queste persone la vera santità consiste nel sopportare le quotidiane miserie. L’atteggiamento, pur condannabile, a volte sembra persino condivisibile. [Trad.: Sono io il santo]

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