Storie e leggende delle nostre valli Quelle guarigioni prodigiose
Il racconto di oggi ci porta a San Gallo, graziosa frazione sita nel Comune di San Giovanni Bianco, in Val Brembana. Questo piccolo borgo, posto a mezzacosta sulla valle, nasconde una perla di rara bellezza e una leggenda, che viene ben ricordata dalle persone del luogo, e che negli anni è diventata meta di pellegrinaggio per fedeli e curiosi. Il piccolo borgo, fino al 1928 Comune autonomo, è stato per secoli un villaggio agricolo, cresciuto attorno alla sua parrocchia.
Il Santuario della Madonna della Costa. Tre sono gli edifici sacri degni di nota: la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, la chiesetta della Trinità, posta in posizione defilata, e il Santuario della Madonna della Costa, di cui oggi andremo a raccontarne la storia. Quest’ultimo si trova nella zona orientale del paese, posto su un promontorio che domina una parte della media Valle Brembana, ed è visibile da ben sette parrocchie del circondario. Nei paesi limitrofi troviamo altre importanti realtà storiche a carattere religioso, tra queste la chiesa di San Giovanni Bianco, dove è presente da oltre cinque secoli una Sacra Spina della Corona di Gesù. Il Santuario della Costa, invece, è stato costruito proprio per racchiudere, tra le sue mura di pietra, un prodigio che risale a più di 500 anni fa.
Il quadro miracoloso. Il culto della Madonna della Costa inizia storicamente il 4 aprile 1492. Caterina de Lupis, pregando dinanzi alla rappresentazione della Madonna con il Bambino appesa alla parete della sua abitazione, si accorse che l’immagine sacra andava macchiandosi di sangue. A conferma del fatto si ebbero, nei giorni successivi, numerose guarigioni prodigiose. Si pensò quindi di trasportare il quadro alla chiesa parrocchiale di San Gallo, ma per ben tre volte la reliquia fece ritorno al suo luogo di origine. Dai fedeli venne subito realizzata una piccola cappella, posta sul lato nord della «stanza del miracolo», che si trovava al primo piano dell’abitazione. La storia racconta di numerosi pellegrini che giungevano dai paesi vicini, ma anche da località più lontane, nell’intento di ottenere una Grazia o di portare il proprio omaggio alla santa. Successivamente iniziarono i lavori di costruzione della chiesa, con il porticato esterno, che si sviluppava sul lato est della prima cappella.
La costruzione della prima chiesa. Documenti storici fanno ritenere che il quadro fosse stato conservato, fino al 5 agosto del 1622, nella Stanza del Miracolo, in attesa che venissero accertate le condizioni di sicurezza per lo spostamento nella nuova chiesa. Quest’ultima negli anni successivi è stata abbellita e arricchita con importanti opere pittoriche, tra cui alcuni dipinti del famoso pittore sangiovannese Carlo Ceresa, oggi perfettamente conservati. Con questa nuova chiesa crebbe ancora più la devozione dei fedeli, tanto che nella seconda metà del ‘700 venne presa la decisione di costruire un nuovo Santuario, tuttora in uso. La prima pietra è stata posata il 28 maggio del 1765 e i lavori terminati nel 1782. Con la costruzione del nuovo Santuario si realizza anche la Sagrestia che, collocata precedentemente nella stanza del miracolo, risultava scomoda e poco agevole. Negli anni ’80 si è eseguito il restauro interno degli stucchi e delle decorazioni su pareti e soffitti, oltre a qualche lavoro di manutenzione sulla copertura e la pavimentazione dei camminamenti esterni.
Il Santuario oggi. «Il santuario è molto frequentato e oggi si trova in ottime condizioni», racconta il parrocco don Giovanbattista Galizzi. «Quadri e opere sono stati recentemente restaurati e la doratura dell’altare, dove è presente il quadro miracoloso, è stata recentemente ripristinata. L’opera è coperta da un telo e viene mostrata ai fedeli su richiesta e durante le sante messe. La ricorrenza è il 5 agosto, data d’inaugurazione della prima chiesa. Festa e reliquia sono molto sentiti non solo dagli abitanti di San Gallo, ma da tutta la comunità della Val Brembana. L’evento, come affluenza, è secondo solo ai festeggiamenti legati alla Sacra Spina di San Giovanni Bianco. Un particolare unico di questo Santuario è dato dal fatto che è stato costruito esattamente nel punto che la madonna ha scelto come luogo per manifestarsi. Quindi non solo per devozione, ma per scelta, visto che la reliquia, per ben tre volte, è miracolosamente tornata al suo luogo natale. La stanza del miracolo, inglobata nel santuario stesso, è ancora mantenuta come centinaia di anni fa».
Conclusioni. Tra il 2014 e il 2015 il Santuario si è ulteriormente «arricchito» sotto l’aspetto religioso, con l’ottenimento di due preziose reliquie di primo grado dei Santi Francesco e Chiara d’Assisi. Entrambe costituite da un lembo del saio, sono custodite in due reliquiari con apposito sigillo e bolla di autenticazione rilasciata dal Convento delle Clarisse di Assisi, presso il quale sono conservati i reperti. Il Santuario conserva anche numerosi ex voto, grazie ricevute dai fedeli nel corso di centinaia di anni. Il quadro miracoloso è visibile durante le sante messe, tutti i mercoledì alle 15 e la domenica, alle ore 17.