Ai laghi di Cardeto, un vero regno dei ghiacci

Ai laghi di Cardeto, un vero regno dei ghiacci
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I nostri laghi alpini si possono definire dei veri gioielli naturali, perle di rara bellezza incastonate sotto le pendici delle nostre montagne. Come pietre preziose restano a guardia della alte vette, che si specchiano nelle loro acque limpide e cristalline. Alcuni di questi laghi sono famosi e conosciuti in tutta la provincia, altri sono invece più nascosti, lasciati alla conoscenza di pochi. Quest’ultimi sono tesori per eccellenza, luoghi di pace e tranquillità che in questa stagione si trasformano in “perle di ghiaccio”. Come i laghi di Cardeto, ad esempio.

1 - Partenza da Ripa Alta
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Partenza da Ripa Alta

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3 - Torrenti ghiacciati
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Torrenti ghiacciati

4 - Pizzo Redorta
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Pizzo Redorta

5 - Inizia la neve
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La partenza da Ripa Alta. Per raggiungere questi piccoli laghetti dobbiamo partire dalla frazione di Ripa Alta di Gromo, posta in Val Seriana. Superiamo l’abitato di Ripa Bassa e saliamo fino a trovare l’unico, piccolo parcheggio proprio in prossimità del nostro sentiero, marchiato dal segnavia CAI 233. In alternativa, è possibile trovare posti auto poco più in basso, presso la chiesetta situata nel borgo di Ripa Bassa. Zaino in spalla possiamo partire e imboccare il sentiero che sale con pendenza costante nel bellissimo bosco, che in questo anomalo inverno richiama sopratutto i colori giallo e arancione, tipici dell’autunno. Noi continuiamo, costeggiando bellissime baite ristrutturate poste in posizioni panoramiche di fronte ai giganti delle Orobie: il Pizzo Coca e il Pizzo Redorta. La mulattiera diventa un largo sentiero, sempre ben percorribile, e buca il bosco in prossimità di una piccola struttura conosciuta coma Baita Nedulo.

Al cospetto del Monte Grabiasca. Il panorama si apre sulla valle e sull’imponente sagoma del Monte Grabiasca, montagna posta a spartiacque con la vicina Val Brembana. Alcuni rivoli d’acqua, anche se esposti al sole, si presentano completamente congelati e richiedono assolutamente l’uso dei ramponi per poter proseguire. Superata questa difficoltà, continuiamo sul sentiero, che sale sempre con pendenza costante e ben segnalato, compiendo un ampio semicerchio e portandoci al cospetto della Costa d’Agnone. Il panorama cambia ancora e ci troviamo in una zona d’ombra, coperta dalla neve congelata. I ramponi tornano un obbligo necessario per attraversare questo “regno di ghiaccio”, dove tra rigagnoli ghiacciati, stalattiti e neve raggiungiamo un segnavia che indica la nostra destinazione: i laghi di Cardeto e la Baita Flavio Rodigari.

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10 - Laghi congelati
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12 - Baita Cardeto
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Baita Cardeto

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15 - Panoamica sui laghi
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I laghetti e la Baita. Naturalmente, in questa stagione i piccoli laghi di Cardeto riposano sotto una coltre di ghiaccio. Noi possiamo scendere (sempre con la massima attenzione) e costeggiare gli invasi del Lago Basso e del Lago di Mezzo, completamente congelati. Davanti a noi spunta la graziosa Baita Bassa di Cardeto, raggiungibile in pochi minuti di cammino. Sono gli ultimi sforzi. Se vogliamo raggiungere la Baita Flavio Rodigari, terrazza panoramica sui laghetti di Cardeto, dobbiamo seguire la traccia alla nostra destra con direzione Passo di Portula. In pochi minuti tocchiamo il promontorio panoramico che ospita il grazioso rifugio, dove ci attende una bella vista sui tre laghi sottostanti e sull’imponente sagoma del monte Madonnino, posto alle nostre spalle. Non ci resta che sfilare lo zaino e accomodarci al sole, gustando il panorama sulla valle e il percorso appena concluso. La struttura è stata recentemente rinnovata dall’associazione Cardeto Solidale, che sostiene progetti di carattere umanitario. L’apertura della Baita viene effettuata tutti i fine settimana durante il periodo estivo (si consiglia sempre di assicurarsi preventivamente dell'apertura con una telefonata) ed è gestita dai volontari dell’associazione. Posta a 1845 metri di altezza, dispone di 25 posti letto e 35 coperti. Per informazioni sulle possibili aperture: 3478417335.

Conclusioni e curiosità. Il ritorno avviene sul percorso comune all’andata, restando fedeli al tracciato. L’itinerario, a seconda della neve presente, può toccare le cinque ore di cammino, per uno sviluppo totale di 11 km e 950 metri di dislivello positivo. Come per ogni escursione in ambiente innevato, è richiesta esperienza e attrezzatura idonea. In assenza di neve è un’escursione facile e alla portata di tutti. Infine, qualche curiosità su un bellissimo borgo delle nostre valli che, in qualche modo, riguarda questa escursione. Per raggiungere Ripa Alta infatti, punto di partenza della nostra escursione, dobbiamo transitare dallo storico paese di Gromo, definito tra i borghi più belli della nostra penisola e, dal 2008, bandiera arancione del Touring Club Italiano. Le ricchezze artistiche custodite da questo affascinante borgo sono quasi tutte raccolte nella piazza centrale, dove spicca un’elegante fontana del sedicesimo secolo. Tra le tante strutture, citiamo il quattrocentesco Palazzo Milesi, ora adibito a municipio, il duecentesco Castello Ginami, che conserva la struttura originaria, il Castello Avogadro, la chiesetta di San Gregorio con la sua pala d’altare e la chiesa parrocchiale San Giacomo, di origine trecentesca e in cui spicca il suo altare maggiore del Seicento. Una visita vale sicuramente la pena.

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