Sperém che l’varde zó delbù

Dieci frasi in dialetto bergamasco sulla Quaresima, che è appena cominciata

Un po’ di tristezza per il Carnevale passato praticamente sotto silenzio, il ricordo di un anniversario che avremmo preferito non vivere mai, la speranza che tutto questo abbia presto una fine

Dieci frasi in dialetto bergamasco sulla Quaresima, che è appena cominciata
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di Vecchio Daino

Un po’ di tristezza per il Carnevale passato praticamente sotto silenzio, il ricordo di un anniversario che avremmo preferito non vivere mai, la speranza che tutto questo abbia presto una fine. E la vita di tutti i giorni che comunque va avanti, nell’attesa di una Pasqua che sia veramente di liberazione.

1. M’l’à gna ést ol carneàl


Non c’era proprio aria di festeggiamenti, quest’anno, e il carnevale è passato più in sordina del solito. Forse l’unica categoria che ne ha tratto vantaggio è quella dei netturbini, felici di non trovare il solito strato di coriandoli sulle strade. [Trad.: Non l'abbiamo neanche visto il Carnevale]

2. Me spiàs per i s-cetì


Almeno nelle scuole si è cercato di ricercare l’atmosfera spensierata e festosa del periodo. Principesse, cow-boy e supereroi hanno avuto la loro festa, e forse è questo quello che conta. [Trad.: Spiace per i bambini]

3. L’è ön an che m’sè ‘n Quarisma


Qualcuno ricorda la scadenza quasi esatta di un anno, inizio della metaforica Quaresima che si è protratta oltre ogni iniziale previsione. Ci consola pensare che alla fine c’è sempre la Pasqua. [Trad.: È da un anno che siamo in Quaresima]

4. Piö ‘ndré de issé a m’pöl mia stà


Aderire alla pratica tradizionale che impone privazioni più che una scelta è un obbligo, per molte categorie. In questo caso però crediamo che mantenga lo stesso valore di un’astinenza volontaria. [Trad.: Più sobri di così non possiamo stare]

5. La ède amò lónga


La tipica espressione lóngh cóme la quarisma si adatta perfettamente a un periodo di cui ricordiamo nitidamente l’inizio, ma di cui non vediamo la fine. Ma non c’è nulla che non abbia termine, a questo mondo. [Trad.: La vedo ancora lunga]

6. A m’sè amò ‘n del cap di sich pèrghe


La nostra radicata sfiducia nel prossimo si applica in misura maggiore a chi ci governa o a chi gestisce la salute pubblica. A loro attribuiamo l’attuale mancanza di certezze, rafforzando la nostra disillusione. [Trad. Siamo ancora nel campo delle cinque pertiche]

7. Per fórsa a m’fà ‘l desü


Quella che ultimamente era diventata più una rinuncia a vizi superflui come il bere e il fumare, sta diventando per molti una stretta di cinghia che obbliga a rispettare il canonico digiuno. Che, a dire il vero, non si accompagna a un’adeguata elevazione spirituale. [Trad.: Per forza facciamo il digiuno]

8. La fenirà pò a’ chèsta


La nostra infinita saggezza ci suggerisce di non lasciarsi prendere dallo sconforto, perché ogni cosa che ha un inizio ha anche una fine. Certo, se fosse vicina saremmo ancora più sollevati. [Trad: Finirà anche questa]

9. Mia per töcc l’è de màgher

La condizione generale non ci può impedire di percepire quelli che riteniamo essere dei privilegi, soprattutto riferiti a categorie di persone che già nel quotidiano suscitano invidie più o meno giustificate. [Trad.: Non per tutti è di magro]

10. Sperém che l’varde zó delbù


L’intervento dall’alto in situazioni come queste è molto più che auspicato. Ci auguriamo quindi di essere quanto prima oggetto di un intervento benevolo e terapeutico. Da qualcuno di molto autorevole. [Trad.: Speriamo che guardi giù davvero]

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