Da Elav a Via Priula

La birra artigianale in terra orobica Sei colonne dell'arte brassicola

La birra artigianale in terra orobica Sei colonne dell'arte brassicola
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Bergamo è terra di birra artigianale. Lo dimostrano i premi, i numeri e soprattutto i prodotti che nascono nei sempre più diffusi microbirrifici. Un trend che non si arresta ma che continua a crescere e ad attirare nuovi clienti. Facciamo allora un ripasso dei nomi che sono le colonne dell’arte brassicola sul nostro territorio.

 

Birrificio Indipendente Elav

Cominciar si deve da una delle realtà più importanti: il Birrificio Indipendente Elav, nato a Comun Nuovo nel 2010. In pochi anni Antonio e Valentina sono riusciti a elaborare numeroso birre (molte premiate in concorsi internazionali) arrivando a incrementare notevolmente la produzione. Non si prefiggono solo una buona qualità del prodotto finale, ma seguono fedelmente una filosofia di produzione nella quale credono a tal punto da portarsela nel nome, e che li ha spinti a sviluppare progetti come il luppoleto nella val d’Astino e la Cascina Elav. Il luogo migliore per assaggiare alcune di queste birre è il nuovissimo locale di Città Alta, l’Elav Kitchen and Beer.

 

Birrificio Valcavallina

Altro produttore assai apprezzato ma assai più riservato del primo è Renato Carro che firma le birre del Birrificio Valcavallina, risultato di una formazione iniziata con un corso di degustazione e un pizzico di coraggio. Renato è nato e cresciuto a Bollate, in provincia di Milano, ma quando ha dovuto scegliere il luogo dove trasformare il suo hobby in un vero lavoro ha preferito le rive del lago a Endine Gaiano. In tempi non troppo sospetti, quando la birra artigianale non era poi così di moda, e i microbirrifici erano ancora pochi ma buoni, ha sperimentato, insieme alla moglie thailandese Pon, le sue personali ricette, diventando prestissimo un riferimento per tutta la bergamasca. La prima birra, la Valcavallina, ha avuto un buon successo, la seconda, la Sunflower, nata nel 2011, è diventata mitica. Schivo e riservato, Renato ha un grande talento per la chimica degli ingredienti, e riesce ogni volta, a far sì che le materie siano espresse al meglio.

 

Birrificio Endorama

Anche per Simone Casiraghi tutto, o quasi, inizia qualche anno fa, quando incominciano a fare le loro apparizioni, timidamente, le prime birre importate dal Belgio. Prodotti allora sconosciuti che lasciano immaginare un’affascinante dimensione artigianale. Poi c’è qualche corso di degustazione e un po’ di homebrewing (tappa immancabile) e, finalmente, nel 2010, la decisione di cambiare vita e dedicarsi totalmente alla sua birra. Nascono così Endorama e la sua prima creazione: la Golconda. Ogni creazione è frutto di un’attenta ricerca e riflessione che lo porta alla fine esattamente dove voleva arrivare. Un esempio su tutte è appunto la Golconda: avete presente il noto quadro di Magritte che ritrae un paesaggio urbano con una serie di uomini che piovono da cielo? Un’opera che può essere interpretata come denuncia del conformismo, proprio a questo pensava Simone quando provava la ricetta di questa kolsch, una birra che non permette troppe divagazioni sul tema ma non per questo banale o facile. L’altra grande passione è la musica metal (basta un’occhiata per capirlo) e in qualche modo Simone ha voluto tenere assieme le due cose. Prova ne è, oltre al nome stesso del birrificio che, a onor di cronaca, è anche il titolo di un album di un noto gruppo di questo genere, l’atmosfera metal che si manifesta nelle etichette.

 

Birrificio Hop Skin

Ormai è quasi un classico per le serate bergamasche: il birrificio Hop Skin con pub annesso. Biondi, sorridenti e sicuri di sé, così si presentano i giovani, Paolo Algeri e Gioia Ravasio, che in poco tempo si sono creati un nome nell’ambiente. Il locale ricorda i pub da college americano con i mattoni rossi a vista, i divanetti in pelle e gli sgabelli alti davanti al banco delle spine. Le birre spaziano tra diversi stili anche se le Ipa sono tra le più apprezzate. La semplice cucina da pub, che offre hamburger e piccoli piatti curatissimi, è probabilmente la migliore di tutta la bergamasca.

 

Birrificio Via Priula

Impossibile dimenticare il birrificio Via Priula di San Pellegrino, guidato da Giovanni Fumagalli e aperto insieme a Mauro Zilli. Nel 2010, ufficialmente, viene presentata la Loertis, la loro numero uno, che è anche, per loro che vogliono rimanere legati al territorio, la birra-manifesto: il nome deriva dalla parola dialettale usata per indicare il luppolo selvatico dei boschi.

 

Birrificio Hammer

Per concludere c’è il Birrificio Hammer, iniziativa imprenditoriale a firma dei soci carvichesi Fausto e Roberto Brigati, sorto a Villa d’Adda in via Chioso sulle ceneri della nota azienda di rilevazioni geotermiche Sogetec. Una superficie produttiva che si sviluppa su ben 1.300 metri quadrati governata dal talentuoso Marco Valeriani che nel 2016 si è aggiudicato il titolo di Birraio dell'Anno.

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